Здравейте всички! Eccoci giunti in Bulgaria per una nuova tappa del giro europeo attraverso i libri.
La letteratura bulgara è la più antica tra le letterature slave. Giocò un ruolo decisivo per la nascita e la crescita delle altre letterature slave. Nella sua lunga storia, dalla metà del IX secolo fino ai giorni nostri, conobbe momenti di slancio, forza creativa e gloria e momenti tragici, che rallentarono il suo sviluppo per lunghi periodi.
Ancora nei primi secoli la letteratura bulgara conobbe due momenti di fioritura (nel periodo tra il X e l’XI secolo e nel XIV secolo) e per due volte dovette prendere atto delle conseguenze nefaste di un giogo straniero. Particolarmente pesante fu la caduta della Bulgaria sotto il giogo ottomano (alla fine del XIV secolo), quando vennero distrutti i focolari culturali, i monumenti e i libri, vennero perseguitati gli scrittori e molti di essi furono costretti a fuggire nei paesi slavi vicini.
Scopriamola insieme.
Cronorifugio di Georgi Gospodinov
Gaustìn, un bizzarro personaggio che vaga nel tempo, inaugura a Zurigo una “clinica del passato” dove accoglie quanti hanno perso la memoria per aiutarli a riappropriarsi dei loro ricordi. Ogni piano dell’edificio riproduce nei dettagli un decennio del secolo scorso, e la prospettiva di un confortevole rifugio dal presente finisce per allettare anche chi è perfettamente sano. In Europa intanto viene indetto il primo referendum sul passato e la campagna elettorale si fa ben presto movimentata… Il nuovo, attesissimo romanzo di Georgi Gospodinov ci porta a Zurigo, Sofia, Vienna, Sarajevo, Brooklyn, e in altri luoghi e tempi, e ci mette di fronte a tutta l’incertezza del futuro, mescolando satira e nostalgia, storia e ironia, in un irresistibile viaggio nello sconfinato continente di ieri.
I cani volano basso di Alek Popov
Una scatola nera piena di cenere è tutto quello che resta del padre di Ned e Ango Banov, due fratelli bulgari assai diversi tra loro. Sono passati quindici anni da quando lui, un matematico in bilico tra genio e alcolismo, è morto in circostanze misteriose negli Stati Uniti. Nel frattempo i fratelli hanno portato avanti la loro vita, Ned s’è trasferito oltreoceano e ha fatto strada nel mondo di Wall Street; Ango invece, accantonata la carriera di editore, ha vinto una Green Card e ora si ritrova a portare a spasso i cani dei ricchi newyorkesi. Ma nella vita il vento cambia… Ned rischia tutto su un presentimento del leggendario broker Soros, Ango rimane immischiato nello scontro tra i sindacati di dog-sitter, e la figura del padre ricompare misteriosamente. Alek Popov – acuto, leggero, divertente e ironico – riesce a smascherare i meccanismi che regolano l’economia e la società capitalistica, e gioca con la realtà.
Shangai addio di Angel Wagenstein
Il 9 novembre del 1938, la Notte dei Cristalli, l’orchestra filarmonica di Dresda tiene il suo ultimo concerto. Al termine della sinfonia di Haydn, la celebre sinfonia “degli addii”, i musicisti, tutti di origine ebrea, vengono arrestati dalle SS a mano a mano che escono di scena. Fra loro, il grande violinista Theodore Weissberg. Intanto, a Parigi, la giovane e bellissima Hilde Braun sta posando come modella – esempio di perfezione ariana – per un servizio voluto da Leni Riefenstahl su “Der Sturmer”, la tristemente celebre rivista diretta da Julius Streicher, il più antisemita fra gli antisemiti. Hilde, però, cela un segreto. È ebrea. Il suo vero nome è Rachel Braunfeld. Theodore, internato a Dachau, viene liberato dalla moglie, celebre cantante lirica, non ebrea; Hilde, coglie l’occasione offertale dal la trasferta parigina e non rientra in Germania. Entrambi si ritroveranno a Shanghai. Con loro, un agente segreto cosmopolita e poliglotta, un medico giapponese dal cuore tenero, un rabbino intrepido e molti altri personaggi tragicomici di un mondo che corre verso la catastrofe.
