Lo sviluppo scientifico e tecnologico dei prossimi decenni potrebbe trasformare profondamente le nostre società. Sex robot, sexy robot, robot per il sesso, macchine pensate per sostituire gli umani, anche a letto. Sì avete capito bene. Faremo sesso con un robot, in un futuro non tanto lontano. La fantascienza stavolta non c’entra. I robot del sesso sono già una realtà: per il momento i prototipi sono alquanto grezzi e assai poco sofisticati, ma in futuro la tecnologia sarà in grado di produrre copie sempre più simili all’uomo capaci di interagire con gli esseri umani rispondendo a specifici stimoli vocali, visivi e tattili. Sapranno riconoscere l’interlocutore, ne comprenderanno lo stato d’animo e impareranno a conoscerne gusti e preferenze. Maurizio Balistreri ci introduce nell’affascinante mondo del sesso del futuro affrontando senza tabù e senza sconti tutte le questioni etiche che verranno sollevate dalla commercializzazione su larga scala dei sex robot. Cosa ne sarà dell’amore se le nostre relazioni sessuali si consumeranno con una macchina? Cosa avverrà al mondo del sesso a pagamento e della pornografia? I sex robot aumenteranno o diminuiranno la violenza sessuale?
Oltre a confrontarsi con il dibattito internazionale sull’accettabilità morale dei sex robot, il libro prende in esame gli studi più recenti sui videogiochi violenti e sulla pornografia, mettendo in discussione la convinzione diffusa che praticare giochi violenti o assistere a rappresentazioni violente corrompa le persone e le renda violente. I sex robot non soltanto potrebbero essere uno strumento importante per esprimere ed esplorare le nostre fantasie sessuali più proibite, ma potrebbero anche essere usati per il trattamento dei sex offender e pedofili.
Un libro che mette in discussione i nostri pregiudizi nel confronti dei sex robot e che con chiarezza e semplicità ci aiuta a ragionare e a riflettere su un futuro che è già presente, nella consapevolezza che i robot cambieranno il mondo e la nostra vita.
Fandango Libri
Maurizio Balistreri è ricercatore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione dell’Università di Torino. E’ membro del Centro interdipartimentale di Studi sulla’ Etica in ambito militare ed è stato Presidente del Comitato di Bioetica del Policlinico militare del Celio dal 2005 al 2013 ed è attualmente responsabile della segreteria scientifica del Comitato di Bioetica d’Ateneo. Oltre a numerosi articoli e saggi sui temi di bioetica, ha scritto Etica e clonazione umana (2004), Organismi geneticamente modificati (2006), Etica e romanzi (2010), Superumani (2011), e La clonazione umana prima di Dolly (2015). Ha pubblicato con Arianna Ferrari di La ricerca sugli embrioni in Europa e nel mondo (2004) e ha curato con Maurizio Benato e Maurizio Mori il volume Etica medica nella vita militare (2014). Con Fandango Libri ha pubblicato Il futuro della riproduzione umana (2016)
Fare sesso con un robot è diventato reale e LumiDolls la casa per appuntamenti con sex dolls a Torino ne è l’esempio concreto. In questo caso si tratta di bambole in silicone, crede che ci sia grande differenza con un sex robot?
Per il momento non c’è una grandissima differenza tra un sex robot e una bambola di silicone: i sex robot possono avere una testa parlante inserita sul corpo della bambola, muovere la testa, la bocca, gli occhi e battere le ciglia, risponde anche ad alcune domande, ma non siamo ancora agli androidi intelligenti dei romanzi e dei film di fantascienza (pensate a Blade Runner o ai più recenti Ex Machine, West World e Real Humans). Anche se però oggi i facsimili sono alquanto grezzi e assai poco sofisticati, non è detto che la tecnologia non sia in grado nel prossimo futuro di produrre copie più qualificate, in grado, per esempio, di intrattenere con noi conversazioni su temi complessi oppure di darci l’impressione di provare per noi sentimenti di amore e di cura.
Un giapponese, dopo aver sofferto per amore, sposa un ologramma della sua popstar preferita. I surrogati delle persone vere possono essere panacee per le delusioni sentimentali?
