L’Inter elimina il Napoli dalla lotta scudetto, a meno di miracoli poco probabili: i nerazzurri passano al “Maradona” tra le polemiche per alcune discutibili decisioni arbitrali, ma la vittoria della capolista, pur eccessiva nel punteggio, è meritata e spinge i Campioni d’Italia a riflessioni profonde.
Nel giorno del ritorno a Fuorigrotta di Mazzarri dopo 10 anni e mezzo, contro la sua ex squadra, i suoi ragazzi hanno giocato un primo tempo coraggioso, pressando forte, provando a tenere alta la linea difensiva, e sfiorando il gol con Elmas e soprattutto Politano, sfortunato nel cogliere la traversa con un gran sinistro dal limite dell’area.
L’Inter però non è stata a guardare, mostrando solidità difensiva e idee chiare, e ha provato a colpire con ripartenze veloci in ogni circostanza, fino a trovare il gol del vantaggio con un siluro di Calhanoglu su assist di Barella, al termine di un contropiede nato, probabilmente, da un fallo di Lautaro su Lobotka.
L’ineffabile Massa, dopo aver convalidato la rete senza sentire l’esigenza di rivedere l’episodio, si è ripetuto a inizio ripresa sorvolando su un evidente contatto in area tra Acerbi e Osimhen, e lasciando proseguire l’azione, sui cui sviluppi Kvaratskhelia ha sparato addosso al reattivissimo Sommer da 5 metri, sprecando l’ultima chances della serata per gli azzurri.
Da quel momento in poi infatti l’Inter è salita in cattedra, trovando il raddoppio con Barella su una banale palla persa da Politano, e il Napoli è progressivamente sparito dal campo, subendo nel finale il 3-0 di Thuram, mortificante al di là dei propri demeriti ma comunque indicativo dell’attuale distanza tra le due squadre.
Gli azzurri infatti, al di là di qualche progresso, continuano a mostrare i limiti emersi durante la gestione Garcia: fatica a tenere le distanze tra i reparti, errori individuali in fase di non possesso, e soprattutto un’incapacità di reagire una volta preso gol che dimostra una scarsa reattività, forse dovuta a un appagamento di cui le prime tracce si sono intraviste già a Marzo, a scudetto praticamente acquisito.
Con la vetta distante ormai 11 punti vanno quindi accantonate le velleità di riconferma del titolo, ed è urgente la necessità di calarsi in pieno nella lotta per la qualificazione in Champions, anche se il calendario in tal senso non aiuta: il ciclo di ferro infatti prosegue, e stasera (ore 20:45) il Napoli è atteso allo Stadium dalla Juventus di Allegri, in piena lotta scudetto con l’Inter.
Mazzarri è costretto a giocarsela ancora senza terzini sinistri, ma recupera Zanoli e tira un sospiro di sollievo per Di Lorenzo, in dubbio fino alla vigilia per un affaticamento muscolare: in difesa è ballottaggio tra Ostigaard e Juan Jesus, con Natan probabilmente ancora dirottato sull’out mancino.
A centrocampo rientrerà dal primo minuto Zielinski, mentre in attacco il tecnico di San Vincenzo sembra orientato a riproporre il terzetto titolare, con l’ormai ristabilito Osimhen insieme a Kvara e Politano.
Il Napoli è a caccia della decima vittoria in casa della Juventus, che ha vinto ben 48 dei 78 precedenti giocati in Piemonte in Serie A.
E’ però proprio il successo dei bianconeri il risultato assente da più tempo: il 7 Aprile 2021, nel recupero della celeberrima sfida inizialmente decisa a tavolino col Napoli assente per covid su ordine dell’ASL, furono i gol di Ronaldo e Dybala a decidere l’esito dell’incontro, rendendo inutile la rete su rigore di Insigne nel finale.
L’anno dopo, con gli azzurri sempre decimati dal virus, finì in parità: il 6 Gennaio 2022 fu Chiesa a vanificare il gol del vantaggio partenopeo siglato da Dries Mertens.
Indimenticabile l’ultimo successo del Napoli allo Stadium, arrivato lo scorso 23 Aprile: il gol di Raspadori, in pieno recupero, oltre a zittire e mandare a casa il pubblico juventino, decretò di fatto la conquista del terzo scudetto partenopeo, che sarebbe arrivata aritmeticamente 11 giorni dopo a Udine.
In questi 7 mesi le cose sono cambiate fin troppo rapidamente, e i Campioni d’Italia sfidano la Juventus per difendere il quarto posto più che il tricolore cucito sul petto, ma soprattutto per ritrovare le certezze smarrite in questa complicata seconda metà del 2023.
Un risultato positivo a Torino contro i rivali di sempre, dunque, più che per la classifica, servirebbe soprattutto per il morale e per l’autostima, da ritrovare in fretta per proseguire al meglio un cammino ancora lungo.