Alla fine era una cosa che sarebbe dovuta accadere; magari non ora, magari non così ma era un passo che andava fatto. Un artista napoletano, di fama internazionale, che apre la strada a giovani talenti della cultura rap/trap partenopea offrendo loro una maggiore visibilità sul mercato…peccato solo che, questo artista, sia Gigi D’Alessio. Ho provato a stilare un’analisi di quello che questo prodotto offre all’ascoltatore; ho provato a tracciarne i punti di forza e di debolezza in favore di chi, successivamente, dovrà scegliere se acquistare o meno questo dico. Vi premetto che, leggerete poi in seguito, non è mai facile dare un parere e cercare di analizzare un qualcosa di ibrido; figuriamoci poi quando il termine “ibrido” è l’unico vero termine adatto a suddetto prodotto. Nonostante tutto, c’ho provato; ho cercato di capire in che direzione volesse porsi questo lavoro e quali sono i, potenziali, traguardi a cui può ambire.
Buona Lettura.
Trovo una sincera difficoltà nel cercare di capire ed analizzare quel che, oggi, si para dinanzi alle nostre orecchie. “Gigi D’Alessio che vende una sorta di “best of” offrendo i suoi maggiori successi alla voce (si fa per dire) della nuova cultura rap/trap napoletana”. Alla fine il tutto penso possa riassumersi in queste poche parole. Non c’è molto da aggiungere in quanto, il disco in sé, non offre molto né sul piano musicale né sul piano interpretativo. Lo spazio è quello che è (circa 3 minuti a canzone), ridotto ulteriormente dalle interpretazioni del “padrone di casa”, limitando il tutto ad una poco più che “comparsata” per i tanti ospiti chiamati a far parte di questo progetto. Quando, un mese fa circa, uscì il video di “Como suena el corazon”, in collaborazione con Clementino, l’idea poteva sembrare carina: era una semplice collaborazione (come tante ne sono state fatte dal nostro), una hit estiva che poteva funzionare; stiamo parlando comunque di un pezzo più che buono supportato da un ospite di tutto rispetto. Il problema è che, adesso che il disco procede, quella sensazione di brio, di piacere musicale va sempre di più dissolvendosi nel nulla. Insomma è un po’ una fregatura. Ho notato che, anche se può sembrare scontato, la verve degli ospiti non ha la stessa forza e lo stesso vigore. Clementino, Franco Ricciardi e lo stesso J-Ax (caso a parte in quanto non propriamente napoletano) hanno espresso una maggiore sensibilità, potremmo dire, rispetto ai ragazzi della nuova ondata (pur essendo loro napoletani); il dna è lo stesso ma la dote, evidentemente, NO. Purtroppo, l’idea di un Gigi aperto ad ogni sfumatura della musica in questo caso dice male; un lavoro scialbo e senza alcuna novità per cui sia giustificato il prezzo del disco (che ricordiamo essere di 18 euro circa). Dalle pochissime strofe presenti non si può evincere nulla in favore di nessuno dei ragazzi presenti, cosa che, per chi scrive è più un danno che un merito per questi ragazzi.
Tracklist:
- Buongiorno (feat. Vale Lambo, MV Killa, CoCo, LDA, Enzo Dong, Franco Ricciardi, Lele Blade, Clementino, Geolier, Samurai Jay)
- Comme sì femmena (feat. Geolier)
- Fotomodelle un po’ povere (feat. Samuray Jay)
- Vient’anne fa (feat. Lele Blade)
- Annarè (feat. J-Ax e Shablo)
- Sotto le lenzuola (feat Lele Blade)
- Chiove (feat Rocco Hunt)
- Comme sì fragile (feat. Geolier)
- Di notte (feat Luca D’Alessio)
- A riva ‘e mare (feat Franco Ricciardi)
- Guagliuncè (feat Enzo Dong)
- San Valentino (feat Vale Lambo)
- Mezz’ora fa (feat CoCo)
- Mon amour (feat Boomdabash)
- Cumpagna mia (feat Mv Killa)
- Como suena el corazon (feat Clementino)
La conclusione non può che essere quella, ormai palesemente, descritta nella parte centrale del pezzo; serviva una manovra commerciale per far risaltare questi giovani talenti in un mercato più vasto rispetto ai soliti circuiti a cui, gli stessi, sono già abituati. Serviva qualcuno che avesse modo e credibilità e, al momento, nessuno era meglio di Gigi D’Alessio. Una serie di grandi concerti in solo, proseguiti con delle date con un altro grande della musica napoletana, qual è Nino D’Angelo, per arrivare a questo. Alla fine è un semplice upgrade musicale; le fotomodelle un po’ povere e le spose ragazzine, adesso che sono cresciute, diventando donne, sanno che musica far ascoltare ai loro figli. Nulla di più, nulla di meno. Da una parte l’operazione commerciale è ottima in quanto, in tempi mutevoli come questi, è sempre bene avere un padrino degno di nota; dall’altra non so effettivamente questi ragazzi quanto ne potranno giovare in termini di “identità”.
Fermo restando il detto latino “De gustibus non disputandum est” non trovo, l’acquisto di questo disco, “essenziale” al fine di una collezione di cui tener memoria.