Anche quest’anno ritorna il Digital Media Fest, in programmazione dal 30 Novembre al 2 Dicembre 2020. Il festival promuove un nuovo modello di raccordo tra mercato cinematografico tradizionale da un lato, nuovi autori e giovani produzioni che utilizzano il web come canale produttivo e distributivo, dall’altro. La manifestazione è il più grande evento in Italia dedicato all’evoluzione digitale. Abbiamo intervistato Janet De Nardis, fondatrice del festival, che ha voluto raccontarci la sua grande avventura.
Quando e perché è nato il Digital Media Fest?
“Il Digital Media Fest è nato nel 2019 ma discende dall’esperienza del Roma Web Fest, una manifestazione internazionale di prodotti web seriali che fondai nel 2013; si trattò di un esperimento molto importante perché mi permise di creare una vera e propria vetrina per i primissimi prodotti audiovisivi web nativi seriali, che in quel momento ebbero la loro prima grande esplosione con artisti quali ad esempio i the Jackal, Claudio Di Biagio, Ivan Silvestrini, i Licaoni, Gli Zero e Vincenzo Alfieri. Alcuni di essi sono oggi registi cinematografici di grande talento. Grazie al Roma Web Fest ero riuscita a far conoscere bene il prodotto in Italia e a proporne la diffusione attraverso i media ma soprattutto attraverso l’incontro tra i giovani creativi ed i grandi produttori, le grandi piattaforme di distribuzione ed i brand; inoltre ho collaborato con il Mibac affinché il termine “web serie” fosse inserito all’interno della legge regionale dell’audiovisivo nel Lazio. Prima di quel momento, infatti, le web serie non erano ufficialmente riconosciute e di conseguenza non potevano essere finanziate. Nel 2013 non si parlava ancora della possibile diffusione di Amazon o di Netflix, tutto è cambiato in questi ultimissimi anni e le grandi piattaforme sono diventate dirette concorrenti della televisione ed in alcuni casi del cinema. Soprattutto quest’anno, durante il lockdown ma anche nei mesi successivi, c’è stata un’esplosione incredibile del consumo di prodotti audiovisivi, anche indipendenti, attraverso importanti player. Ho deciso di intraprendere questa nuova avventura del Digital Media Fest perché volevo dedicarmi a più ampio spettro a tutti i prodotti audiovisivi web nativi, quindi parlo anche dei vertical movie, dei fashion film e dei viral video, ma anche tornare ai cortometraggi che nel nuovo mercato internet sono anch’essi spesso web nativi e non più destinati in primis al circuito festivaliero o ad apparizioni televisive. Il Digital Media Fest, dunque, pone l’attenzione su tutti quei prodotti molto spesso creati da talenti sconosciuti del web e oggi apprezzati da grandi produzioni che scelgono di sperimentare nuovi linguaggi”.
In che cosa consiste il programma del prossimo evento previsto dal 30 Novembre al 2 Dicembre e con quali modalità si svolgerà qualora le restrizioni anti Covid non permettessero lo svolgersi di manifestazioni in presenza?
“Il programma del festival anche quest’anno è molto ricco: avrà come focus le nuove tendenze digitali e si indagherà su quanto l’approccio così massivo dei grandi player possa oscurare l’attenzione che fino a qualche tempo fa era dedicata agli indipendenti; altro importante focus sarà la rivalsa del “girl power” nell’universo dell’audiovisivo web nativo, con tantissime autrici e creators al femminile che stanno spopolando nella rete; seguiranno workshop dedicati, ad esempio, all’individuazione dei trucchi migliori da utilizzare per poter diffondere e quindi far conoscere i propri prodotti audiovisivi attraverso il web sfruttando anche i social network; ci saranno ovviamente tante proiezioni, una giornata di mercato dedicata all’incontro tra produttori brand e creativi, e per ultimo un evento finale dedicato alle premiazioni. Se le restrizioni anti Covid dovessero essere ancora più rigide di adesso, saremo costretti a non realizzare il festival dal vivo; in questo caso abbiamo già preparato un piano B che prevede un festival totalmente online e che avrà come priorità assoluta l’incontro, anche se virtuale. Produttori e distributori internazionali sono già stati allertati di tale eventualità affinché non perdano l’occasione di partecipare ai meeting con i creativi provenienti da tutto il mondo”.
Il particolare momento che il mondo sta vivendo, a causa della pandemia da coronavirus, ha rafforzato il progetto portato avanti dal festival? Non potendo più accedere facilmente a cinema e teatri, le persone si stanno riversando sempre di più sul web?
“Il progetto del festival non era assolutamente questo ed anzi era proprio il contrario. Sia il Roma Web Fest che il più recente Digital Media Fest sono nati per portare nella realtà ciò che viviamo virtualmente e quindi per creare un momento di incontro tra i nativi del web ed il mondo della filiera cinematografica classica. Tengo molto a sottolineare questo aspetto perché il cinema è il prodotto che permette all’uomo il viaggio interiore, il mezzo per eccellenza che può regalargli la vera opportunità di immedesimarsi nei sentimenti di altre persone; quello che si vive nella sala cinematografica è qualcosa di straordinario e magico, e per questo motivo non deve assolutamente morire. Il web è un’altra cosa, quando è nato il cinema non è di certo sparito il teatro. Sono tutte realtà che, secondo me, possono e devono convivere. Il vero pregio del web sta nel rappresentare un luogo meritocratico perché è un palcoscenico libero che dà uguali opportunità a tutti, anche a coloro che non hanno altri mezzi per far conoscere il proprio talento. Questo è il vero segreto dell’universo che nasce da internet, e non certamente quello
di essere un sostituto del cinema”.
Si può dire che, a prescindere dal momento storico particolare, le web serie rappresentano il futuro dal punto di vista cinematografico?
“A prescindere dal momento storico, le web serie sono una delle espressioni dell’attuale linguaggio dei giovani e rappresentano la necessità che vive l’umanità di oggi di avere prodotti di breve durata che non seguano necessariamente degli standard, inoltre rappresentano la grande possibilità dei creativi di avere un pensiero laterale e di uscire fuori dagli schemi molto più facilmente rispetto a tutto quello che ha a che fare con la filiera televisiva o anche per certi aspetti quella cinematografica”.
Cosa resterà del cinema italiano, famoso in tutto il mondo, secondo il vostro progetto innovativo?
“Spero che il cinema italiano non solo resti nella sua interezza, ma che anzi venga arricchito sempre più da nuove creazioni. Il Digital Media Fest è un punto d’incontro tra la filiera cinematografica ed il mondo del web, una vetrina per i talenti ed i creativi che desiderano un contatto diretto con le istituzioni, con i grandi brand e i grandi player. La mission del festival è dunque quella di far conoscere le nuove tendenze ed i nuovi linguaggi che possono influenzare il cinema italiano ai tempi del web”.
http://www.digitalmediafest.it
Il Digital Media Fest non è solo un evento, un concorso, una festa delle nuove tendenze video digitali ed una vetrina patinata per contenuti indipendenti, ma rappresenta uno spazio mediatico permanente dove proporre idee, presentare progetti, ricercare controparti autoriali e produttive. Una fiera mercato che, dal vivace e dispersivo mondo del web, si proietta verso l’industria cinematografica.