Bistrattate, criticate, amate e approvate, intorno alle mostre “multimediali” si esprimono sentimenti contrastanti, per alcuni addetti ai lavori sono semplicemente uno spettacolo, per altri, invece, sono un modo innovativo per avvicinare intere generazioni al mondo dell’ arte. L’ approccio multimediale consente di poter fare una serie di considerazioni, innanzitutto permette una narrazione fluida e dinamica di una singola opera d’arte capace di coinvolgere lo spettatore in una esperienza “immersiva”, grazie alla videoproiezione circolare, un aspetto importante è l’ attenzione ai dettagli delle opere proiettate, esaltandone i contenuti, e, infine, sono uno stimolo per intraprendere un viaggio alla ricerca degli originali.
Che sia una mostra, che sia un museo, il digitale è ovunque, un esempio eccellente è la “Cité du Vin” di Bordeaux in cui l’ esperienza multisensoriale e multimediale raggiunge livelli altissimi, dalle scenografie alle installazioni in 3D, dai touch screens alla percezione olfattiva delle varie essenze del vino, una perfetta contaminazione fra l’ attività ludica e la didattica. In Italia, si osserva, invece, un trend positivo delle mostre digitali con un forte aumento di pubblico affascinato da questo nuovo genere di intrattenimento che si avvale dei linguaggi comunicativi contemporanei. Artefice di questo risultato positivo è il Gruppo Crossmedia che dopo il successo di oltre 80000 visitatori nella mostra digitale dedicata all’ artista viennese Gustav Klimt a Firenze, ha inaugurato nei saloni dell’ Ex Aeronautica Militare della Reggia di Caserta una esposizione intitolata: “L’ Elogio del bello, Klimt Experience” fino al 31 ottobre 2017.
Il percorso accoglie il pubblico con una riproduzione delle opere più importanti dell’ artista viennese, dal “Bacio” al “Fregio di Beethoven”, dai paesaggi fino alla sua grande passione, l’ universo femminile, ritratto di “Adele Bloch Bauer”, donna carica di eros, misteriosa e inquietante. Alle diverse stampe poste alle pareti completano l’ allestimento i modelli di alcuni abiti ispirati a quelli realizzati dalla compagna di vita di Klimt, Emilie Floge, vestiti disegnati seguendo i canoni estetici della Secessione Viennese e della Wiener Werkstatte. Il primo contatto con la realtà virtuale avviene con un supporto didattico fisico, l’ “Oculus”, il visitatore indossa questi “speciali occhiali” o visore 3D che consentono di entrare all’ interno delle opere d’arte percependone tridimensionalmente ogni dettaglio figurativo e cromatico, isolandolo dall’ ambiente esterno e proiettandolo in una realtà parallela.
L’ esperienza comincia nel Palazzo della Secessione a Vienna e successivamente nella sala del Fregio realizzata da Klimt, alle pareti “virtuali” sono appesi alcuni quadri esplorati interattivamente, il fruitore osservando una singola tela con intensità ne è attratto da una forza magnetica.
Gradualmente il contenuto del dipinto si dissolve fin quando si concretizza l’ immersione in una dimensione parallela. Ogni quadro è un gate, è un portale che consente un viaggio oltre la barriera costituita dalla cornice, varcando il limite si vivono sensazioni indescrivibili, dal magico al contemplativo, a quello psichedelico, impattante è l’ avvicinarsi agli amanti che si abbracciano ne il “Bacio” ed assistere al graduale dissolvimento dei singoli elementi che compaiono sui loro manti.
Il nucleo della mostra è la grande sala che ospita la proiezione dell’ universo di Klimt, una sorta di story telling per immagini, atmosfera spettacolare, emozioni uniche e irripetibili, multiproiezioni in video mapping di centinaia di immagini digitalizzate ad alta definizione, di inserti video in full HD e una colonna sonora che proietta il fruitore in una nuova realtà virtuale, tutto curato nei minimi dettagli. Entusiasmare, meravigliare, affascinare, esortare il pubblico ad approfondire la conoscenza dell’ arte, allo studio degli artisti e delle opere, questo nuovo concept espositivo finalizzato alla divulgazione culturale oltre ad essere innovativo consente una “visione” e una fruibilità di un pubblico eterogeneo, senza dimenticare che visitare una mostra o un museo multimediale devono essere una esortazione ad intraprendere un “viaggio” alla ricerca delle opere originali nei musei e nelle mostre tradizionali.
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