Nessun gol, molte polemiche, tanta tristezza: si chiude malinconicamente l’anno dello scudetto per il Napoli di Mazzarri, bloccato sul pareggio a reti bianche dal Monza di Palladino e precipitato addirittura in ottava posizione, a 5 punti dall’ultimo posto Champions ora occupato dalla Fiorentina.
Nonostante una gara poco brillante, in cui i Campioni d’Italia hanno faticato a trovare il bandolo del gioco e a superare il costante pressing brianzolo, non sono mancate agli azzurri le occasioni per passare in vantaggio, sia nel primo tempo, con Anguissa, che nella ripresa, con Kvara, Zerbin e (a tempo scaduto) Gaetano.
Se è vero che Di Gregorio si è fatto trovare pronto in molte occasioni, è altrettanto evidente che agli attaccanti partenopei è sempre mancata la cattiveria e la lucidità indispensabili per rimediare a una sterilità offensiva ormai allarmante, visto che nelle ultime 7 partite il Napoli ha realizzato soltanto 4 reti, di cui 2 inutili al Bernabeu nella sconfitta in Champions contro il Real.
La cosa però più preoccupante è che sarebbe potuta anche finire peggio, visto che a metà ripresa il tanto vituperato Meret, nonostante un infortunio occorsogli qualche minuto prima, ha addirittura salvato i suoi dalla disfatta, scegliendo l’angolo giusto e parando il rigore giustamente concesso per fallo di mano di Mario Rui e calciato, malissimo per amor di verità, da Pessina.
C’è però davvero poco altro da salvare in una serata che ha certificato quanto l’avvento di Mazzarri non abbia, finora, minimamente migliorato il cammino del Napoli, che numeri alla mano è invece crollato rispetto alla criticatissima gestione Garcia: in 9 partite, il tecnico di San Vincenzo ha racimolato solo 3 vittorie, 1 pareggio e ben 5 sconfitte, con 8 gol fatti e addirittura 16 reti subite.
Nelle prime 16 partite stagionali, con Rudi in panchina, erano arrivati 8 successi, 4 pareggi e 4 k.o. con 30 gol fatti e 18 subiti: cifre che, senza voler entrare nel merito del valore assoluto dei due tecnici, confermano quanto il cambio di allenatore sia una soluzione troppo spesso invocata ma quasi sempre inutile se non addirittura dannosa.
Come spesso accade, infatti, il tempo perso nell’ambientamento e nel cambio di metodi di allenamento ha allontanato la squadra dal vertice e dagli obiettivi stagionali, facendola precipitare in un limbo nel quale nessuno si sente responsabile e, inconsciamente, nessuno riesce a dare il massimo.
In un momento così complicato fanno ben sperare le parole di De Laurentiis, che oltre ad essersi scusato con i tifosi riconoscendo le proprie responsabilità, ha annunciato tante novità in un mercato di gennaio in cui il Napoli dovrà necessariamente iniziare una nuova rivoluzione, da completare poi a Giugno per garantirsi stimoli ed obiettivi rinnovati.
All’arrivo di Mazzocchi, napoletano di Ponticelli prelevato dalla Salernitana per dare fiato a Di Lorenzo e Mario Rui, dovrebbe seguire quello di Samardzic, centrocampista col vizio del gol utile sia per sostituire l’ormai ex Elmas adesso che il futuro ex Zielinski a Giugno.
Dovrebbero poi arrivare un difensore e un altro centrocampista, con Dragusin del Genoa e Soumaro del Siviglia tra i nomi più gettonati.
Nella speranza che i volti nuovi restituiscano entusiasmo al gruppo, il Napoli inizia oggi (ore 15) il suo 2024 all’Olimpico “Grande Torino” contro i granata, che Mazzarri ha allenato per due anni e mezzo centrando per l’ultima volta in carriera la qualificazione alle coppe europee.
L’ex tecnico del Toro deve fronteggiare ancora tante assenze, visto che Meret e Natan staranno fuori almeno un mese, Olivera non è ancora disponibile e la Coppa d’Africa si è portata via, come previsto, sia Anguissa che Osimhen.
In difesa quindi Mazzocchi si candida a dare fiato a uno tra Di Lorenzo e Mario Rui, mentre a centrocampo Cajuste dovrebbe affiancare Lobotka e Zielinski, e in attacco Simeone, fin qui utilizzato pochissimo da Mazzarri, dovrebbe partire titolare insieme a Kvartskhelia e Politano, con Lindstrom alla ricerca di un’altra chance.
Il Torino è in vantaggio nel computo dei 70 precedenti giocati all’ombra della Mole in Serie A, con 25 successi contro i 21 blitz del Napoli: la vittoria dei granata manca però dal 1 Marzo 2015, quando un colpo di testa di Glik condannò la squadra di Benitez.
L’ultimo dei 24 pareggi risale al 6 Ottobre 2019, quando tra gli azzurri di Ancelotti e i granata di…Mazzarri finì a reti inviolate.
Il Napoli ha vinto 8 delle ultime 10 sfide giocate al “Grande Torino”, e la vittoria più recente, datata 19 Marzo 2023, è stata probabilmente il “canto del cigno” dei Supereroi azzurri, futuri Campioni d’Italia.
La squadra di Spalletti si impose con un rotondo 4-0 grazie alla doppietta di Osimhen e alle reti di Kvara e Ndombele, raggiungendo livelli di gioco e spettacolarità mai più visti dopo quella partita, probabilmente per via di un inconscio appagamento figlio della consapevolezza che ormai lo scudetto non sarebbe più potuto sfuggire.
Chissà che proprio a Torino, dove l’anno scorso la magia è finita (anche se la festa stava per cominciare), il Napoli possa ritrovare la brillantezza e le motivazioni indispensabili per riprendere la caccia all’Europa.