Senza LineaSenza Linea
Aa
  • Home
  • Qui Napoli
    • Eventi
    • Storia & Curiosità
  • Sport
    • Calcio Napoli
  • Cucina
    • #Tengofame
  • Arte & Spettacolo
    • Musica
    • Arte
    • Cinema
    • Libri
      • Editoria
    • Serie Tv
    • Teatro
  • Nerdangolo
    • CosPlay
    • Fumetti
    • Giochi
    • Hi Tech
    • Animazione
    • Videogiochi
  • LGBT
  • La tana del Bianconiglio
  • Salute & Benessere
Cerca
Reading: La personalità di George Harrison: pacatezza, ira e follia.
Share
Aa
Senza LineaSenza Linea
  • Home
  • Qui Napoli
  • Sport
  • Cucina
  • Arte & Spettacolo
  • Nerdangolo
  • LGBT
  • La tana del Bianconiglio
  • Salute & Benessere
Cerca
  • Home
  • Qui Napoli
    • Eventi
    • Storia & Curiosità
  • Sport
    • Calcio Napoli
  • Cucina
    • #Tengofame
  • Arte & Spettacolo
    • Musica
    • Arte
    • Cinema
    • Libri
    • Serie Tv
    • Teatro
  • Nerdangolo
    • CosPlay
    • Fumetti
    • Giochi
    • Hi Tech
    • Animazione
    • Videogiochi
  • LGBT
  • La tana del Bianconiglio
  • Salute & Benessere
Follow US
  • Disclaimer
  • Privacy
  • Buy This Theme!
  • Advertisement
  • Contact us
© 2022 Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri
Musica

La personalità di George Harrison: pacatezza, ira e follia.

Sergio Forlani
Sergio Forlani 6 anni fa
Share
7 Min Lettura
SHARE

Generalmente, quando tra appassionati di musica e canzone si disserta sui Beatles si tende ad evidenziare a giusta ragione le straordinarie capacità compositive di John Lennon e Paul Mc Cartney. Ma George Harrison, il calmo e apparentemente quieto George Harrison, non era creativamente da meno degli altri due: perchè affermo questo? Partiamo da una premessa: chi col passare del tempo si trova ad avere successo come Beatles, Rolling Stones, Yes, Genesis, Pink Floyd, Bob Dylan, Bruce Springsteen deve necessariamente avere nel proprio Dna una componente di bastardaggine, altrimenti non sarebbe lì. Nel caso dei quattro di Liverpool il loro essere bastardi si manifestò facendo le scarpe prima a Stuart Sutcliffe (originariamente messo dagli altri tre a suonare il basso senza averne la minima capacità) a favore di Paul, e successivamente al batterista Pete Best, detronizzato a favore di Ringo Starr con l’appoggio del produttore discografico George Martin. E George Harrison?

