La questione delle loot box e delle microtransazioni è sempre attuale. Sono tantissime le storie di bambini ed adolescenti che hanno fatto spendere cifre folli ai propri genitori per comprare oggetti estetici in tantissimi giochi, tra cui il famoso Fortnite. E’ una pratica ormai diffusa e deprecabile, questo quando la cosa sfugge da qualsiasi tipo di controllo. Altrettanto fastidiosa è la pratica di quasi tutte le software house che aggiungono ad ogni gioco in uscita season pass, DLC e una montagna di contenuti extra a pagamento e valuta virtuale.
Ancora più complesse alcune situazioni come quella famosissimo gioco di calcio FIFA dove comprare continuamente pacchetti giocatori può dare un reale vantaggio . Il problema che c’è gente che ha speso una fortuna sperando di poter trovare un top player per la propria squadra. Per non considerare il fatto che moltissimi streamer, grazie alle donazioni di ragazzini adoranti (ma non solo n.d.r.), spendono cifre folli che ridurrebbero alla fame intere famiglie.
In virtù di queste considerazioni una recente decisione della Commissione per il Gioco d’Azzardo inglese lascia abbastanza perplessi. Dopo una lunga analisi la commissione ha dectretato che, pratiche come quelle adottate da EA per FIFA non si possono considerare gioco d’azzardo. La motivazione per questa decisione è abbastanza singolare: non c’è alcun modo legale per rivendere i premi ottenuti e ottenere un guadagno.
Il direttore della commissione Brad Enright, ha aggiunto che: “bisogna combattere l’intero mercato secondario di compravendita dei giocatori che è completamente illegale. La stessa considerazione va fatta per tutti i giochi che presentano loot box i cui contenuti possono essere rivenduti”.
Fonte: BBC