In questo articolo vi spiegheremo cos’è l’arredamento vintage e con quali semplici accorgimenti potrete integrare oggetti démodé nella vostra casa, creando uno stile unico ed inconfondibile, omaggiando gli anni ’50, ’60 e’70.
Nell’articolo precedente abbiamo già affrontato il termine vintage insieme all’accezione positiva che assume oggi. È uno stile che non riguarda solo la moda, ma anche il design:la sua presenza nell’arredo non è assoluta perché prevede l’integrazione di ambienti moderni con oggetti ed elementi un po’ datati. Qualche esempio?Unaconsolle, delle sedie, tavolini o una vecchia radio nel soggiornoimpreziosiscono l’arredamento senzascontrarsi troppo con lo stile della casa.
Dopo di ciò, è opportuno fare una distinzione tra vintage originale e artefatto. Nel primo caso si tratta di oggetti realmente datati, che acquisiscono un fascino particolare grazie al tempo che passa e ad evidenti segni di vissuto: non si tratta di difetti o danneggiamenti causati dal tempo, ma di dettagli particolari e molto ricercati.Per ottenere invece uno stile artefatto, gli oggetti vengono sottoposti a uno speciale processo di invecchiamento, in modo da assumere un’aria vissuta o rétro.
L’arredo vintage attinge allo stile degli oggetti che entrano nelle case proprio a partire dagli anni 50 e 60, come conseguenza del boom economico e del clima di entusiasmo legato alla nuova fase storica. È proprio in quegli anni che iniziano ad entrare nelle case degli italiani i primi elettrodomestici: frigoriferi, radio e televisione. L’arrivo della modernità ha facilitato la vita delle famiglie: forse è questo il motivo per cui siamo ancora affascinati da quegli elementi, che ci riportano indietro nel tempo e continuano allo stesso tempo a soddisfare i nostri canoni estetici.
L’arredamento anni ‘50 nasce in un Dopoguerra che vede attorno a sé una gran voglia di rinascita e di speranza. C’è un entusiasmo collettivo che coinvolge tutti i settori produttivie vede per la prima volta la comparsa di prodotti realizzati in serie nelle grandi realtà industriali. Una vera rivoluzione anche per il design, che si fa alla portata di tutti entrando prepotentemente nelle case della gente. Elettrodomestici, mobiletti, poltrone, librerie: gli arredi di stile non sono più una prerogativa della classe benestante, ma anche della piccola borghesia e del ceto medio. Si parte dalla cucina, fulcro della casa e cuore palpitante della famiglia. È proprio qui che l’abile casalinga prepara pietanze e golosidolcetti. In suo aiuto tutta una serie di elettrodomesticidalle più svariate funzioni: tostapane, frullatori, bollitori, macchine per caffè, tutto è a portata di mano.È una cucina che trasmette pace e serenità:le superfici pastello si rincorrono fra mobili e frigoriferi e il rosso fa la sua comparsa nei dettagli, spesso in contrasto con un vivace azzurro. C’è poi la credenza, un vero e proprio scrigno ove custodire le porcellane più belle, da mostrare nei pranzi domenicali a parenti e amici.
L’arredamento anni 50 americano è quello che associamo alla famosa serie tvHappy Days o al musicalGrease, dove i giovani protagonisti si incontravano nei drive-ina chiacchierare. Sgabelli in acciaio cromato, divanetti imbottiti in pelle dalle tonalità audaci, poltroncine dalle forme compatte e rigide, tutto era tirato a lucido, sapeva di nuovotanto da apparire quasi finto.
I mobili anni 50 per la zona living hanno forme compatte e linee morbide. Poltrone anni ‘50 e divanetti trovano una precisa collocazione in questo soggiorno vintage insieme a consolle e tavolini da salotto dall’aspetto elegante ma non esagerato. È proprio qui che l’orgogliosa padrona di casa accoglierà le sue amiche per l’ora del tè, vantandosi magari un po’ del suo benessere economico.
L’ arredamento anni ’60è caratterizzato da un cambiamento delle forme, dei colori e dei materiali, che sotto l’influenza della Pop Art divengono innovativi, allegri ed estrosi. Rispetto ai decenni precedenti, gli interni si vestono di modernità. Mobili e complementi perdono il loro aspetto abituale diventando più giovani e sensuali, soprattutto grazie ai colori: le tonalità neutre e cupe utilizzate sino a quel momento lasciano il posto a nuances sgargianti e alle fantasie geometriche di rivestimenti e tessuti. In quegli anni gli imprenditori italiani avviano il processo di industrializzazione del design, mettendo a punto nuove tecnologie per la produzione in serie dei mobili e degli oggetti di arredo, con grandi sperimentazioni legate ai nuovi materiali, alle caratteristiche legate alle novità estetiche e alla ricerca di una maggiore funzionalità. Ecco allora che i mobili si tingono di tinte fluo e di colori intensi e accesi.tra i colori più diffusi in questo periodo troviamo il giallo, il fucsia, l’arancio, il verde, il viola, il blu elettrico e il rosso, il bianco e il nero, solitamente abbinati proprio ad oggetti e complementi ultra-colorati. Tessuti e superfici sono caratterizzati anche da linee e forme geometricheche si rincorrono sino a creare delle fantasie eccezionali, la cui originalità e freschezza è ancora oggi sinonimo di innovazione e creatività.
E non dimentichiamoci della plastica, materiale simbolo di questo stile di arredamento, che con la sua versatilità riesce ad essere plasmata per costruire qualsiasi tipologia di prodotto, con semplicità e a basso costo.
L’arredamento anni 70 è caratterizzato dall’utilizzo di tonalità molto forti, come verde brillante, turchese, giallo oro e marrone:per questo bianco e nero cedono il passo afiori e decorazioni, soprattutto in bagno e in camera da letto. Nella zona notte coperte e accessori con disegni grandi e luminosi con motivi grafici sono protagonisti. Arredi e complementi, invece, sono lucidi, di vetro o anche di pelle, così come di metallo e legno. Il design nel 1970 utilizza molto i materiali plastici per l’arredamento, così come il teak e il pino.La zona cucina è arredata con sgabelli decorati in stile americano da abbinare al tavolo; si vede inoltre la comparsa di nuovi modelli di piattaie colorate con tinte sgargianti come l’arancio, uno dei colori più di tendenza. Normalmente gli arredi della cucina sono di legno scuro e lucido, mentre le sediehanno uno schienale alto, spesso rivestito in vinile brillante. Nasce in questo periodo il concetto di living open space: spazi a doppia altezza, soggiorni aperti e ingressi molto ampi. Molti gli accessori utilizzati ed esposti, le candele in primis, divise in gruppi da tre o da cinque in varie dimensioni, idea di decorazione molto utilizzata anche oggi.
L’arredamento anni ‘70 è stato molto influenzato anche dal movimento di ritorno alla natura, nato come da un rifiuto nei confronti del consumismo e del materialismo. Molto architetti dell’epoca sono stati i primi ad adottare le tecnologie a basso consumo energetico e a concepire le abitazioni come organismi connessi all’ambiente circostante. Diffusi i lucernari e le grandi finestre, come lo erano i giardini interni e i camini in pietra e la presenza in molte case di scale a chiocciola o sospese, balconi interni al secondo piano e soffitti a volta. Fu il periodo del colore nella progettazione di interni e ogni camera era un’esplosione di tinte vivaci. Lampade, pareti, mobili, accessori di ogni tipo: il multicolor non risparmiava nulla.