Io e mio fratello è un film italiano del 2023 diretto da Luca Lucini. Distribuita sulla piattaforma di Amazon Prime Video a partire dal 21 aprile, la pellicola ha una durata complessiva di 107 minuti. La storia è quella di Sofia, una giovane donna omosessuale che, dopo la morte del padre al quale era legatissima, decide di trasferirsi a Milano, lasciando in Calabria sua madre rimasta vedova e suo fratello Mauro, unico tra i due ritenuto capace di mandare avanti l’azienda vinicola fondata dal defunto padre.
Sofia vive di lavoretti saltuari e passa da una relazione ad un’altra, tra storie pseudo stabili ed incontri amorosi occasionali. Convive con un carissimo amico che è il suo più grande confidente. Ad un certo punto scopre che la sua migliore amica, con la quale in passato aveva anche avuto una breve relazione, sta per sposarsi. La notizia sconvolge Sofia sia perché si sentiva ancora molto legata a Michela, sia perché quest’ultima le rivela che sta per sposare proprio Mauro, col quale ha una relazione da circa un anno. La ragazza decide così di precipitarsi in Calabria, dove nel suo paesino d’origine a breve si celebrerà il matrimonio di Mauro e Michela.
Ma durante la sua permanenza, scoprirà non solo che le sue origini le mancano tanto, ma pure che il suo periodo di sbandamento deve necessariamente concludersi siccome l’azienda di famiglia ha bisogno del suo aiuto per non andare in fallimento. La ragazza riuscirà per un attimo a provocare la confusione sentimentale di Michela, che però ben presto si risolverà evitando di scadere in un finale banale. Bellissima infatti è la festa celebrativa alla fine del film, organizzata inizialmente per il matrimonio ma successivamente svolta per festeggiare l’amore, anche in assenza delle nozze.
Un’unica critica va fatta alla forzatura che la regia ha scelto di mettere in atto per trattare la differenza tra nord e sud Italia. Se infatti il finale merita di essere considerato immune alle banalità, il tema sul divario tra nord e sud è stato sicuramente trattato con troppa superficialità. Forse non è un caso che il regista Luca Lucini sia originario della città di Milano, forse non è un caso se un piccolo paesino della provincia calabrese ci viene illustrato come se fosse in ritardo di circa mezzo secolo rispetto al resto del mondo. Un film un po’ anacronistico ma comunque guardabile, con una trama non particolarmente originale ma abbastanza scorrevole. Da segnalare la simpaticissima presenza di Teresa Mannino, nei panni della zia Tecla, unico vero personaggio comico presente nel copione. Escludendo la grande comicità della Mannino, che interpreta una briosa milf meridionale, ed il finale senz’altro significativo, resta purtroppo un film “senza infamia e senza lode” consigliato ma assolutamente non imperdibile!