E’ un tonfo tanto inatteso quanto pesante, quello del Napoli contro lo Spartak Mosca in Europa League: gli uomini di Luciano Spalletti, al “Maradona”, rimediano la prima sconfitta stagionale e mettono seriamente a rischio la qualificazione alla fase successiva.
E pensare che l’incontro era iniziato nel migliore dei modi, con il gol del vantaggio siglato da Elmas dopo appena 12 secondi dal fischio d’inizio; gli azzurri però, come col Cagliari 4 giorni prima, sono stati incapaci di chiudere il match, sprecando numerose occasioni per il raddoppio nei primi 20 minuti letteralmente dominati.
La scellerata entrataccia di Mario Rui, con conseguente inevitabile espulsione, ha cambiato volto alla partita: i russi hanno preso coraggio, il Napoli è arretrato, accusando anche la fatica dovuta ai tanti impegni ravvicinati, e in tal senso anche le scelte di Spalletti (su tutte l’inserimento di Malcuit e non di Juan Jesus, con spostamento di Di Lorenzo a sinistra) non hanno giovato alla squadra come accaduto fin qui.
Il secondo tempo è diventato inevitabilmente una lunga agonia per i partenopei, con lo Spartak capace di pareggiare, sorpassare e chiudere l’incontro (nonostante gli ultimi 10 minuti siano stati giocati in parità numerica), lasciando ad Osimhen la magra consolazione di segnare il settimo gol nelle ultime cinque gare, per il 2-3 finale.
Sul banco degli imputati, oltre a Mario Rui (reo di aver costretto a giocare un’ora in 10 una squadra reduce da 6 partite in 20 giorni), anche la società, che non mettendo a disposizione di Spalletti una valida alternativa, costringe il tecnico di Certaldo a spremere il già non eccellente terzino portoghese (reduce peraltro da ottime prestazioni), ed a rivoluzionare l’assetto difensivo ogni volta che deve farne a meno.
Un errore grave, visto che Ghoulam, prossimo al rientro, non è inserito in lista UEFA, e che quindi il Napoli si giocherà le residue chances di qualificazione nei due match con il Legia Varsavia senza terzino sinistro, per via dell’inevitabile squalifica di Rui.
Quella di non prendere un altro esterno di difesa resta una scelta incomprensibile della società che, pur non brillando per lungimiranza con la conferma in blocco del gruppo storico, ha indiscutibilmente dato a Spalletti una rosa competitiva nell’immediato e completa in tutti i reparti, ad eccezione appunto di questa ormai atavica voragine a sinistra.
Senza voler fare drammi per quella che resta la prima macchia in uno splendido avvio di stagione, lascia infine francamente sconfortati la mancanza di cattiveria e concentrazione con cui il Napoli affronta da diversi anni questi impegni di Europa League.
Un segnale evidente della scarsa considerazione che gli azzurri hanno, inconsciamente, di una competizione viceversa importante, per la quale varrebbe la pena lottare per arrivare fino in fondo.
Sembra incredibile che atleti di questo livello non comprendano come un atteggiamento del genere non faccia altro che alimentare una mentalità perdente e “provinciale”, che in questi anni ha condotto gli azzurri a fallire fatalmente tutti gli appuntamenti importanti.
Ad ogni modo, il Napoli è chiamato ad un pronto riscatto nell’ultimo impegno prima della sosta per le fasi finali di Nations League: la complicata trasferta di domani pomeriggio (ore 18) in quel di Firenze, contro i viola di mister Italiano.
La Fiorentina, sotto la guida del tecnico dello Spezia, ha iniziato molto bene la stagione dopo essersi salvata dalla prospettiva di avere in panchina Gattuso, grazie all’ingordigia dell’ex allenatore del Napoli.
“Ringhio Star” ha infatti stracciato un contratto già firmato con il club di Commisso per accordarsi con il Tottenham, tiratosi a sua volta indietro dopo la sollevazione popolare dei suoi (evidentemente competenti) tifosi.
Il lato positivo della sconfitta con lo Spartak consiste nell’aver dato parziale riposo a chi era stato impiegato maggiormente in questo inizio di stagione: Anguissa, Insigne, Osimhen e Lozano hanno infatti giocato non più di un tempo ciascuno.
E’ quindi probabile che Spalletti si affidi ai protagonisti di questa partenza sprint: se in porta Ospina e Meret si giocano alla pari le chances di scendere in campo, è sicuro l’impiego in difesa di Di Lorenzo, Koulibaly, Rrahmani e Mario Rui.
A centrocampo, certi dell’impiego Fabiàn ed Anguissa con Demme pronto ad entrare nella ripresa, Zielinski dovrebbe partire dall’inizio al posto di Elmas, che ha giocato l’intero incontro di coppa spendendo molte energie.
In attacco sembra scontato l’impiego di Lozano ed Insigne ai lati di Osimhen, visto che Politano ha chiuso il match con i russi al 75′, visibilmente affaticato.
E’ nettamente a favore della Fiorentina il computo delle 72 sfide giocate in toscana: i gigliati hanno vinto la metà degli incontri, lasciando agli azzurri 18 vittorie ed altrettanti pareggi.
L’ultimo blitz dei partenopei aveva illuso squadra e tifosi: dopo il 2-0 dello scorso 16 Maggio, firmato da Insigne (ribattuta su rigore sbagliato) e Zielinski, la qualificazione Champions sembrava cosa fatta, ma come ormai noto gli azzurri avrebbero rovinato tutto la settimana dopo, all”ultima giornata, contro il Verona.
L’ultimo pareggio fu ottenuto dal primo Napoli di Ancelotti: il 9 Febbraio 2019 finì a reti bianche, con Milik e Mertens incapaci di sfruttare ghiottissime occasioni da rete, in un leit motiv che accompagnò quello scorcio di stagione.
E’ purtroppo indelebile il ricordo di quello che ad oggi è il k.o. più recente rimediato dagli azzurri: il 29 Aprile 2018 il Napoli di Sarri, con negli occhi l’assurdo esito di Inter-Juve della sera prima, si sbriciolò sotto i colpi del “Cholito” Simeone, che firmò il 3-0 con il quale Insigne e soci abbandonarono il sogno scudetto.
Quella sconfitta, con tutte le attenuanti del caso, dice ancora oggi molto sui limiti caratteriali che questa squadra sembra avere nel proprio DNA, e che riemergono in partite come quella di giovedì.
A Spalletti ed ai suoi il compito di dimostrare il contrario vincendo a Firenze: arrivare alla sosta in testa al campionato, con una vittoria in un campo difficile, sarebbe un segnale di grande maturità, ed una fondamentale iniezione di fiducia per il futuro.