Olá! Questa volta è il Portogallo ad essere il protagonista del giro d’Europa.
Partendo dalle origini, la letteratura portoghese ha il suo avvio con la lirica galiziano-portoghese con le sue Cantigas de amigo: componimenti lirici di tema amoroso, dove il narratore è la donna che lamenta il suo dolore per l’assenza dell’amato, manifestando i suoi sentimenti con la madre o alle amiche o comunque sia a donne a lei vicine.
In tempi moderni, nominare il Portogallo in ambito letterario porta immediatamente a pensare a Fernando Pessoa che nei suoi scritti canta il dramma dell’uomo di fronte alla vita ed evoca la cultura portoghese, ne celebra la storia e si fa profeta di una rinnovata grandezza della nazione. Inoltre, molti romanzi sono stati ambientati in questa magnifica terra, tutti da leggere magari con il sottofondo di fado e mangiando del baccalà.
Il libro dell’inquietudine di Fernando Pessoa
La principale opera in prosa di Pessoa: uno zibaldone di riflessioni, appunti, impressioni, meditazioni, vaneggiamenti e slanci lirici. Il libro di Soares è certamente un romanzo. O meglio, è un romanzo doppio, perché Pessoa ha inventato un personaggio di nome Bemardo Soares e gli ha delegato il compito di scrivere un diario. Soares è cioè un personaggio di finzione che adopera la sottile finzione letteraria dell’autobiografia. In questa autobiografia senza fatti di un personaggio inesistente consiste l’unica grande opera narrativa che Pessoa ci abbia lasciato: il suo romanzo.
Caino di José Saramago
Caino è protagonista e voce narrante. E’ lui che racconta della blasfema convivenza fra Eva e il cherubino Azaele, l’assassinio del fratello Abele e il suo successivo dialogo filosofico con dio, la maledizione, il marchio e l’incontro con l’insaziabile Lilith nella città di Nod. E attraverso i suoi occhi che assistiamo al sacrificio di Isacco, alla costruzione della Torre di Babele, alla distruzione di Sodoma. E lui che dialoga con Mosé in attesa sul monte Sinai e che vede nascere l’identità israelita, fino a un ultimo duro confronto con dio. Se nel Vangelo secondo Gesù Cristo José Saramago ci ha regalato la sua visione del Nuovo Testamento, con Caino irrompe l’Antico, e ancora una volta Saramago, dichiaratamente non credente, rivendica il diritto a dire la sua in materia di religione. E lo fa, anche questa volta, a voce ben alta, con quella sua inconfondibile ironia capace di trasformare in sublime letteratura la storia di un Caino che accetta, si, il proprio castigo per l’uccisione di Abele e il destino di errante, ma, insieme, insorge contro un dio crudele e sanguinario che considera corresponsabile. E a questo dio che Saramago, per voce di Caino, chiede spiegazioni, per affermare ancora una volta che “la storia degli uomini è la storia dei loro fraintendimenti con dio, perché lui non capisce noi, e noi non capiamo lui”. Ed è essenzialmente l’uomo, nella cui mente solo esiste il dio, a essere il protagonista di queste pagine.
Lo sguardo di Odo di Yann Martel
Tomás, un giovane uomo sconvolto dal dolore per la scomparsa della moglie e del figlio, legge su un vecchio diario la notizia di uno straordinario manufatto che, se scoperto, porterebbe a ridefinire la storia dell’uomo, e a ripensare il nostro rapporto con la natura e con il divino. E si mette a cercarlo. Trentacinque anni dopo, un patologo portoghese, appassionatissimo lettore dei gialli di Agatha Christie, si trova a vivere una notte surreale, in cui è costretto a fare i conti con i momenti più difficili della sua vita, momenti che scopriremo essere direttamente connessi, in modo tragico e beffardo, alla ricerca di Tomás. Cinquanta anni più tardi, un senatore canadese, per sfuggire al dolore del ricordo della moglie morta, si rifugia in un piccolo paese nella regione delle Alte Montagne del Portogallo, dove però si presenta con uno strano compagno, uno scimpanzé. E sarà a questo punto che la ricerca iniziata da Tomás quasi un secolo prima troverà la sua inaspettata conclusione. Con Lo sguardo di Odo Yann Martel conferma una volta di più di essere uno dei massimi esponenti contemporanei del realismo magico: in parte avventura, in parte storia di fantasmi, in parte favola contemporanea, questo romanzo parla del nostro rapporto con l’amore e con la sofferenza, con il soprannaturale e con la natura. Ricco di tenerezza e ironia, appassionante e movimentato, Lo sguardo di Odo conduce il lettore in un viaggio nel tempo, nello spazio, e nell’animo umano.
Requiem di Antonio Tabucchi
In uno stato a metà tra la coscienza e l’incoscienza, l’esperienza del reale e la percezione del sogno, un uomo si trova a mezzogiorno, senza sapersi spiegare come, nella Lisbona deserta e torrida dell’ultima domenica di luglio. Sa di avere delle azioni da compiere, soprattutto l’incontro con un personaggio illustre e scomparso, ma non ha idea di come compierle. Si affida così al flusso del caso e seguendo le libere associazioni dell’inconscio si trova a seguire un percorso che lo porta a ricordare (a vivere il ricordo nell’attualità di quella giornata) alcune tappe fondamentali della sua vita, spingendolo a cercare di sciogliere i nodi irrisolti all’origine del suo stato allucinatorio. Il romanzo è stato scritto in portoghese.
Treno di notte per Lisbona di Pascal Mercier
Voleva davvero buttarsi giù dal ponte la donna trattenuta una mattina da Raimund Gregorius, insegnante svizzero di latino, greco ed ebraico? Gregorius non sa nulla della donna se non che era portoghese. La mattina dopo, complice la scoperta in una libreria antiquaria del libro di un enigmatico scrittore lusitano, l’altrimenti prevedibilissimo professore prende un treno diretto a Lisbona, dove spera di rtintracciare l’autore. Da questo momento decolla una vicenda che costringerà Gregorius a confrontarsi con le contraddizioni degli affetti e gli orrori della Storia in un modo che mai avrebbe potuto immaginare nella sua rassicurante Berna.
Ovunque io sia di Romana Petri
Ofelia, Margarida e Maria do Ceu sono le tre donne di una travolgente saga familiare che parte negli anni ’40 e finisce ai giorni nostri. Sullo sfondo di una Lisbona dalla bellezza magica, ma oppressa da una dittatura che sembra senza fine, i loro tragici destini si incroceranno per sempre. Manuel, Carlos e Tiago sono gli uomini che, dopo le false speranze promesse, le porteranno verso il dolore, il sacrificio e l’annientamento. Storia di amori mancati, “Ovunque io sia” è però soprattutto la storia della forza di una maternità senza confini, la frase lascito che ogni madre, prima di morire, affida ai figli che restano nel bruciante desiderio di non abbandonarli. L’affresco di un Portogallo chiuso, dolente e tragicamente arretrato; il lungo cammino di un popolo che dopo il forzato silenzio, troverà il coraggio di essere moderno scegliendo la libertà.