È in corso da alcuni mesi sulla serie regolare di Dylan Dog l’evento che è stato definito “Il ciclo della meteora”, con una serie di albi in strettissima continuity tra loro che traghetterà la collana verso il traguardo del numero 400. L’elemento in comune è rappresentato da un asteroide che a quanto pare è entrato in rotta di collisione con la terra, ed i cui effetti nefasti iniziano a manifestarsi con largo anticipo.
Prima di entrare nel dettaglio delle storie, qualche considerazione sulle copertine: ben evidente in alto è stato addirittura impostato un countdown a partire dal primo degli albi: -13 ALLA METEORA!
Encomiabile l’impegno profuso fino ad ora dal copertinista Gigi Cavenago per inserire un riferimento più o meno diretto proprio alla meteora, riuscendo a contestualizzarlo con il suo prezioso tocco grafico senza mai farlo apparire fuori luogo, mentre i più attenti avranno sicuramente notato che il logo che compone la testata DYLAN DOG si sta, mese dopo mese, incrinando, sgretolando e riempiendo di crepe sempre più numerose, a simboleggiare una decostruzione e destrutturazione del personaggio verso un futuro incerto nel quale niente (o tutto) sarà più come prima.
Nell’albo di debutto di questa serie, il numero 387 “Che regni il caos!”, ritorna alla ribalta Axel Neil, il “freak” assassino col gusto per le citazioni heavy metal e le cruente uccisioni in stile film slasher: una “creatura” di Roberto Recchioni che avevamo già visto all’opera nell’albo 311 “Il giudizio del corvo” e nella storia breve di un Color Fest intitolata “Fuori tempo massimo”. È un classico personaggio “alla Recchioni”, citazionista nello stile e nella caratterizzazione, e che si piazza parecchio sopra le righe divertendo con irriverenza.
Axel fa strage di londinesi istigato da John Ghost, la nuova nemesi di Dylan, che ne viene suo malgrado manipolato fino al punto da diventare eroe nazionale. L’esordio è solo l’inizio di un lungo resoconto che tirerà le fila di tante trame e sotto-trame sviluppate negli ultimi mesi.
L’albo è stato realizzato su soggetto e sceneggiatura proprio di Recchioni, giunto a mettere la propria firma sulla sua storia numero 11 di Dylan Dog per la serie regolare: ne è passata di acqua sotto i ponti da quando, esordiente, fece intravedere sprazzi della sua creatività in “Il modulo A38”, ed ora in veste di curatore della testata si sta facendo carico del suo rilancio.
Nel secondo albo del ciclo, “Esercizio numero 6”, alcuni bambini con speciali poteri extra-sensoriali subiscono le influenze della meteora in avvicinamento in una storia per certi versi malinconica che parla dell’innocenza e dei tanti modi che esistono per perderla. È Paola Barbato, sempre avvezza a simili temi, a raccontarci come Dylan salvi tutto il salvabile mentre nella cornice dell’albo l’asteroide incombe e il terribile John Ghost continua a tenere banco, per i disegni di un Giovanni Freghieri in ottima vena.
Il terzo albo del ciclo porta la firma di Barbara Baraldi e ci presenta una sorta di esasperazione del concetto di “final girl”, la ragazza più forte o più fortunata che si salva alla fine di film horror di diverse categorie. È proprio lei, “La sopravvissuta”, ad essere bersaglio di un serial killer con tanto di maschera, mentre strani eventi e catastrofi si abbattono su Londra, non esclusa una pioggia di meteoriti…
Dal punto di vista narrativo questo albo è in realtà quello che fino ad ora meno degli altri sembra entrare a puntino nella continuity, e che ci riesce quasi con una forzatura. La storia però è divertente, scorre e si fa leggere con piacere, ed accontenta tutti coloro che lamentavano l’assenza di splatter sulle pagine del loro eroe: qui ce n’è a sufficienza!
Ultimo albo del ciclo in ordine di uscita, giunto nelle edicole lo scorso 28 febbraio, è il numero 390 “La caduta degli dei”. A mio modesto avviso si tratta della storia fino ad ora meglio riuscita del ciclo, nella quale Paola Barbato immagina un mondo nel quale l’uomo di fronte alle incertezze e a forte stress emotivo reagisce con azioni estreme e comportamenti psicologicamente violenti. Orrore e paranoia tengono in piedi una sorta di ideale “società segreta” aperta però a chiunque ne voglia abbracciare il credo, uno stilema tipico della fantascienza che viene affrontato con molta lucidità dipingendo la disperazione con risultati eccellenti.
Questa storia, fino ad ora la più cervellotica delle 4 pubblicate, contiene degli aut-aut sul salvare sé stessi o i propri incrollabili principi che mettono a dura prova lo stesso Dylan, ed è stata disegnata dal sempre bravo Giampiero Casertano, particolarmente abile quando i soggetti si fanno più legati alle deformazioni del male sociale.
Attendiamo con ansia l’uscita, prevista per il 30 marzo, dell’albo 391 intitolato “Il sangue della terra”. A partire da quello forniremo un resoconto recensorio mensile in questa marcia di avvicinamento verso l’impatto della meteora, partendo da -9.