Ognuno di noi reagisce diversamente alle pene d’amore: alle volte può essere molto difficile fare i conti con la morte improvvisa di una persona amata o con una separazione. Il tempo non scorre, la sofferenza riemerge con forza ad ogni nostro respiro: ben vengano i sex robot o gli ologrammi se possono aiutare a superare questi momenti. In fondo non è peggio che prendere degli antidepressivi o abbandonarsi all’alcol. Siamo d’accordo che i sex robot non possono ricambiare i nostri sentimenti e possiamo anche convenire che non siano i partner “ideali” di una relazione affettiva: che invece di illuderci, dovremmo cercare persone che ci amano veramente, perché il robot non può darci lo stesso amore e la stessa cura che un essere umano invece può darci. Ma ogni tanto non avremmo forse il diritto di fingere che la realtà sia diversa? Quando, ad esempio, la realtà diventa quasi insopportabile, come quando soffriamo per amore, non siamo autorizzati a trasfigurarla, quanto meno per il tempo necessario per rielaborare il nostro vissuto e per ritrovare la capacità per affrontarla di nuovo con coraggio? Giocare con un sex robot e trattarlo come una persona vera può aiutarmi ad allontanare la noia e la solitudine e potrebbe rendermi anche un po’ più felice. Può permettermi, poi, di distrarmi da preoccupazioni che riguardano me e/o altre persone o di prendere per un po’ le distanze da persone con le quali devo interagire (perché, ad esempio, ho bisogno della loro assistenza), ma con le quali non vado d’accordo. Inoltre, almeno finché non prenderò questa relazione con il robot troppo seriamente (e non diventerà l’unica relazione che possono permettermi e che sono in grado di costruire), non c’è da temere conseguenze negative per la mia vita o quella dei miei cari. Il fatto, del resto, che giochi con questo robot come fosse il mio partner non significa che allora non sarò più in grado di confrontarmi con la realtà nella maniera più corretta: che, ad esempio, smetterò di lavorare o incomincerò a trattare ogni macchina come una persona che merita la stessa rilevanza e rispetto di un essere umano. Nelle relazioni sociali che contano, posso ancora essere una persona affidabile
Possiamo definire il sexy robot un’ evoluzione del canonico ed a questo punto direi superato sex toy?
Per il momento non avrei alcun dubbio: i sex robot è versione tecnologicamente avanzata di un giocattolo del sesso. A volte può rispondere ad alcune nostre semplici domande e può anche darci l’impressione di gradire oppure di respingere le nostre avance, ma resta un oggetto pensato per aiutare le persone a raggiungere il piacere sessuale. E, come qualsiasi altro oggetto sessuale oggi in vendita, può essere usato per l’autoerotismo oppure per ravvivare un rapporto sessuale di coppia un po’ stanco e ripetitivo. Le cose però potrebbero cambiare nel momento in cui avremo robot sempre più intelligenti perché a quel punto non soltanto potremmo avere la tentazione di trattarli come umani ma potremmo anche innamorarci di loro e trattarli come veri compagni. È difficile prevedere che cosa accadrà nei prossimi decenni nell’ambito della robotica e fino a che punto lo sviluppo scientifico e tecnologico permetterà di costruire robot che, oltre ad avere sex appeal, possano essere oggetto del nostro amore. È impossibile, poi, fare previsioni su quanto soddisfacenti possano essere queste relazioni e se possano essere un vera alternativa alle relazioni con gli esseri umani: secondo alcuni, i robot non potranno mai sostituirsi agli esseri umani nei rapporti sessuali e tanto meno nelle relazioni affettive, altri, invece, sono più ottimisti. Occorrerà del tempo, ma prima o poi potremo avere la tecnologia che permette di rendere i robot per noi tanto sessualmente attraenti e interessanti quanto gli esseri umani. Se, però, le previsioni più ottimistiche sullo sviluppo della robotica e dell’intelligenza artificiale si dimostreranno corrette, la nostra percezione dei robot potrebbe cambiare. I robot ci guarderanno negli occhi, mostreranno per noi un affetto sincero e profondo e noi crederemo di essere per loro davvero delle persone speciali: a quel punto potremmo costruire delle relazioni affettive con loro e forse anche perdere la testa. L’amore tra un essere umano e un robot che oggi sembra una cosa estremamente bizzarra e degna di essere raccontata, domani potrebbe diventare comune. Vogliamo essere amati e per noi è importante che coloro che ci amano abbiano un interesse sincero e non lo facciano semplicemente per convenienza o tornaconto: l’affetto del robot potrebbe sembrarci proprio l’amore disinteressato che cerchiamo, perché in fin dei conti una macchina non può avere secondi fini o tradire la nostra fiducia.
