Nell’ambito delle manifestazioni per le celebrazioni del Santo Patrono dello scorso settembre, è allestita la mostra d’arte contemporanea “Il senso del sacro. Una sfida all’arte contemporanea”, con opere di diversi artisti, fino al 20 ottobre 2018. E’ un percorso espositivo che si sviluppa all’interno del Refettorio del Convento di San Domenico Maggiore di Napoli e focalizza l’attenzione sul termine e sul significato della parola “sacro”, contestualizzandola nell’epoca moderna. “Sacro” è un aggettivo connesso alla presenza o al culto della divinità o, più genericamente, all’oggetto di una particolare riverenza o venerazione, in contrapposizione al termine profano. Ogni singolo artista ha elaborato e interpretato in chiave moderna “il senso del sacro”, attraverso la propria creatività, tecnica pittorica e il proprio stile. In una atmosfera austera le opere si susseguono lungo le pareti del refettorio. La foto di Luciano Ferrara, intitolata Januarius, immortala l’ampolla con il sangue di San Gennaro, la luminosità dell’impianto compositivo ne accentua la sacralità, sembra di assistere all’evento miracoloso, alla liquefazione del sangue del santo.
Tra il figurativo e l’astratto, il religioso e l’onirico è la tela di Michele Di Martino, intitolata “Il Crocifisso”, in cui le figure di Gesù Cristo e dei due ladroni rievocano immagini semplici e tanto complesse da non riuscire ad afferrarle, come i protagonisti delle opere dell’artista statunitense Alex Katz. E’ una ricerca di un figurativismo ambiguo ed estenuante, incentrata sul tema del ritratto. Di Martino scarnifica le esili figure attraverso una stilizzazione bidimensionale, fino a sfociare in immagini pubblicitarie. Sullo sfondo, il paesaggio realizzato con colori brillanti, rievoca i lavori dell’action painting di Jackson Pollock con la tecnica del dripping.
Di diversa caratura è l’opera di Fortunato Danise, dal titolo, “Il mistero del Santo”, è un collage visivo, con immagini seriali di San Gennaro proveniente dal mare, in stile Pop Art. Dalle coste dell’Africa giunge in Italia, accolto con devozione dai fedeli.
Probabilmente è una delle poche opere di impronta accademica, l’acrilico su antica anta di castagno, intitolata “Tre soldi”, di Antonio Di Rosa. E’ un dipinto caratterizzato da una forte carica di pathos, in cui si percepisce la sofferenza di Gesù Cristo per i chiodi conficcati negli arti. La luce proveniente da sinistra, illumina il volto sofferente di Cristo, è uno schema compositivo di caravaggesca memoria.
Le figure bidimensionali di Diana Franco, “Cardinali”, sono realizzate su ceramica smaltata a fuoco. E’ una rappresentazione caratterizzata da campiture di colore sgargianti, da uno stile primordiale, in cui mancano le coordinate spazio-temporali.
“Angelus Novus” è il titolo dell’opera di Franco Lista, tecnica mista su carta. In una “doppia” piazza Plebiscito, la vita e la morte si incontrano. Sono riprodotte le celebri “capuzzelle”. Anime ignote, abbandonate, morte nelle epidemie di peste o in altre circostanze violente, che non hanno avuto il tempo di pentirsi dei propri peccati per passare alla beatitudine eterna. I loro crani, le loro ossa sono state ammassate in ossari comuni come il “Cimitero delle Fontanelle” o nelle cripte di alcune chiese napoletane. La credenza popolare vuole che queste anime appaiano in sogno ai devoti per chiedere loro preghiere e cure in cambio di miracoli. E i devoti che accettano questo scambio, adottano materialmente un teschio che chiamano affettuosamente “capuzzella” e periodicamente se ne prendono cura, lustrandolo e pregando per lui. Come Rebecca Horn, che le riprese per la sua installazione nella celebre piazza napoletana, Franco Lista ne riprende l’iconografia, inserendo la figura di un angelo, accentuando questa dicotomia fra vita e morte, fra Inferno e Paradiso.
Sofia Ferraioli, è presente con il mosaico “Mater”. E’ l’energica potenza della forza creatrice e diviene elemento amplificatore di tutta la Sapienza dell’Essere Femminile, non siamo di fronte ad una rappresentazione religiosa, ma del Femminino Sacro, del suo rapporto con la Natura, della costruzione di una propria identità attraverso l’accostamento delle piccole tessere del mosaico.
Dal sacro al profano, dalla realtà alla fantasia, l’arte è il miglior medium per esprimere la propria creatività e sensibilità.