L’ anatra da richiamo di Jordan Radickov
Un’anatra scelta da un cacciatore per attirare con il suo verso le consorelle viene invece sedotta dalla loro vita libera e decide di fuggire. Nel suo volo di libertà è avvistata in tutti i villaggi della Bulgaria. Contadini e persone semplici scrivono ai giornali per raccontarne il viaggio… Nato a Kalimanica (Bulgaria) nel 1929, Jordan Radickov è considerato tra i maggiori prosatori bulgari viventi.
La donna che mangiava poesie di Zdravka Evtimova
Con “La donna che mangiava poesie” Zdravka Evtimova dimostra di sapersi muovere agilmente tra la lingua bulgara e quella inglese, evocando altri grandi scrittori dell’Est Europa quali Milan Kundera e Vladimir Nabokov, e regalando al pubblico una raccolta di racconti che ruota attorno alla magica e violenta città di Pernik. L’autrice dipinge una terra rurale e periferica, dove impera il giallo feroce dei campi, le nuvole sono isteriche e incostanti, soffocando sogni e speranze. La Bulgaria della Evtimova è una dimensione fatata e miserabile, dove le donne girano con i coltelli sotto le gonne per proteggersi dagli uomini rozzi e voraci e dai malefici delle passioni; i crepuscoli sono sanguinari, le notti scandite dall’acquavite scadente e dai versi di gufi e lupi. Tutto è vero, descritto nelle sfumature esistenziali più disgraziate, eppure il regno del fantastico sussurra a ogni pagina. In questi racconti brilla il realismo magico di Salman Rushdie e di Gabriel Garda Marquez, ma in chiave bulgara, con quel pizzico di ironia e sfrenatezza che contraddistingue le culture dell’Est Europa. La scrittura è potente, a volte scarna e ruvida, altre languida e sensuale, lirica. Alla fine di ogni racconto, è come se tra le mani restasse un po’ di polvere e di poesia, una magia che corrode il corpo e il cuore.
Confine. Viaggio al termine dell’Europa di Kapka Kassabova
Quando Kapka Kassabova era bambina, il confine tra Bulgaria, Turchia e Grecia era considerato una via di fuga dal blocco di Varsavia migliore rispetto al Muro di Berlino, e così i suoi boschi e le sue montagne erano affollati di militari, spie e fuggiaschi. Kapka ricorda di avere giocato, nelle sue vacanze sul Mar Nero, sulla spiaggia a pochi chilometri dall’imponente barriera elettrificata il cui filo spinato puntava minacciosamente verso l’interno. Oggi questo paesaggio denso di foreste non è più altrettanto militarizzato, ma è ancora un sentiero battuto dai profughi di tragedie lontane, e porta ben visibili le sue molte cicatrici. È qui, in quelli che vengono chiamati i Balcani sud-occidentali, che Kassabova intraprende un viaggio verso le proprie radici e al tempo stesso verso il cuore di un passato secolare fitto di misteri, di sofferenza e di insopprimibile umanità. Scopre una regione plasmata da una successione di violente forze della storia: dalle molte crisi migratorie, dal comunismo, da due guerre mondiali, dall’Impero Ottomano e, prima ancora, da un’ancestrale eredità di miti e di leggende. In un paesaggio dominato da una natura selvaggia, disseminata delle enigmatiche tracce di vicende remote, Kassabova incontra guardie di confine e cercatori di tesori, imprenditori e botanici, guaritori e adepti di riti magici, rifugiati e contrabbandieri: il popolo del confine, un mondo brulicante di storie, di aspettative, di credenze e di conflitti, pervaso da una peculiare energia psichica che sembra scaturire dalla natura stessa.