Con la perentoria “manita” subita in Nations League dall’Italia sperimentale di Mancini in Germania, cala il sipario sulla stagione 2021/2022: per i giocatori qualche settimana di vacanza, in vista dei raduni e dei ritiri che inizieranno a Luglio.
In attesa di veder tornare a rotolare il pallone, di conoscere i primi colpi di un calciomercato che si preannuncia, come al solito, lungo ed estenuante, non resta che abbandonarsi ai ricordi e lavorare di fantasia per ingannare il tempo.
Viene spontaneo dunque proporre ai tifosi azzurri che leggono un gioco che, sicuramente, ogni appassionato avrà fatto mille volte: qual è la formazione ideale del Napoli di ogni tempo?
Scegliere è molto più difficile di quanto si possa immaginare a prima vista, se si vuole schierare una formazione “vera”, e se si vuol tener conto di quanto fatto in maglia azzurra invece che in assoluto.
Difficile, dunque, ma non meno divertente: questa la “Top 11” del Napoli secondo chi scrive, l’invito per chi legge è provare a fare altrettanto, con la certezza che ogni tifoso assemblerà una formazione diversa, secondo i propri gusti, i propri ricordi e il proprio cuore.
Il 3-4-3 immaginato non può non prevedere tra i pali il mitico Dino Zoff, che ha difeso la porta azzurra dal 1967 al 1972, stabilendo il record di imbattibilità del club (590’) e iniziando quella che sarebbe diventata una carriera leggendaria con la Juventus e la Nazionale.
Al centro della difesa va inserito di diritto Ruud Krol, che dopo un glorioso percorso con i lancieri dell’Ajax e l’Olanda del calcio totale, deliziò per quattro stagioni i tifosi azzurri con lanci millimetrici e chiusure autorevoli, sfiorando nel 1981 un clamoroso scudetto sfumato contro il Perugia.
Alla sua destra impossibile non schierare Ciro Ferrara, scugnizzo napoletano che, prima di passare alla Juve ha scritto pagine indelebili nella storia del Napoli, vincendo due scudetti, una SuperCoppa, una Coppa Italia e una Coppa Uefa.
Dal lato opposto c’è ovviamente uno dei beniamini del Napoli di oggi, quel Kalidou Koulibaly ormai da tempo nell’elite dei difensori mondiali grazie ad uno straordinario mix di potenza fisica, velocità ed eleganza.
A dirigere le operazioni a centrocampo non può che esserci “Totonno” Juliano, bandiera azzurra se ce n’è una, al Napoli per ben 17 anni di cui moltissimi da capitano, che con il Napoli di Vinicio arrivò ad un passo dal tricolore nel 1975.
A destra, forzando un po’ la mano, trova posto Josè Callejon, esterno offensivo capacissimo di sacrificarsi senza palla grazie all’intelligenza tattica che lo ha reso insostituibile nelle 7 stagioni in maglia azzurra, condite da 80 gol e vagonate di assist.
Sul versante opposto, a far legna in mediana, nessun allenatore rinuncerebbe a Salvatore Bagni, cuore e motore inesauribile del centrocampo del Napoli Campione d’Italia 1987, e protagonista in Nazionale insieme all’altro azzurro De Napoli.
A fare da raccordo con gli attaccanti troviamo il simbolo del ritorno ai massimi livelli del Napoli sotto la gestione AdL, ovvero Marek Hamsik, che definire “centrocampista col vizio del gol” è un eufemismo: 121 le reti realizzate in quasi 12 stagioni, le ultime delle quali da capitano, tante giocate di tecnica sopraffina, e soprattutto una classe ed un’eleganza difficili da eguagliare.
Al centro del reparto offensivo c’è ovviamente Antonio Careca, centravanti del secondo scudetto e della coppa Uefa, attaccante formidabile, capace come pochissimi di abbinare una tecnica da fantasista al cinismo tipico dei grandissimi bomber.
Alla sua destra un altro cannoniere favoloso, quell’Edinson Cavani capace di segnare 104 gol in sole 3 stagioni nel Napoli di Mazzarri, di condurre gli azzurri alla riconquista di un trofeo (la Coppa Italia del 2012) dopo più di 20 anni, e di restare nel cuore dei tifosi per la generosità, la cattiveria agonistica ed ovviamente per l’inimitabile capacità realizzativa.
Ultimo, certamente non per importanza, Dries Mertens, oggi al centro dell’attenzione per il suo possibile addio al Napoli: se così sarà, “Ciro”, esterno d’attacco diventato centravanti per caso, saluterà da miglior bomber azzurro di sempre con ben 148 reti in 9 stagioni, e soprattutto lascerà il ricordo di un ragazzo sinceramente innamorato di questa città.
Tanti gli esclusi eccellenti: da Bruscolotti a Fabio Cannavaro, da Insigne a Sallustro, da De Napoli a Higuain, ma il bello di questo gioco è anche lasciare a chi legge lo sfizio di riscrivere la propria formazione del cuore.
Unica, doverosa precisazione: la selezione è stata fatta tra gli esseri umani, lasciando “D10S” nell’Olimpo del calcio, e confidando magari nella sua “benedizione” su questa scelta.