Sin da piccolo il ragazzo evidenziò una spiccata personalità e sicurezza di se al punto da comportarsi spesso in maniera impudente, e in genere chi ostenta personalità e sicurezza di se conosce perfettamente quali siano gli obiettivi da perseguire, non importa se a discapito di chi o cosa. A fronte della grande passione per la musica e per la chitarra l’obiettivo di George divenne chiaramente quello di essere un musicista di grande successo, ancor meglio se anche commerciale. E George mostrò ancor più sfrontatezza quella sera di fine anni 50 a Liverpool quando,chitarre a tracolla, sull’ultimo bus per Woolton che li riportava alle rispettive case Paul disse a George: “Dai George, fagli sentire Raunchy”(a John). Detto fatto: erano nati i BEATLES. Del resto sin dai primi tempi caratterizzati dal grande successo planetario George dimostrò grande disinvoltura sia in conferenza stampa, dove prendeva la parola e a volte la teneva più di John Paul e Ringo, sia ovviamente sul palco eseguendo da cantante solista qualche vecchio brano rock and roll. E’ chiaro che gran parte della scena con brani di propria composizione  gliela rubavano a giusta ragione John e Paul ma fin dal 1966 con l’album “Revolver” fu chiaro a tutti che la vena compositiva di George si era ormai sbloccata, un po come un processo di ritenzione creativa interiore tenuta a freno per troppo tempo e uscita finalmente fuori all’attenzione di pubblico e critica. “Taxman” per esempio coniuga musicalmente uno scarno ma eccellente approccio rock con un testo di natura sociale a difesa del cittadino medio inglese tartassato dalle tasse a favore della Corona Reale. In “Love you too” è ormai chiara la svolta trascendentale indiana di George, con sonorità tipicamente orientali generate da tabla(uno strumento percussivo locale) ma soprattutto dal sitar, il cui mellifluo suono si era già ascoltato l’anno prima in “Norwegian wood” di John, da “Rubber soul”. “It’s all too much” da “Magical Mystery Tour” del 1967 risente abbastanza del momento Lsd di tutto il gruppo e passa inosservato ma il 1968 è l’anno del White Album doppio con il gioiello di George “While my guitar gently weeps”, a detta di tutti la migliore canzone dell’album dove, sempre secondo autorevoli pareri, almeno la metà delle canzoni presenti in esso avrebbero potuto essere tranquillamente cestinate. Ed eccoci al 1969 e ad “Abbey road”, il capolavoro dei quattro di Liverpool dove tre brani si staccano da tutti gli altri: la suite finale “Golden slumbers” di Paul e i due punti più alti della produzione di George: “Something”, splendida canzone d’amore ripresa da tutti i maggiori artisti mondiali nei loro dischi, e “Here comes the sun”, struggente ballata acustica inneggiante alla vita e all’amore.

Ma nel contempo alcuni accadimenti segnano la vita di George Harrison; come detto nel 1966 inizia la fase trascendentale meditativa che però associata all’uso di svariati tipi di droghe lo porta a staccarsi progressivamente dagli aspetti materiali dell’esistenza, e tutto ciò lo porterà alla separazione dalla moglie Patti Boyd, con colpevole partecipazione da parte di Eric Clapton che nel frattempo aveva intrecciato una relazione con la donna, cosa che ferì moltissimo George e che ne peggiorò molto il carattere accentuandone l’irascibilità. Nel 1970 i Beatles si separano e se al momento i quattro prendono la cosa come una liberazione dai dissidi interni alla band e dalle pressioni di media e pubblico, col passare del tempo la mancanza degli amici di una vita si fa sentire, come per gli altri tre. La folle mondanità e il ricorso agli stupefacenti prendono il sopravvento nella vita di George e la sua produzione discografica subisce un’inevitabile battuta d’arresto. Ma l’incontro nel 1974 con la futura moglie, l’artista messicana Olivia Arias, si rivela decisivo per la sua stabilità personale e per un graduale ritorno a quella pacatezza che lo aveva contraddistin-to nei primi anni del fenomeno Beatles, nonché alle sue attività artistiche preferite: fare musica in proprio e produrre nuovi progetti cinematografici, come nel caso dei Monthy Pyton. La vita di George era quindi ritornata alla normalità quotidiana, sia pure condita dalle consuete scappatelle erotiche, poi il manifestarsi della malattia poco dopo la messa a punto di “Beatles Anthology” (uscito nel 1996 in cassetta audio, cd e dvd), l’aggressione subita a casa sua nel 1999 da parte di un pazzo mitomane durante la malattia, la recrudescenza di essa e la scomparsa del “quiet one” dei Beatles nel 2001 fanno parte della cronaca, sia pure dolorosissima specie per chi come me ha amato e amerà sempre i quattro ragazzi di Liverpool che cambiarono radicalmente il mondo musicale e non di  tutti noi. Grazie ancora di tutto George e…Peace and Love.

Potrebbe piacerti anche

SEBAK “TABULA RASA”. Un urlo di esasperazione.

IL NAPOLI, DE BRUYNE E IL MULTIVERSO DELLA VITTORIA

Love Ghost – è uscito il video di “Scrapbook”

PINO BIAGGIOLI “BELLA”. Un omaggio alle donne.

