Circa 15 anni fa iniziai a seguire i primi corsi in Interventi Assistiti con gli Animali, anche se all’epoca si utilizzava ancora il termine, da poco riconosciuto in Italia di “Pet Therapy”, quando ancora i “professoroni” ci deridevano e la chiamavano la “coccoloterapia”; all’epoca non c’era una regolamentazione, solo proposte e bozze di legge, dal 2015 la svolta: venne istituito il Centro di Referenza Nazionale e nacquero le Linee Guida Nazionali, le quali trovavano le sue fondamenta nell’ Accordo, ai sensi degli articoli 2, comma 1, lettera b) e 4, comma 1 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281 tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano.
Fino a qualche anno fa c’erano enti (riconosciuti o meno) e tanta improvvisazione ed eterogeneità di pensiero, chi lavorava da solo o con animali esotici, chi seguiva corsi di 3 giorni e chi di un anno, chi istituiva un codice deontologico interno proprio per evitare questo; oggi, fortunatamente, grazie a questo nuovo sistema regolamentare, recepito ed attuato in modalità differenti in ogni Regione, in quanto operatori qualificati siamo, giustamente limitati nelle modalità di azione, ma anche tutelati.
In questi giorni mi è capitato di vedere l’interesse generale spostato (grazie ai milioni di animali acquistati incoscientemente come “regalo di turno”) da quelli che sono riconosciuti come Interventi Terapeutici, all’Educazione ed alle Attività Assistite; sempre più il perno di Associazioni e centri è la corretta interazione bambino-animale.
Decisamente obiettivo encomiabile, peccato che anche questi vadano fatti da operatori qualificati e riconosciuti con un’iscrizione ad un albo nazionale o, quantomeno, regionale.
Nessuno si reputa detentore del sapere universale, ma esiste un albo, esistono corsi di formazione, ed attualmente il “coadiutore” con gli animali è una figura riconosciuta al pari di coloro che hanno svolto una formazione universitaria; pertanto chi esercita sprovvisto di qualunque qualifica commette abuso di professione. Come se, mi svegliassi un giorno, ed iniziassi a fare terapie comportamentali, senza essere veterinario comportamentalista.
Se non fossi debitamente formata, potrei, grazie alla mia esperienza sul campo, fare del bene, ma anche fare tanti danni, perché si tratta di progetti programmati, strutturati, da svolgere con il supporto di una equipe multidisciplinare, proprio perché abbiamo a che fare con due entità distinte e separate, con esigenze differenti: gli animali ed i bambini.
Che vogliate far vivere ai vostri alunni o a vostro figlio un’esperienza valida ed educativa o semplicemente un momento “simil-ludico” accertatevi che questo venga svolto da seri professionisti, che si trovino in un albo e che siano referenziati; altrimenti il rischio più grande è che, dopo aver demonizzato circhi, zoo e ridicolizzazione animale, facciate assistere dei bambini inconsapevoli ad un mero spettacolo prestazionale o ad un’attività che non tiene conto del corretto approccio all’utenza o del benessere animale.
Se nel vostro percorso di vita, incappate in “finti” operatori, siate così carini e corretti da segnalarli al Centro di Referenza Nazionale, se invece volete controllare chi realmente è operativo e qualificato (che sia un centro o una singola persona) fatelo consultando il seguente link:
https://digitalpet.it/index.php/login
Si ringrazia Zel Education Lab per aver fornito gentilmente le immagini.