Quando muore un sex symbol lo si ricorda sempre al suo meglio, molti scompaiono tirando il sipario nel momento in cui l’immagine che vedono attraverso il loro specchio privato non li rappresenta più. Lasciare il meglio di sé, gli anni d’oro, al culmine della bellezza. Nessuno vuole essere ricordato vecchio e malato. Helmut Berger pian piano si è ritirato a vita privata finché la famiglia non ha dato la notizia della sua morte
Aveva settantanove anni, è stato uno degli uomini più belli in assoluto, aveva una bellezza reale e non filtrata da computer o macchine fotografiche, una bellezza che madre natura regala centellinandola a pochi eletti. Lui è stato uno di loro.
Nato nel 1944 in Austria ha iniziato subito da ragazzino a fare il modello. Ma il successo arrivò con il cinema precisamente quello del grande regista Luchino Visconti a cui il nome di Helmut è indissolubilmente legato.
Helmut ha lavorato nella “Trilogia tedesca” di Visconti con titoli memorabili come: La caduta degli Dei, Morte a Venezia e Ludwig. Tre film entrati nella storia del nostro cinema.
I paparazzi rincorrevano le star a via Veneto a Roma, e andarono fuori di testa nel raccontare questa liaison tra un vecchio regista e un bellissimo ragazzo.
Intanto i due vissero un grande amore fino a quando Luchino Visconti morì lasciando Helmut nello sconforto
La sua bisessualità era cosa nota, Helmut ebbe anche una moglie da cui poi divorziò. Ma il suo grande amore è sempre stato Luchino. Si potrebbe dire che sono stati la prima coppia gay in Italia. Musa e regista, padre e compagno di letto e di vita.
Il “dopo” Visconti non fu facile per Helmut che tentò anche il suicidio, di lui si sapeva già poco in precedenza e si chiuse ancora di più in se stesso. Continuò a lavorare, era un’icona della bellezza e del mondo LGBT+, libero bello e dotato come attore.
Lavorò anche in altri film tra cui i giardini dei Finzi Contini, Salon Kitty nella serie tv Dynasty e fece una fugace apparizione nel sensualissimo videoclip Erotica di sua Maestà Madonna.
Quando morì Luchino, lui aveva solo trentadue anni e si definì: vedovo. Sembra ci fosse un testamento olografo di Visconti a favore di Helmut ma nessuno lo ha mai trovato. La famiglia di Visconti si era sempre opposta alla loro relazione. Che poi lo stesso Helmut dichiarò tempo fa di aver speso più di quanto avesse guadagnato e di non passarsela bene economicamente.
Nonostante una solida carriera, la bellezza eterea di un Dio in terra, Helmut è sempre stato associato alla vita privata di Visconti. Le cronache dell’ epoca nominavano in primis:” l’amante o…. il compagno di..” così è, e così sempre sarà. I detrattori hanno sempre sostenuto e sostengono ancora che Helmut non sarebbe diventato popolare se non fosse stato “l’amate di….”
La storia è vecchia e di pigmalioni e pupilli il mondo del cinema ne è pieno.
Ricordiamo oggi un grande attore, forse ricongiuntosi al suo grande regista.
Al suo grande amore