Miseria e Nobiltà, commedia di Eduardo Scarpetta del 1887, è stato uno dei suoi più grandi successi, apprezzato e poi riproposto a teatro da Eduardo De Filippo nel 1953 e successivamente da Totò al cinema ( con la regia di Mario Mattioli ) l’anno successivo.
La versione originale di questa commedia è l’opera che segna quasi il “passaggio” padre/figlio tra Eduardo Scarpetta e suo figlio Vincenzo; fu scritta infatti per far partecipare proprio Vincenzo, allora dodicenne, nel ruolo di Peppeniello e debuttò nel 1888 al Teatro del Fondo, l’attuale Mercadante. Da notare che uno degli scopi dell’autore era quello di marcare il distacco di allora ( alle volte anche oggi attuale ) tra alta nobiltà e bassa borghesia.
La vicenda ha come protagonista la “maschera” di Scarpetta, Felice Sciosciammocca, e si articola sulla storia d’amore del nobile Eugenio e di Gemma, figlia di un cuoco arricchito. Proprio a causa dei poveri natali della ragazza il padre di lui, il marchese Favetti, contrasta e ostacola il loro matrimonio, rifiutando di imparentarsi con dei poveri borghesi. A tal punto Eugenio si rivolge a Felice, scrivano, che insieme al suo amico Pasquale il fotografo devono fingere di essere suoi parenti e quindi nobili per le presentazioni con la famiglia della futura sposa. La situazione si ingarbuglia perchè anche il vero padre di Eugenio si è invaghito di Gemma e frequenta la sua casa sotto mentite spoglie, facendosi chiamare Bebè. Come tradizione scarpettiana vuole, alla fine Eugenio scopre il tranello di suo padre e, dopo averlo minacciato di dire la verità alla famiglia originale, lo costringe ad acconsentire alle nozze.
Questa commedia, tanto ironica quanto riflessiva, è stata poi riproposta anche da Eduardo De Filippo ( figlio non riconosciuto di Eduardo Scarpetta ). Proprio come Scarpetta, anche Eduardo De Filippo sfrutta questa commedia per far esordire suo figlio, Luca De Filippo. sempre con il ruolo di Peppeniello ( allora di soli 7 anni ), e proponendolo al debutto non al teatro San Ferdinando ( teatro acquistato e ristrutturato dallo stesso Eduardo) ma all’Odeon di Milano con un cast di attori come Isa Danieli nei panni di Gemma e Luisa Conte come governante.
Miseria e Nobiltà ha poi raggiunto popolarità nazionale nel 1954 grazie a Totò in uno dei tre film di Mattioli ( insieme a “Il medico dei pazzi” e “Un turco napoletano” ) dove viene riproposto il personaggio chiave di Eduardo Scarpetta, Felice Sciosciammocca in vero stile macchietta, e supportato da una grande “spalla”, Enzo Turco. La storia teatrale viene così riproposta al cinema ma arricchita di scene nuove ( citiamo ad esempio il momento in cui don Felice lo scrivano incontra un cafone che si fa scrivere una lettera gratuitamente ). Nella seconda parte del film entrano poi in scena giovani e promettenti attori come Carlo Croccolo, Sophia Loren, Dolores Palumbo e vari sketch che, grazie all’abilità di un grande regista come Mario Mattioli, riescono a dare vita alla natura comica dei vari attori.
Merito di Scarpetta è quello di aver proposto in questo testo temi “scottanti” come le differenze sociali: plebe, borghesia e aristocrazia messe a confronto in una sorta di satira bonaria riuscendo a cogliere anche la tragicità della miseria in cui si trovano i poveri. Ha cercato con questa commedia come per altre di cogliere il lato grottesco di certe situazioni ( da qui le varie gag della commedia prima e del film poi ). Eduardo De Filippo è riuscito a cogliere il lato riflessivo della storia adattandola al suo stile, ma in chiave ugualmente satirica. La versione cinematografica di Totò è forse la più conosciuta in tutt’Italia ed è la perfetta fusione tra la commedia degli equivoci e comicità verbale.
Miseria e Nobiltà ormai rappresenta un vero e proprio cult della commedia classica napoletana e non solo, è tra le più belle del teatro scarpettiano, e con il personaggio Sciosciammocca rievoca anche una commedia degli equivoci con un lieto fine. Questa commedia ancora oggi non dimostra la sua età ( ben 133 anni ), anzi, continua ad avere lo stesso smalto dell’epoca e a donare pillole di saggezza e spunti di riflessione per tutti noi, contro le disparità sociali, tema scottante allora come oggi: qual’è la vera nobiltà? Un titolo nobiliare, un luogo di nascita, o la nobiltà d’animo,dei sentimenti e dei sani valori della vita?