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Reading: “IL PRIMO CAFFE’ DELLA GIORNATA” DI TOSHIKAZU KAWAGUCHI. RECENSIONE
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© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Libri

“IL PRIMO CAFFE’ DELLA GIORNATA” DI TOSHIKAZU KAWAGUCHI. RECENSIONE

Cristiana Abbate
Cristiana Abbate 11 mesi fa
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6 Min Lettura
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Trama: Nel cuore del Giappone esiste un luogo che ha dello straordinario. Una piccola caffetteria che serve un caffè dal profumo intenso e avvolgente, capace di evocare emozioni lontane. Di far rivivere un momento del passato in cui non si è riusciti a dare voce ai propri sentimenti o si è arrivati a un passo dal deludere le persone più importanti. Per vivere quest’esperienza unica basta seguire poche e semplici regole: accomodarsi e gustare il caffè con calma, un sorso dopo l’altro. L’importante è fare attenzione che non si raffreddi. Per nessuna ragione. Ma entrare in questa caffetteria non è per tutti: solo chi ha coraggio può farsi avanti e rischiare. Come Yayoi, che, privata dell’affetto dei genitori quando era ancora molto piccola, non crede di riuscire ad affrontare la vita con un sorriso. O Todoroki, cui una carriera sfavillante costellata di successi non ha dato modo di accorgersi della felicità che ha sempre avuto a portata di mano. O ancora Reiko, che non ha mai saputo chiedere scusa all’amata sorella e ora si sente schiacciata dal senso di colpa. E Reiji, per cui una frase semplice come «ti amo» rappresenta ancora un ostacolo invalicabile. Ciascuno vorrebbe poter cambiare quello che è stato. Riavvolgere il nastro e ricominciare da capo. Ma cancellare il passato non è la scelta migliore. Ciò che conta è imparare dai propri errori per guardare al futuro con ottimismo.

Torna Toshikazu Kawaguchi, il caso editoriale più clamoroso degli ultimi anni. Dal 2020 i suoi romanzi dominano le classifiche italiane dopo aver scalato quelle giapponesi e inglesi. Le atmosfere oniriche e suggestive delle sue storie hanno conquistato il grande pubblico che ha innescato un passaparola mai visto prima. Con il suo nuovo libro invita i lettori a scoprire che la felicità si nasconde ovunque se solo impariamo a guardare con il cuore. L’importante è avere una tazza di caffè in mano.

Garzanti

 

Recensione: Kawaguchi è tornato ed io direi adesso basta! A volte il detto “il troppo storpia” è giusto.

Premetto che amo lo stile di questo scrittore e le sue storie narrate nel caffè in cui si può viaggiare nel tempo mi riempiono il cuore, ma con il terzo volume io porrerei fine al filone.

Il core è sempre lo stesso: si può viaggiare in avanti o a ritroso nel tempo per incontrare una persona che ha frequentato almeno una volta il bar, le regole sono ferree e sono le stesse regole a scegliere chi può farlo e chi no. Sono in tanti a non accettarle, molto spesso perché, conditio sine qua non, è che non si può cambiare il presente o, perché , la persona che si vuole incontrare non ha mai messo piede nel caffè magico.

In questo terzo volume, gli anni sono trascorsi, non ci troviamo più a Tokio, ma ad Hokkaido, per la precisione ad Hakodate dove si trova il bar gemello per viaggiare nel tempo. Le storie che si susseguono hanno la stessa potenza di quelle lette nei volumi precedenti, hanno la stessa delicatezza e scavano profondamente nei sentimenti di chi le vive. I temi si ripetono: morte, rimpianti, amore e perdita, vengono trattati con leggerezza, i personaggi che affrontano il viaggio, spesso, cambiano idea su ciò che vogliono dire alla persona da incontrare perché, il viaggio è soprattutto dentro se stessi.

Lo scopo della caffetteria è principalmente quello di imparare ad affrontare, elaborare e condividere un dolore, rendendolo innocuo.

I quattro racconti sono accompagnati dalla lettura che la piccola Sachi sta affrontando :“Se il mondo finisse domani? Cento domande”, quesiti che pone ai frequentatori del caffè ed ogni domanda è legata al tema trattato in ciascun capitolo ed il messaggio principale del romanzo è che l’accettazione non è sinonimo di rassegnazione, ma capacità di andare avanti.

Kawaguchi ha di nuovo fatto centro, ma sarebbe consigliabile mettere un punto, le sue storie hanno un’anima e sarebbe un peccato se cominciassero a suonare ripetitive e noiose.

C’è un piccolo errore in copertina che recita così: “Scegli la tua sedia…”, no, la sedia non si sceglie, è una ed una sola e questa volta è occupata da un fantasma di sesso maschile.

 

Toshikazu Kawaguchi è nato a Osaka, in Giappone, nel 1971, dove lavora come sceneggiatore e regista. Con Finché il caffè è caldo, suo romanzo d’esordio, ha vinto il Suginami Drama Festival.

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Cristiana Abbate Mag 5, 2022
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Pubblicato da Cristiana Abbate
Veterinaria pentita e mamma convinta.Si ritiene propositiva e per nulla diplomatica .Grande appassionata di viaggi e divoratrice di libri. Malata di shopping e con il conto in banca fisso sul rosso.
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