Illuminante il capitolo che collegherebbe i robots del sesso alla violenza sulle donne, dove a forza di avere rapporti sessuali con i robots, gli uomini comincerebbero a considerare e trattare le donne come oggetti. E se fosse il contrario? E se fosse la donna a vedere l’uomo come un oggetto? Tutto ciò porterebbe ad eliminare completamente la componente sentimentale dall’atto sessuale?
Naturalmente si tratta di una questione importante: c’è il rischio che l’uso dei sex robot ci abitui a considerare l’altro come un oggetto? E considerato che oggi sono in vendita sex robot programmati per rifiutare il rapporto sessuale, non c’è il pericolo che a forza di stuprare i robot poi le persone avranno voglia di fare le stesse violenze sugli esseri umani? Per questa ragione c’è chi chiede che i sex robot vengano vietati a livello internazionale: la paura è che la vendita dei sex robot farà aumentare la violenza sulle donne. Tuttavia, i sex robot possono avere anche le sembianze di un uomo ed essere acquistati ed usati da donne con lo scopo di raggiungere il piacere con l’aiuto di un oggetto. Inoltre, non c’è evidenza, cioè, che trarre piacere dalla violenza praticata nel mondo virtuale renda gli individui più predisposti a fare violenza nel mondo reale. Contrariamente alla comune percezione, non è vero che più si gioca a videogiochi violenti più si perde la sensibilità o l’empatia alle sofferenze delle altre persone. Generalmente il fatto che crediamo che i videogiochi violenti siano un pericolo si può spiegare con il panico morale che proviamo di fronte alle nuove tecnologie. La stessa paura che oggi sentiamo per i videogiochi o i sex robot è stata provata in passato nei confronti del valzer, dei romanzi economici, dei film, del rock & roll, dei fumetti, della televisione. Per altro, i sex robot potrebbe avere anche un effetto positivo sul consumatore: si potrebbe dire infatti che più si offrono alle persone ‘strumenti’ e occasioni per soddisfare le loro fantasie e meno sarà probabile che esse le esprimano su persone reali: i sex robot potrebbero essere di valvola di sfogo che libera aggressività repressa e che permetterebbe di conseguenza al fruitore di sentirsi più sollevato e tranquillo.
L’utilizzo di tali macchine del sesso in campo medico per la cura di importanti disordini sessuali. Quindi un’applicazione altamente positiva del robot?
