L’era Garcia è ufficialmente iniziata: lunedì scorso, nell’incantevole cornice del Museo di Capodimonte, il nuovo tecnico è stato presentato alla stampa e alla città dal Presidente De Laurentiis, accompagnato dal padrone di casa, il Direttore del Museo Sylvain Bellenger.
Le prime impressioni scaturite dalla conferenza stampa sono state molto confortanti: il tecnico di Nemours ha mostrato grande rispetto per il lavoro svolto da Spalletti, ma ha anche messo in chiaro che non rinuncerà a dare il suo personalissimo tocco alla squadra.
Garcia ha anche sottolineato che le sue squadre cercano sempre il successo attraverso il controllo della partita, e che per lui il sistema di gioco deve adattarsi alle caratteristiche dei giocatori: via libera al 4-3-3 quindi, che lui ha utilizzato a Roma e in altre piazze, ma senza disdegnare il 4-2-3-1 e altre soluzioni, chiedendo anche ai suoi ragazzi la necessaria duttilità tattica.
Garcia non si è detto preoccupato della possibilità di perdere qualche protagonista dello scudetto appena conquistato, perché ha visto in De Laurentiis l’ambizione necessaria ad aprire un ciclo vincente, cosa che non può prescindere dall’allestimento di una rosa ancora più competitiva della precedente.
Tanto attesa quanto comunque clamorosa, a Capodimonte, non una presenza bensì un’assenza: quella di Cristiano Giuntoli, ad oggi ancora Direttore Sportivo del Napoli in carica, seppur ormai totalmente demansionato da De Laurentiis.
Va detto che, per quanto la situazione sia spiacevole, l’irritazione del Patròn è assolutamente comprensibile: i contratti che si firmano andrebbero rispettati, e prendere contatti con altre società (e che società, poi…) è sempre un atteggiamento censurabile.
Del resto, De Laurentiis ha rispettato quello stesso contratto, in passato, anche fronte di scelte molto discutibili avallate da Giuntoli, su tutte il suggerimento di esonerare Ancelotti a favore di Gattuso dopo l’ammutinamento dei senatori, macchia indelebile nella storia del club.
L’addio dell’ex DS del Carpi, che comunque dovrebbe avvenire a breve con una risoluzione consensuale dell’accordo in essere, non dovrebbe preludere all’arrivo di un altro dirigente: probabilmente il ruolo verrà ricoperto da Antonio Sinicropi, compagno di Valentina De Laurentiis (figlia del Presidente e già attiva all’interno del club), che ha da poco conseguito a Coverciano i titoli necessari per ricoprire la carica.
Ovviamente sarà lo stesso De Laurentiis, coadiuvato da Chiavelli e dai confermatissimi uomini dello scouting Mantovani e Micheli, a collaborare in prima persona con Sinicropi per condurre il mercato estivo, in cui il Napoli oltre a rinforzare una panchina in alcuni ruoli chiave (un vice Lobotka, una mezzala fisica in luogo del partente Ndombele), dovrà affrontare due questioni abbastanza delicate che riguardano due grandi protagonisti della cavalcata tricolore.
La prima riguarda Minjae Kim, incoronato a furor di popolo miglior difensore della Serie A, che con un campionato semplicemente sontuoso non solo ha fatto dimenticare in poche settimane un totem come Koulibaly (andato al Chelsea per vincere e prossimo a svernare in Arabia dopo un annata deludente), ma ha ovviamente attirato l’attenzione dei top club di tutta Europa.
Il Napoli purtroppo potrà fare ben poco, visto che il contratto del difensore Sudcoreano prevede una clausola rescissoria, variabile in base al fatturato del club acquirente, attiva dal 1 al 15 Luglio: Kim, che attualmente sta svolgendo la leva militare obbligatoria, è conteso dal Bayern e dalle due squadre di Manchester, ma il club azzurro potrà consolarsi incassando dai 60 ai 70 milioni, reinvestibili sul mercato.
Sembra tramontata la trattativa che avrebbe dovuto portare all’ombra del Vesuvio Kevin Danso, in forza al Lens e suggerito da Garcia: l’austriaco sembra non aver convinto totalmente lo staff tecnico, e pare anche la squadra francese sia restia a cederlo.

In attesa di altre piste, occhio a Perr Schuurs, difensore olandese reduce da un’eccellente annata al Torino, anche se comprare in Italia appare sempre più complicato e soprattutto costoso rispetto all’estero.
A tenere banco in questi giorni, però, è la trattativa appena iniziata per il rinnovo di Victor Osimhen, capocannoniere del campionato e leader del Napoli di Spalletti, il cui contratto scade nel 2025.
De Laurentiis, durante la presentazione di Garcia, ha ribadito che Osimhen non verrà venduto a meno di offerte irrinunciabili, decisamente superiori ai 100 milioni di euro, ma l’entourage del giocatore fa notare che l’adeguamento dello stipendio di Victor dovrebbe, a quel punto, essere in linea con il valore di mercato che il Napoli da al suo bomber.
La distanza tra i 6/7 milioni annui proposti dal Napoli e quelli richiesti dal procuratore Calenda (intorno ai 10/12, ovvero il 10% della cifra che il club accetterebbe per la cessione di Osimhen), pongono la trattativa in una fase di stallo.
Va inoltre sottolineato che, se non ci sarà rinnovo, non vendere Victor in questa sessione di mercato potrebbe rappresentare un danno economico non indifferente per il Napoli, visto che l’anno prossimo, con il contratto prossimo alla scadenza, le offerte per Osimhen sarebbero notevolmente più basse.
Anche se la soluzione non appare semplice né scontata, va data fiducia al Presidente De Laurentiis, che ha risolto, spesso brillantemente, rebus anche più complicati di quelli che questa lunga estate calda sta già proponendo ai Campioni d’Italia.