Per la prima volta arriva a Napoli una mostra su Maurits Cornelis Escher, visionario genio olandese, con circa 200 opere che occupano un intero piano del PAN, (Palazzo delle Arti di Napoli), in via dei Mille 60, fino al 22 aprile 2019. E’ un percorso espositivo in cui si concentrano la scienza, la natura, il rigore analitico e la capacità contemplativa, focalizzando l’attenzione sulle prime opere di impronta art noveau risalenti al periodo della formazione presso la scuola di Jessurun de Mesquita, fino ad arrivare al viaggio in Italia di Escher, con particolare riferimento alla regione Campania. E’ un artista poliedrico e contemporaneo, capace di anticipare intere correnti artistiche come il Surrealismo e la Optical Art. Egli riesce attraverso i numeri, la geometria e la matematica a dare delle forme e delle immagini alla sua creatività. La mostra è divisa in otto sezioni, al cui interno vi sono giochi ed esperienze che consentono di entrare nel suo mondo meraviglioso, confrontandosi con i paradossi prospettici, geometrici e compositivi del genio di Leeuwarden, Paesi Bassi.
Nella prima sezione si ripercorrono i primi passi e la sua capacità di disegnatore. Allievo di Jessurun de Mesquita, incisore ed esperto di Art Noveau, apprende dal suo mentore la tecnica e il tema della tassellazione, un metodo di divisione regolare del piano con intenti decorativi. Nascono lavori come “Flor de Pasqua”, (Fiore di Pasqua), e un testo per la nascita del bimbo di Aad van Stolk, amico del giovane artista. Queste xilografie sono una pietra miliare della sua carriera, in cui esplora tematiche della natura, della prospettiva, dei riflessi e della tassellatura.
“Flor de Pasqua”- Escher.
La seconda sezione è incentrata sui viaggi in Italia intrapresi tra il 1921 e il 1936, tra Siena, Roma e nel sud Italia, in cui sono raffigurati soggetti che vanno dai monumenti ai paesaggi, fino alla flora e alla fauna. Qui realizzò gli “Emblemata”, un libro illustrato, con ventiquattro massime scritte dall’amico G. J. Hoogeweff, direttore dell’Istituto Olandese di Cultura a Roma. Erano proverbi in latino e commenti in olandese, si rifacevano alla tradizione fiamminga e agli “Emblemata” pubblicati da Andrea Alciati, scrittore del XVI secolo. Gli Emblemi erano una combinazione didattico-moraleggiante di immagini e testo destinata a far riflettere il lettore sulla propria vita.
“Emblama VI, Palmboon/Palma”- Escher.
Il soggiorno italiano consentì all’artista di ampliare i suoi orizzonti artistici, collaborando con Joseph Haas Triverio, un incisore svizzero che lo introdusse nel giro delle gallerie d’arte. Egli trasse ispirazione dalla natura e dai soggetti su cui i suoi colleghi non si soffermavano. Nel Belpaese conobbe Jetta Umiker, sua futura moglie. Iniziano un tour tra le regioni italiane e poi in Campania, che li porterà in Costiera Amalfitana, a Ravello, a Vietri sul Mare, Amalfi, Scala, Positano e Conca dei Marini. I disegni di questo periodo si tradurranno in 15 stampe eseguite tra il 1931 e il 1932.

La terza sezione mostra il tema della tassellazione che rivela il legame dell’artista con l’Art Noveau, della divisione regolare del piano. Nel 1936 vola in Spagna e visita l’Alhambra di Granada, da cui trae ispirazione per uno studio dei motivi utilizzati dagli artigiani del XIV secolo per decorare archi e muri delle architetture moresche. Iniziano i lavori della tassellatura, decorazioni geometriche in cui triangoli, stelle o quadrati si ripetono, per coprire un piano senza lasciare spazi vuoti, realizzando 137 acquerelli che riproducono diversi tipi di tassellatura e che rappresentano 17 modi di riempire una superficie piana attraverso moduli regolari, oltre a uno studio sulle possibilità di colorazione. Inoltre, caratteristica di queste opere è l’inserimento di figure umane e animali che si combinano con gli elementi geometrici.
“Encounter”- Escher
La quarta sezione è dedicata alla “Struttura dello spazio”, dove gli approcci si declinano secondo le diverse problematiche: la prima riguarda le “superficie riflettenti”, a cominciare da quella curva e specchiante di “Mano con sfera riflettente” e all’incisione “Profondita II”. Successivamente non rappresenta più lo spazio in modo lineare, ma opera una sintesi in cui diverse entità spaziali confluiscono in un’unica stampa con logica stringente. L’attenzione per le strutture matematiche raggiunge il suo apice come conseguenza della sua passione per le forme dei cristalli e le superfici topologiche come il nastro di Moebius.
“Mano con sfera riflettente”- Escher.
La quinta sezione riguarda un altro aspetto affrontato dall’artista, è la riflessione sul mondo, la trasformazione di una forma in un’altra, un esempio è “Metamorfosi II”. E’ un universo in cui gli uccelli possono gradualmente tramutarsi in pesci e che vede una lucertola diventare cella di un alveare. A volte le trasformazioni portano a elementi antitetici ma complementari, come il giorno e la notte o il bene e il male, intrecciando gli opposti all’interno di una stessa composizione.
“Giorno e notte” –Escher.
La sesta sezione affronta il tema del passaggio dalle due alle tre dimensioni. La sfida è di riuscire ad arrivare a ottenere l’effetto illusivo senza debordare dal limite del foglio, ovvero suggerire l’effetto realistico di questa trasformazione, disegnando e incidendo qualcosa che inganni l’occhio, come le incontenibili “Tre sfere”. Sono queste le premesse indispensabili per accedere al paradosso dello spazio, quello di “Altro mondo”, di “Su e giù” e di “Relatività”, fino all’estenuante reiterazione della immagine ricorrente ottenuta grazie al cosiddetto effetto droste, utilizzato, ad esempio, in una incisione come “Galleria di stampe”. Le sue architetture e composizioni geometriche si caratterizzavano per le aberrazioni prospettiche che, a prima vista, si presentavano come perfettamente plausibili, ma che, dopo una più attenta ispezione, si rivelavano impossibili.
“Relatività“- Escher.
La settima sezione è dedicata ai “lavori su commissione”, che vanno dagli ex libris, foglietti che si inserivano nei libri appartenenti a una stessa biblioteca privata, fino ai biglietti d’auguri, alle copertine dei libri, alle illustrazioni o ad altre commissioni occasionali. Si dedicò alla copertina di un programma concertistico, una delle sue opere maggiori, invece, fu una incisione di sette metri intitolata “Metamorfosi III” per l’ufficio postale dell’Aia, nei Paesi Bassi.
“Ex libris”- Escher.
L’ultima sezione è dedicata alla “Eschermania”, la sua arte è uscita dal suo studio e si trasforma in scatole di regalo, francobolli, fumetti, moda, sulle copertine degli LP dei grandi della musica pop, fino ad arrivare al cinema e alla pubblicità. Inoltre, l’arte di Escher ha influito su figure di rilievo del Novecento, come Victor Vasarely, il principale esponente dell’Optical Art. Un altro esempio sono i Pink Floyd che ripresero un universo infinito per la copertina dell’album del 1969, Chanel e Alexander McQueen hanno omaggiato l’artista attingendo al suo universo immaginifico. Infine, nella serie cartoon dei “The Simpson”, nella sigla ci sono chiari riferimenti alle figure impossibili dell’artista olandese.
“Pink Floyd”- Escher.