Inizia settembre e, con esso, ricomincia il nostro viaggio all’insegna della buona musica campana . Questa settimana abbiamo avuto il piacere di conoscere un nuovo artista; voce talentuosa e promettente del nostro panorama locale; stiamo parlando di Fabrizio Borghese. Questo ragazzo, ha alle spalle delle esperienze davvero incredibili, vi basti pensare che a soli 19 anni (si avete capito bene) partecipa al Saremo Rock; e non di certo finisce quì. Vi cito alcuni nomi giusto per darvi un primissimo assaggio di chi andremo ad incontrare: Festival di Castrocaro, Area Sanremo, X-Factor, Italia’s got talent…insomma grandi eventi, ma sopratutto grandi esperienze.
Quelle che seguono, sono le parole scambiate in occasione dell’uscita del suo primo disco; esordio che lui ha voluto condividere con noi di Senza Linea.
Senza ulteriori indugi, allora, andiamo a conoscere da vicino il talento di questa settimana…Signori e Signore ecco a voi Fabrizio Borghese.
-
Ciao e Benvenuto alla rubrica musicale di Senza Linea; allora per iniziare chi è Fabrizio Borghese. Mi ritengo una persona molto particolare, credo di essere un artista perchè come tutti gli artisti riesco a sublimare le mie emozioni, le mie paure, i miei desideri e trasformarli in parole, in musica. La vita stessa di un artista è una forma d’arte perchè pregna di sensazioni, priva di compromessi, nel bene e nel male.
-
Ho letto, dal tuo curriculum, che sei iperattivo potremmo dire. A soli 19 anni a Sanremo, e poco dopo, a 26, a Castrocaro; cosa ti porti dietro da queste esperienze? Mi porto dietro una serie di sensazioni che fondano la loro positività soprattutto sullo scambio umano e musicale. Purtroppo le esperienze in questi contesti non sono molto positive. Ho capito che certe manifestazioni servono ad accumulare denaro e non danno spazio alla vera bravura o arte ma solo alla mediocrità se questa mediocrità è supportata da una spinta politica o economica. Basti pensare che durante area sanremo a cui ho partecipato come ospite d’onore ci fu Emmanuele Filiberto. Cosa mai può insegnare musicalmente Emmanuele Filiberto? a chi può interessare la sua raccomandata partecipazione al festival di Sanremo?
-
Una voce ed una timbrica particolare; molto studio, tanta esperienza, ma anche tanta improvvisazione secondo me. Sentendo i tuoi pezzi sono riuscito ad immaginare ben oltre il rock progressivo a cui ti ispiri; ecco quanta preparazione c’è nei tuoi pezzi e quanta improvvisazione? Nella mia musica c’è molta improvvisazione indubbiamente sostenuta da una valida e sudata preparazione tecnica. Fortunatamente la musica che ascolto mi ha allontanato in parte dagli schemi classici dell’interpretazione lirica, avendo studiato da tenore. Quand’anche la voce di un tenore o di un soprano siano particolari ed emozionanti e tali da rendere un’aria lirica personale è inevitabile la fedeltà dovuta allo spartito.
-
Siamo vicini al debutto del tuo primo album; quali sono le tue impressioni e cosa puoi dirci in merito? L’album si intitola “Do di matto” proprio per sottolineare l’appartenenza ma soprattutto il distacco dal mondo lirico contrapponendosi al “do di petto”, punto forte di ogni tenore. E questa rottura può essere considerata quasi una blasfemia verso il mondo puritano, borghese del mondo che si nasconde dietro la lirica. Che sia ben chiaro, io adoro la lirica e la musica classica ma aborro il carattere e la caretizzazione di chi lo rappresenta.
-
Non di sola musica vive Fabrizio, infatti scrivi anche poesie; ce ne vuoi parlare? La poesia fa parte del mio animo oscuro, è la parte sporca, delirante, sessuale, romantica, disfattista ed innamorata di me. Sono molto fiero di aver pubblicato due raccolte di poesie, “dì notte” ed “enigma nero”, editi dall’Europaedizioni del gruppo Albatros. Di certo la poesia ha una valenza meno immediata della musica, ha un significato criptico, è un parlare con se stessi e mettersi a nudo. La poesia è ciò che sono, la musica forse è ciò che desidero e voglio sembrare. La poesia è terra e sangue, la musica è libertà in un cielo immenso.
-
In che modo riesci a coniugare la poesia alla musica, e cosa ti porta a capire, di un testo, quando è meglio musicarlo o lasciamo in versi? Non confonda mai le due cose. Se ho necessità di scrivere una poesia scrivo una poesia se voglio scrivere una canzone scrivo una canzone. Dipende dallo stato d’animo, la poesia nasce poesia e viene scritta come tale. Come un testo da musicare nasce testo per musica. Sono due aspetti molto diversi tra loro.
-
In attesa di poterci risentire dopo l’uscita del tuo album, per ora credo possa bastare. Ti ringrazio della possibilità e del tempo che ci hai dedicato, e ti saluto in attesa di poterci risentire. A te i Saluti finali. Potete ascoltare i miei brani su Spotify, Itunes o Radiodate. E seguirmi su Fb alla mia pagina ufficiale Fabrizio Borghese.
Ecco allora una veloce panoramica di quelle che sono le piattaforme su cui potrete seguire ed ascoltare questo grande giovane. Facebook, Twitter, Instagram, ed ultima ma mai per ultima l’etichetta che ha puntato su questo ragazzo; la Advicemusic.
Per questa settimana, allora, è tutto, un saluto ed un arrivederci alla settimana prossima da me, Giuseppe Improta.