LA CINQUINA FINALISTA DEL CAMPIELLO 2025

Sergio Forlani Gen 5, 2019
Share this Article
Facebook TwitterEmail Stampa
Pubblicato da Sergio Forlani
Inizialmente autodidatta, ad inizio anni 80 intraprende gli studi di armonia e improvvisazione jazz col maestro Franco de Crescenzo, sempre però prestando la massima attenzione alle sonorità ECM, etichetta simbolo del jazz europeo. Nel 1990 fonda PATSIMILE, band ispirata al sound del Pat Metheny Group con cui si esibisce nei maggiori jazz club campani. Qui fa il suo esordio nel gruppo il chitarrista Paolo Palopoli con il quale realizza a tutt’oggi quattro cd inediti, due di matrice etno/jazz(“Armodia etnica” ed “Etnodie”) e due di connotazione jazz/fusion(“First out” e il recentissimo “Back on the ground”). Al suo attivo anche “Non solo etno” con il quale interrompe momentaneamente il filone etno/jazz per dare spazio ad una delle sue passioni, la forma “song” eseguita con piano, contrabbasso e batteria. L’altro suo progetto è invece “SING & SWING – Beatles and songs in jazz” con il quale assieme al cantante Marco Miglio ripropone dal vivo le canzoni dei Fab Four e altri artisti in chiave jazz.
Previous Article Il volo di colin presenta HENRY, il primo singolo con videoclip estratto da SOGNATORE SVEGLIO
Next Article IL RITORNO DI MARY POPPINS: Ancora Perfetta Sotto Ogni Aspetto?

Ultime notizie

SEBAK “TABULA RASA”. Un urlo di esasperazione.
8 ore fa Redazione
GIUSEPPE ZENO, ERIKA PAGAN E IL DISPERATO ERETICO SHOW NELLA QUINTA GIORNATA DEL CAMPANIA TEATRO FESTIVAL
8 ore fa Redazione
Anema e Conte: un omaggio al quarto scudetto
8 ore fa Fabiana Sergiacomo
Ingegneri clinici: “Metaverso per accesso sanità in aree remote e carceri”
21 ore fa Redazione
Telemedicina, progetto telestroke permette di trattare ictus a distanza
21 ore fa Redazione
Turismo: in Alabama viaggio a Nord nelle eccellenze made in Usa tra hits, razzi e creator
22 ore fa Redazione
Jeff Mills torna a esibirsi a Napoli e annuncia un live alla ex Base Nato di Bagnoli
1 giorno fa Redazione
IL NAPOLI, DE BRUYNE E IL MULTIVERSO DELLA VITTORIA
1 giorno fa Jacques Pardi
LA SPY STORY TEATRALE DI FORNASARI, IL VIAGGIO MUSICALE DI ROBERTA ROSSI
1 giorno fa Redazione
Luigi de Magistris presenta il suo libro “Giuseppe de Magistris. La magistratura rara”
1 giorno fa Redazione

You Might Also Like

Musica

SEBAK “TABULA RASA”. Un urlo di esasperazione.

8 ore fa
SportCalcio Napoli

IL NAPOLI, DE BRUYNE E IL MULTIVERSO DELLA VITTORIA

1 giorno fa
Musica

Love Ghost – è uscito il video di “Scrapbook”

3 giorni fa
Musica

PINO BIAGGIOLI “BELLA”. Un omaggio alle donne.

3 giorni fa
Senza LineaSenza Linea

© Senzalinea testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Napoli n. 57 del 11/11/2015.Direttore Responsabile Enrico Pentonieri

Questo sito utilizza cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie clicca qui. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Accept Reject Read More
Privacy & Cookies Policy

Privacy Overview

This website uses cookies to improve your experience while you navigate through the website. Out of these cookies, the cookies that are categorized as necessary are stored on your browser as they are as essential for the working of basic functionalities of the website. We also use third-party cookies that help us analyze and understand how you use this website. These cookies will be stored in your browser only with your consent. You also have the option to opt-out of these cookies. But opting out of some of these cookies may have an effect on your browsing experience.
Necessary
Sempre abilitato
Necessary cookies are absolutely essential for the website to function properly. This category only includes cookies that ensures basic functionalities and security features of the website. These cookies do not store any personal information.
ACCETTA E SALVA
Welcome Back!

Sign in to your account

Lost your password?