Vero è, comunque, che è difficile controllare il sentimento di ripugnanza quando pensiamo a persone che hanno il desiderio di fare sesso con robot bambino. Tuttavia, chi gioca con sex robot bambini (potremmo chiamarli baby sexbot) non è necessariamente un pedofilo: può darsi che abbia semplicemente voglia di fare sesso con un adulto travestito da bambino e il sex robot gli permette di vivere questa fantasia. Inoltre, anche se dietro la scelta di acquistare un sex robot bambino ci fosse solamente il desiderio di mimare un rapporto sessuale non con un adulto, ma con un bambino, è ancora da dimostrare che questo sia segno di una chiara ed irrefrenabile disposizione alla pedofilia. Da quello che sappiamo intorno alle persone che consumano materiale pedopornografico, si può possedere materiale pedopornografico o visitare siti che mostrano o vendono materiale pedopornografico senza essere necessariamente un pedofilo. Quando vengono confiscati i computer di persone che guardano materiale pedopornografico (si tratta cioè di sexual voyeurism offenders) possiamo anche non trovare traccia di “chat” sessualmente inappropriate con bambini; né, a seguito del loro arresto, ci sono necessariamente bambini che li accusano di molestie o di violenze. Infine, ci si potrebbe chiedere se l’uso dei sexbot bambino possa ridurre gli abusi sessuali? La proposta di impiegare i robot del sesso bambini per la cura dei pedofili, allo stesso modo in cui, ad esempio, il metadone viene impiegato nella cura delle dipendenze da droghe, è stata avanzata recentemente da Ronald Arkin, direttore del Mobile Robot.Il dibattito che ne è seguito ha ricalcato quello suscitato alcuni anni prima da alcuni psicologi olandesi con il loro progetto di impiegare, per trattamento della stessa patologia, immagini e video pedopornografici interamente generati dal computer. Alcuni l’hanno considerato un progetto interessante e degno di essere studiato: per altri, invece, l’idea è ripugnante e non sarebbe dovuta essere nemmeno proposta.
Quanto pensa sia importante per l’utilizzatore del cyborg che questo non provi e ricambi i sentimenti?
Credo che per alcune persone il fatto che i robot non provino sentimenti sia la cosa determinante: in questo modo non corrono il rischio di dover fare i conti con un’altra persona e non hanno nemmeno la responsabilità di confrontarsi con i sentimenti dell’altro. Inoltre, possono fare sui robot quello che vogliono perché sono soltanto delle macchine. Per alcuni, poi, può essere rassicurante il fatto che il robot non abbia alcuna autonomia: non c’è il rischio di essere criticato, di avere di fronte a sé qualcuno che la pensa diversamente, che ha un punto di vista personale sulla vita e sulle cose del mondo. I sex robot, però, possono essere dei semplici giocattoli del sesso destinati per l’autoerotismo e pertanto non c’è alcuna ragione di pensare che chi ricorre a questi strumenti debba essere necessariamente un depravato o una persona moralmente criticabile. La scelta di comprare e di fare sesso con un robot può avere diverse motivazioni: ad esempio, il desiderio di avere un oggetto eccitante per i momenti di piacere e più interattivo di altri giocattoli attualmente in commercio destinati all’autoerotismo. Ma dietro l’acquisto di un robot del sesso ci potrebbe essere la curiosità, la voglia di sperimentare con il proprio compagno nuove occasioni di piacere o di vivacizzare un rapporto che è scivolato piano piano nell’abitudine e nella noia: un atteggiamento questo che può essere anche il segno di un carattere apprezzabile (in fondo, alcune persone potrebbero essere lusingate o apprezzare il fatto che il proprio compagno o compagna abbia il desiderio di fare cose nuove con loro). Altri, invece, potrebbero essere deluse da una relazione precedente, non sentirsi pronte a iniziare una nuova storia d’amore, essere ancora innamorate dell’ex: alcune di loro vorrebbero avere una compagna e una vita sessuale più attiva, ma purtroppo non riescono a trovarla (non dobbiamo pensare soltanto alle persone con disabilità, sono tante le circostanze che possono rendere più difficile per una persona riuscire ad avere relazioni affettive importanti). Si può immaginare, poi, che ai sex robot potrebbero rivolgersi anche quelle persone con un partner che vive o lavora in un’altra città (è in missione all’estero) o che, per qualche altra ragione, in questo momento non può avere rapporti sessuali (ad esempio, soffre di una malattia o ha subito un’importante operazione chirurgica). Per qualcuno comunque il fatto che il proprio compagno o la proprio compagna faccia sesso con un robot può essere tradimento ed essere anche motivo di separazione. Infine i robot potrebbero anche aiutare persone timide, depresse o con alle spalle un trauma sessuale o una separazione improvvisa a superare un momento difficile: con il loro aiuto, poi, persone con disabilità o malformazioni potrebbero ritornare ad avere una vita sessuale soddisfacente senza bisogno di ricorrere alla prostituzione, mentre quelle meno esperte potrebbero migliorare le loro capacità amatorie avere una vita sessuale più soddisfacente.