Il Papa ci ha lasciato ormai da una settimana, una settimana stracolma di contenuti e racconti televisivi e non solo, a lui dedicati fino al culmine del funerale avvenuto il 26 aprile alle 10:00 in diretta mondiale.
Un funerale evento che ha avuto tra le sue fila politici di tutto il mondo, da Trump a Zelensky, Macron e Meloni, e molti altri, tutti a sfilare dinanzi al mondo per dire di essere stati lì.
E poco prima della cerimonia funebre, un breve colloquio su due sedioline tra Trump e Zelensky che improvvisano una trattativa di pace, in un’idea assurda di essere lontani dagli occhi indiscreti del mondo, mentre Putin annunciava di aver conquistato altre terre ucraine.
Insomma un paradosso nel paradosso, anche se, a voler credere a qualcosa di mistico, merito di Papa Francesco anche ora che non c’è più se si è parlato di pace durante il suo funerale.
L’immagine dell’evento funebre è stato particolarmente suggestivo anche per i colori con la presenza rossa dei cardinali, poi la macchia nera degli ospiti politici che tutti, tranne Trump, hanno rispettato il cerimoniale anche nell’outfit.
E poi sullo sfondo dietro le transenne e lungo il percorso da San Pietro alla chiesta prescelta da Francesco per la sua sepoltura con la semplice scritta Franciscus, un’immensa distesa di persone giunte da ogni angolo del Pianeta a Roma per dare l’ultimo saluto al Papa.
Stupisce che la cerimonia abbia creato un po’ di distanza , una sorta di separazione – probabilmente funzionale – tra la gente comune, i fedeli e il mondo dei potenti sia porporati che non.
Certo poi ogni tanto si intravedevano gli ultimi di Papa Francesco che non ha mai trascurato, come i 40 a lui vicini in vita con trans, migranti, rifugiati, poveri, famiglie in difficoltà, che hanno aspettato il suo arrivo con rose bianche a lui dedicate.
Papa Francesco ha rivoluzionato il modo di essere papa sempre più vicino ai suoi fedeli e agli ultimi della società, a cui ha dedicato la sua opera pastorale, i suoi pensieri e le sue preghiere.
impossibile racchiudere la vita di Francesco in poche righe, tante le sue parole rivoluzionarie quando è andato in visita a Lampedusa nel centro migranti – lui che italiano di origine ha conosciuto con la sua famiglia il dramma dell’immigrazione di massa in America in cerca di fortuna – o l’apertura ai gay, ai trans, agli esclusi della società che considerava comunque figli di Dio, un Dio che ama e che include e non esclude, anche tramite l’opera pia della sua carissima amica Suora che ha vegliato immobile avvolta in un dolore palpabile dinanzi al suo feretro o ancora in Carcere a trovare i detenuti per i quali aveva sempre un pensiero, tant’è che pare abbia donato dal suo conto personale ben 200 mila euro, a cui in più occasioni ha lavato i piedi nella cerimonia del giovedì santo.
E come dimenticare i suoi viaggi e le sue capacità di ascolto del dolore e della disperazione della gente e dei bambini a cui ha dedicato delle giornate ricevendoli in Vaticano attraverso il supporto delle scuole italiane.
La tenera accoglienza del piccolo che aveva perso il papà e chiedeva se da ateo fosse stato accolto da Dio con parole di infinita misericordia; la sosta improvvisa in autostrada per benedire una ragazza paralizzata in Calabria nello spirito dell’accoglienza di coloro che vivono ai margini o in difficoltà , la geniale trovata di accogliere i comici di tutto il mondo a cui ha riconosciuto il merito di regalare sorrisi e salvare delle vite o provare ad alleviare sofferenza.
Proprio il senso dell’umorismo era la cosa a cui teneva e che ribadiva in tutti i suoi discorsi perché permette di vedere la vita con una giusta prospettiva fatta di leggerezza e consapevolezza.
Insomma, un uomo diverso che ha costruito un’immagine pastorale, spesso criticata e non compresa, ma che ha conquistato i fedeli per la genuinità del suo pensiero e per la trasparenza di alcune scelte di vita come la semplicità di vivere a Santa Marta, la rinuncia a privilegi e agi e la decisione di essere seppellito come un uomo qualunque e con come un sovrano.
Ora che si è chiuso il funerale, si aprirà il conclave con la partecipazione di più di 130 cardinali con diritto al voto e diversi italiani tra i “papabili” nel vero senso della parola col compito difficilissimo di ereditare l’opera religiosa e di vita di Papa Francesco, il Papa degli ultimi destinato a divenire Santo in onore al nome e all’esempio che ha scelto di essere per tutti, credenti e non.