Fin dall’antichità lo sport è sempre stato considerato una disciplina importante e talvolta necessaria al buon mantenimento del benessere psicofisico. La culla dell’attività sportiva, come di tante altre realtà sia pratiche che teoriche giunte sino a noi, fu la Grecia antica. Le principali manifestazioni sportive erano le cosiddette Olimpiadi cioè feste dedicate a Zeus che si tennero ad Olimpia, nella regione dell’Elide, ogni quattro anni a partire dal 776 avanti Cristo. Anche altre città svolgevano regolarmente gare tra atleti come ad esempio i giochi pitici a Delfi in onore di Apollo, i giochi istmici a Corinto in onore di Poseidone ed i giochi neemei ad Argo, anch’essi in onore di Zeus. Nel sistema ideologico e culturale della Grecia antica l’esito della gara e la qualità della performance dell’atleta erano determinati dal diretto intervento delle divinità.
Sin dall’antichità, dunque, lo sport ha assunto un ruolo spirituale oltre che materiale, un’importanza quasi vitale per alcuni; questo principio di base viene spesso trascurato da chi invece non è abituato a praticarlo regolarmente. Si pensi ad esempio a chi ha trasformato questa passione in un lavoro, a chi soffre di patologie e che soltanto con l’attività fisica riesce a trovare sollievo, ai bambini che più di tutti hanno bisogno di uno sfogo fisico costante per mantenere il benessere psicologico. Non si può dunque generalizzare o condannare chi sente di dover soddisfare l’esigenza di praticare regolarmente attività fisica, nonostante la situazione drammatica che stiamo vivendo a causa del Covid-19. La pandemia in corso, che ci sta costringendo in casa, sta anche facendo capire a tutti quanto sia di vitale importanza il movimento del corpo, inteso in primis come sfogo emotivo. In questo momento tutti desiderano poter uscire di casa, anche solo per fare una passeggiata e prendere una boccata d’aria. Chi ama lo sport da sempre vorrebbe approfittare della rara assenza di smog e caos cittadino.
Noi cittadini campani ci siamo fin da subito abituati a convivere con regolamenti più severi e restrittivi rispetto a quelli vigenti nelle altre regioni italiane. Infatti mentre in altre regioni, anche tra quelle più colpite dal coronavirus, durante la fase 1 si poteva tranquillamente fare jogging rispettando la distanza di sicurezza dagli altri podisti, in Campania questa restrizione è stata sbloccata soltanto a partire da Lunedì 27 Aprile, insieme al delivery e quindi alla vendita di cibo solo con servizio d’asporto.
Purtroppo, però, la libertà di fare jogging all’alba o al tramonto nei pressi della propria abitazione, qui in Campania è durata soltanto un giorno; infatti il governatore De Luca ha subito fatto un passo indietro a causa dei comportamenti poco responsabili di alcuni cittadini. Numerosi video ed immagini del lungomare di Napoli invaso da una folla disordinata di podisti e non solo, hanno fatto il giro del web tra l’indignazione generale. E così il popolo napoletano, tanto ingiustamente criticato, ha dato stavolta ragione ai vari sciacalli della cattiva informazione italiana. Un popolo che fino ad ora aveva dato grande esempio di civiltà a tutta l’Italia, ha per un istante perso il controllo ed il buon senso. Perché sì, è vero che in assenza delle limitazioni orarie si sarebbero potuti evitare gli assembramenti, ma è pur vero che chi si è trovato in quella circostanza avrebbe potuto desistere, e che quindi il governatore campano forse non aveva tutti i torti quando in diretta, rifacendosi ad un vecchio modo di dire napoletano, spesso esclamava: “La testa non serve soltanto per dividere le orecchie”.