Trama: L’occhio le era caduto sull’annuncio mentre stava pensando a tutt’altro, ma le era sembrata un’opportunità troppo interessante per non approfittarne: babysitter a tempo pieno, ottimo stipendio alloggio compreso. E quando Rowan Caine arriva a Heatherbrae resta incantata di fronte a una villa splendida, modernissima, incastonata nel meraviglioso paesaggio delle Highlands scozzesi e abitata da quella che sembra essere una famiglia perfetta. Quello che non sa è che sta per precipitare in un incubo folle, con una bambina morta e lei in prigione accusata del suo omicidio. Nella lunga lettera che scrive all’avvocato, Rowan cerca di ricostruire passo passo gli eventi che l’hanno condotta fin lì. Non si trattava solo della casa, con l’impianto di sorveglianza attivo ovunque ventiquattr’ore al giorno, i controlli in remoto che inspiegabilmente facevano risuonare la musica a tutto volume nel cuore della notte o accendevano le luci all’improvviso. E nemmeno delle bambine, molto diverse dalle figlie modello che le erano parse a prima vista. E nemmeno il fatto che sia rimasta sola per settimane intere a prendersi cura di loro, senza nessun altro adulto vicino, a parte Jack Grant, un giovane uomo stranamente inquietante. Era tutto l’insieme. Sa di aver commesso degli errori, di aver mentito pur di avere il posto, e di non essersi sempre comportata nella maniera migliore con le bambine. Insomma, sa di non essere innocente. Ma sa di non essere colpevole. Quantomeno di omicidio. Il che significa che è stato qualcun altro…
Nel Giro di chiave, Ruth Ware si richiama con grande maestria al capolavoro horror di Henry James, Un giro di vite. E il risultato è un romanzo pieno di colpi di scena imprevedibili. Fino all’ultima pagina.
Corbaccio
Recensione: Rowan è in carcere: è stata arrestata per un crimine che dichiara non aver commesso e per questo motivo scrive una lunghissima lettera ad un prestigioso avvocato affinché l’aiuti raccontando la sua vicenda.
Viene assunta come bambinaia a tempo pieno da una famiglia altamente benestante che vive in una casa enorme e totalmente tecnologica. Tutto, o quasi, è sorvegliato dalle telecamere, prendere confidenza con i vari dispositivi non è agevole, a questo bisogna aggiungere il badare a delle bambine non facili da gestire e la completa assenza dei genitori. Rowan è una tipa battagliera, accetta la sfida che presto si trasformerà in un incubo e si troverà a vivere esperienze al limite del normale, spesso terrorizzanti dalle quali cercherà sempre una risposta logica, fino al ritrovamento di una delle bambine, morta. A farle compagnia, c’è spesso Jack, il tutto fare della magione dal quale riuscirà ad attingere coraggio e sicurezza.
Il giro di chiave è totalmente coinvolgente, pagina dopo pagina, con il fiato sospeso, conosceremo e saremo spettatori inerti di fenomeni inquietanti sino al tragico epilogo, il tutto avvolto da un’atmosfera gotica.
Un romanzo ben scritto, Ruth Ware è capace di insinuare il dubbio nel lettore, coglierlo di sorpresa, con lei non si deve dare nulla per scontato. La trama si espande lentamente con un climax che va in crescendo, si alternano momenti in cui gli avvenimenti paranormali vengono surclassati dalla ragione rendendo il tutto meno finto e realistico.
Un thriller magistralmente ansiogeno.
Ruth Ware inglese, ha esordito con L’invito, che è subito diventato un successo internazionale, seguito da La donna della cabina numero 10, Il gioco bugiardo, L’eredità di Mrs Westaway, oltre a Il giro di chiave. Pubblicati in Italia da Corbaccio, sono dei bestseller internazionali tradotti in più di quaranta lingue, e sono entrati nelle classifiche dei libri più venduti di tutto il mondo, fra cui quelle del Sunday Times e del New York Times. Ruth Ware vive nei dintorni di Brighton con la famiglia.