E’ allestita nelle sale della A’Mbasciata Gallery, in via Benedetto Croce 19, a Napoli, la mostra personale di Gennaro Branca, dal titolo “Expulsi”, curata da Nova Art, fino al 13 maggio 2019. Alla base del concept creativo vi è il termine “Expulsi” che indica l’espulsione verso l’esterno di frammenti della natura che varcano il confine della tela per invadere lo spazio circostante. E’ un modus operandi che proietta le immagini caratterizzate da colori sgargianti dal bidimensionale al tridimensionale, ribaltando completamente il punto di vista del fruitore. Osservando i singoli dipinti emerge una moltitudine di fiori in primo piano di primitiva memoria, attraverso i cromatismi dei petali e le tonalità degli steli e delle foglie. I fiori si animano, si muovono e danzano seguendo un ritmo incalzante, in cui il disordine è il protagonista. Questi elementi si diffondono nello spazio oltre la tela dando vita ad atmosfere metafisiche, in cui mancano delle coordinate temporali. Si crea in questo modo un “ossimoro” visivo caratterizzato dai dipinti in cui regna il caos e da singoli frammenti di fiori sospesi in apparente quiete. E’ evidente la propensione di Branca per quei linguaggi degli anni Ottanta del Novecento della cosiddetta “bellezza del disordine”. Emerge uno stile e una creatività che attingono dalla strada e dalle periferie, dalla Street Art e dal Graffitismo.
Segni, scritte, simboli e visioni talvolta infantili, ritornano prepotentemente nell’immaginario dell’artista, avvicinandolo ai nuovi gruppi di Writers e Street Artist, utilizzando la bomboletta come medium per esprimere la propria creatività. La verniciatura con questo strumento è usata come pura pittura, dove mostra una visione calma e distesa, lontana da riferimenti politici e sociali. Branca osserva l’esterno, la natura e l’ambiente per analizzare l’interno, l’emotività e l’aspetto psicologico. Questo approccio materico l’ha portato alla realizzazione di tele sempre più stratificate, in cui la immediata gestualità delle pennellate e dell’estensione del colore creano una “sovrapposizione” di consapevolezze ed esperienze. La sua ricerca artistica si è sviluppata con un percorso che si è evoluto in una ridefinizione figurativa di elementi iconici, caratterizzata da entità naturali. Sculture sospese in poliuretano espanso e resina, petali, corolle e steli sono le fonte di ispirazione per trasporre su tela la realtà. Il percorso espositivo si chiude con una opera site specific, un telo di 3 metri e 50 cm collocato sulla parete di fondo della galleria.
Una grande mostra sul ruolo svolto dai giardini e dai fiori nell’evoluzione dell’arte, intitolata “Painting the Modern Garden: Monet to Matisse“, dai primi anni del 1860, fino agli anni ’20 del 1900, è stata allestita qualche anno fa alla Royal Academy of Arts di Londra. Una mostra incentrata sull’evoluzione del giardino moderno, nelle sue molteplici forme e nella ricca tipologia di fiori, con i dipinti di alcuni dei più importanti artisti impressionisti, post impressionisti e avanguardisti del primo Novecento. Monet è, probabilmente, il più importante pittore di giardini nella storia dell’arte, celebre è la sua affermazione che doveva la sua creatività, “ai fiori”. Per tutti gli artisti, il giardino e i fiori hanno dato la libertà di aprire nuovi orizzonti e la possibilità di esplorare il mondo in continuo cambiamento.