L’8 dicembre, come da tradizione, gli addobbi natalizi sono stati tirati fuori da scatoloni, dalle soffitte e dalle cantine, e hanno preso vita decorando a festa le case dei napoletani e non solo.
Ma da dove nasce l’antica tradizione del Presepe?
Dalle scritture sappiamo che i primi a descrivere la Natività furono gli evangelisti Luca e Matteo: nel loro racconto c’è l’immagine di quello che poi nel Medioevo è diventato il “praesepium“, dal latino “mangiatoia”.
Il presepe però che noi tutti conosciamo, si deve a San Francesco d’Assisi. L’idea di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Gesù Bambino, era venuta al Santo d’Assisi nel Natale del 1222, quando a Betlemme ebbe modo di assistere alle funzioni per la nascita di Gesù. Francesco rimase talmente colpito che, tornato in Italia, chiese a Papa Onorio III di poter ripetere le celebrazioni per il Natale successivo. A quei tempi le rappresentazioni sacre non potevano tenersi in chiesa, così il Papa gli permise di celebrare una messa all’aperto. Fu così che, la notte della Vigilia di Natale del 1223, a Greccio, in Umbria, San Francesco allestì il primo presepe vivente della storia.
A Napoli il primo presepe lo vediamo nel 1340, regalato dalla regina Sancia D’Aragona, moglie di Roberto D’Angiò, alle monache Clarisse. Era composto semplicemente da grotta, animali e figure sacre. Di esso, il Museo Nazionale San Martino di Napoli ne conserva la statua della Madonna.
Il PRESEPE NAPOLETANO vive il suo periodo d’oro nel ‘700, uscendo dalle chiese dove era oggetto di devozione religiosa per entrare nelle dimore dell’aristocrazia. Fu Giuseppe Sanmartino (autore del famosissimo Cristo Velato) che iniziò a plasmare le prime figure in terracotta e a dare inizio a una vera scuola di artisti del presepio.
Tra i presepi napoletani del ‘700, il più conosciuto è quello donato dallo scrittore Michele Cuciniello, che in pieno Ottocento iniziò a collezionare pastori. La sua raccolta di piccole sculture fu ospitata dal Museo di San Martino dove tutt’oggi si può ammirare. Fu lo stesso Cuciniello ad occuparsi dell’allestimento dello “scoglio” (la scenografia in sughero), realizzando un effetto scenografico di grande suggestione che tutt’oggi colpisce i suoi ammiratori.
Sotto il regno di Carlo III. Gli artisti napoletani diedero alla rappresentazione della Natività una nuova connotazione, introducendo anche scene di vita quotidiana e nuovi personaggi. Ed ecco, quindi, apparire sul presepe le statuette delle popolane, dei venditori di frutta, dei mendicanti, ecc. da questo momento gli artigiani locali incominciarono a sbizzarrirci, dando vita a figure di vario tipo fino a raggiungere il culmine nel 1700. Il presepe napoletano che oggi realizziamo è ambientato proprio in questo periodo.
San Gregorio Armeno
Si tratta della celebre strada degli artigiani, specializzati nella costruzione dei pezzi per il presepe napoletano, famosa in tutto il mondo.
E’ Una strada molto stretta con botteghe da entrambi i lati. Queste botteghe possono essere visitate tutto l’anno, anche se il periodo con maggiore atmosfera è quello natalizio e ovviamente è anche il più affollato e caotico.
Qui si può trovare tutto ciò che serve per fare il nostro presepe: dalle casette di sughero, di cartone in varie dimensioni, agli oggetti “meccanici” azionati dall’energia elettrica come mulini a vento o cascate, dalle statuine dei pastori in terracotta dipinti a mano, a quelli alti 30 cm con abiti in tessuto cuciti su misura
. Da alcuni anni ,poi, accanto a queste figure, tradizionali, è possibile trovare personaggi legati alla contemporaneità.
A Napoli il presepe non è solo una tradizione, ma un modo di vivere.
Durante questo periodo poi è facile trovare allestimenti presso alcune strutture o chiese di presepi presentati da associazioni di maestri presepiali.
Da alcuni anni poi anche il Museo nazionale di Napoli ospita un capolavoro dei maestri presepiali dell’associazione presepistica A.P.N.
Insomma Napoli e il presepe sono un connubio perfetto!