La giornata di campionato che si è conclusa ieri ha, probabilmente, chiuso definitivamente un campionato mai iniziato che il Napoli ha provato, senza troppa pressione, a tenere in piedi. La Juve vince anche all’Olimpico una gara che avrebbe potuto, e dovuto, perdere largamente ma che, incredibilmente, ha vinto nel finale con il solito rigore di Ronaldo. Undici punti di vantaggio sul Napoli sono un distacco tale da non lasciare campo a considerazioni di sorta: il torneo è bello che finito. Difficile, o forse no, trovare un colpevole: di certo non il Napoli, autore di un andamento ammirevole finora; non si poteva chiedere molto di più alle presunte rivali Inter (ko a Torino), Roma (suicida a Bergamo da 3-0 a 3-3-), Milan e Lazio; né si può dare la colpa allo strapotere Juve: i bianconeri hanno tutto, squadra, società e tolleranza arbitrale superiore a tutte le altre.
Il pareggio del Napoli a Milano è un risultato “normale”: i partenopei ci hanno provato, specie nella ripresa, ma hanno pagato le polveri bagnate degli avanti azzurri, in particolar modo di Mertens e Insigne, lontanissimi parenti degli strepitosi folletti ammirati fino a qualche mese fa. Una gara bruttina in cui c’è da evidenziare le ottime prove di Malcuit e Ospina, i progressi di Zielinski e l’imbarazzante arbitraggio di Doveri. E qui veniamo al punto. L’arbitro romano ha sorvolato senza batter ciglio su un rigore a favore dei partenopei (fallo di Bakayoko su Insigne) senza consultare il Var. Non volendo nemmeno entrare nel merito sulla consistenza della pretesa azzurra, il gioco è proseguito come nulla fosse. Nessun silent check, nessuna interruzione, niente di niente. Il pubblico pallonaro, già avvilito dalla shockante esperienza Dazn, non ci capisce più niente. A Bergamo il contatto Kolarov-Ilicic è stato trasformato da giallo per lo sloveno in rigore (grottescamente calciato in curva dall’ottimo Duvan); sempre a Milano il secondo giallo di Fabian (inventato sempre dall’ineffabile Doveri) porterà all’ingiusta squalifica dello spagnolo: ma se il Var può trasformare un giallo in rosso, perché non può togliere un giallo ingiusto? Il Presidente del Chievo Campedelli ha usato parole durissime: “il Var, ormai, fa parte del sistema”, ha detto il numero uno dei veneti. Cosa?? Sistema?? Ma quale sistema?? Sono parole gravissime, a parere di chi scrive, sulle quali si dovrebbe indagare!
Tornando alle cose di casa nostra, ora più che mai diventa fondamentale la seconda gara al Meazza: passare il turno di Coppa Italia sarà importantissimo e siamo sicuri che Ancelotti lo sa benissimo.