Passo falso inatteso per il Napoli di Spalletti, che contro il neopromosso Lecce non va al di là del pareggio, di fronte ai 40mila tifosi che avevano nuovamente riempito il “Maradona” per il turno infrasettimanale.
Per quanto sorprendente, il risultato rispecchia in pieno quanto visto in campo, soprattutto per demerito degli azzurri e, spiace dirlo, del tecnico toscano.
Spalletti, dopo aver proposto la stessa formazione e lo stesso modulo, il 4-3-3, per tre partite consecutive, ha applicato l’invocato e necessario turnover in modo fin troppo massiccio, proponendo ben sei giocatori diversi rispetto al match di Firenze e passando anche al 4-2-3-1.
Discutibile anche la scelta di far esordire quasi tutti i nuovi acquisti dal primo minuto: particolarmente in difficoltà Ndombele, in palese ritardo di condizione ed incapace, con il compagno di reparto Anguissa, di garantire né rifornimenti alle punte né protezione alla difesa.
Anche Raspadori, coinvolto raramente, non è riuscito ad incidere, mentre più positivi sono stati gli inserimenti di Ostigard ed Olivera.
Il Napoli ha finito per regalare un tempo agli avversari, rischiando di andare persino in svantaggio quando l’arbitro Marcenaro ha concesso ai salentini un calcio di rigore a causa di un maldestro intervento in area di Ndombele: la prodezza di Meret, in grado di intercettare il penalty di Colombo, ed il successivo vantaggio siglato pochi minuti dopo da Elmas, sembravano però aver messo la partita sul binario più favorevole ai partenopei.
La squadra di Spalletti invece si è ulteriormente rilassata, concedendo tempo e spazio allo stesso Colombo di prendere la mira e realizzare l’eurogol del quasi immediato, e definitivo, 1-1.
Inutile l’assedio azzurro nella ripresa, favorito dall’innesto di Lobotka e Zielinski e dal ritorno al 4-3-3: nemmeno gli ingressi, forse tardivi, di Kvaratskhelia e Lozano hanno permesso al Napoli di tornare in vantaggio, anche a causa della serataccia di un impalpabile ed a tratti irritante Osimhen.
Le lacune tecniche e tattiche del centravanti nigeriano emergono drammaticamente in match contro squadre chiuse ed attente a non concedere spazi in profondità, e Spalletti dovrà lavorare anche sulla ricerca di varianti di gioco per evitare che, come accaduto lo scorso anno, il Napoli perda troppi punti preziosi tra le mura amiche.
Non c’è però il tempo di fermarsi a recriminare: gli azzurri tornano in campo già stasera (ore 20:45) all’Olimpico di Roma contro la Lazio dell’ex comandante Sarri, appaiata in classifica a quota 8 e reduce dal pareggio subito in extremis a Genova contro la Samp.
Tutto lascia pensare che Spalletti riproporrà dal primo minuto il Napoli di inizio campionato, con Rrahmani, Mario Rui, Lobotka, Zielinski, Kvaratskhelia e Lozano nuovamente titolari.
I 5 cambi saranno però sicuramente fondamentali, sia per cambiare volto alla squadra in caso di necessità, sia per gestire le energie, visto che mercoledì prossimo al “Maradona” è in programma l’esordio in Champions contro il Liverpool.
La Lazio è nettamente avanti nel computo delle 67 sfide giocate all’Olimpico in Serie A, con 28 successi a fronte di 20 pareggi e 19 blitz degli azzurri, che però hanno vinto l’ultimo emozionante precedente: fu una stoccata di Fabian Ruiz a regalare i 3 punti al Napoli in pieno recupero lo scorso 27 Febbraio, dopo i gol di Insigne e Pedro.
La vittoria più recente della Lazio risale al campionato precedente, quando Immobile e Luis Alberto, con un gol per tempo, regolarono gli azzurri di Gattuso con un secco 2-0: era il 20 Dicembre 2020.
Per trovare un pareggio tra aquilotti e partenopei bisogna tornare al 9 Febbraio 2013, quando uno spettacolare destro al volo di Hugo Campagnaro su azione di calcio d’angolo consentì agli uomini di Mazzarri di riagguantare, in pieno recupero, la Lazio di Petkovic.
La partita di stasera sarà anche la prima disputata dopo la chiusura del mercato, che non ha fatto registrare clamorosi colpi dell’ultimo minuto.
Sfumato il sogno Ronaldo, rimandato forse a Gennaio l’arrivo di Navas (probabilmente superfluo, visto che la coppia Meret-Sirigu offre ampie garanzie), e salutato lo scorso fine settimana Fabiàn finito al Paris St Germain, l’unico movimento degno di nota nell’ultimo giorno di trattative è stata la cessione a titolo definitivo al Lille di Ounas, talento mai totalmente esploso che si congeda da Napoli senza lasciare troppi rimpianti.
Spalletti ed i suoi possono dunque concentrarsi solo sul campo, e ce ne sarà bisogno già a partire da stasera: la Lazio è un avversario temibile ed in gran forma, ma per non perdere terreno dalla vetta della classifica è indispensabile tornare dall’Olimpico con un risultato positivo.