La fondazione Mondragone di Napoli è una importante associazione culturale che persegue finalità educative e socio-culturali, ponendo particolare attenzione al settore dei tessuti e dell’abbigliamento, con la relativa documentazione sulla storia del costume. Essa nasce a seguito della istituzione del “Ritiro per Matrone e Vergini nobili” nel 1655, voluta dalla nobildonna Elena Aldobrandini, moglie di Antonio Carafa, Principe di Stigliano e Duca di Mondragone. La sua fondazione, finanziata dalla stessa promotrice sia attraverso rendite, sia attraverso lasciti di mobili, argenterie e suppellettili, e in seguito grazie anche alla contribuzione da parte di numerose donazioni di privati, si verificò in alcune sue proprietà nella zona denominata “alle mortelle” per la fitta vegetazione di mirto che ricopriva il crinale della collina di Sant’Elmo, secondo il Celano, o secondo altre fonti documentarie, per la presenza delle proprietà della famiglia de Troyanis y Mortela. Tuttavia, con la fama dell’istituto e delle sue numerose ospiti, si rese necessaria la costruzione di una chiesa che sostituisse la piccola cappella. La nuova chiesa, eretta nello slargo di Piazzetta Mondragone ad opera di Arcangelo Guglielmelli, fu intitolata Madonna delle Grazie. Nel corso dei decenni, la fortuna del collegio andò gradatamente scemando sull’onda del processo di laicizzazione avviato dal governo francese. Dopo l’Unità d’Italia, nel 1870 la Monarchia Sabauda con Regio Decreto, provvide a riconoscere il Ritiro come Ente Morale, con la titolazione di Real Istituto di Mondragone, legandolo alle dipendenze del Ministero della Pubblica Istruzione che, oltre a modificarne lo statuto, corresse la dicitura di “vergine e matrone” in “orfane e vedove di civile condizione”; sicché, passando da ritiro di tipo conventuale a collegio femminile per le orfane e “figlie del popolo”, l’istituto rivestì principalmente funzione di educazione e formazione. Successivamente, con la chiusura del convitto a causa della seconda guerra mondiale, venne istituita una scuola popolare operaia, dove parte dell’edificio fu adibito ad asilo per accogliere i figli dei soldati chiamati a combattere al fronte. Caduto poi in stato di degrado, è stato restaurato nel 1999-2002 grazie ad un finanziamento europeo. E’ da questo momento che ha inizio il lavoro di sartoria e ricamo come iniziativa di carattere sociale per aiutare le persone svantaggiate. Nel 2003 la Fondazione Mondragone è divenuta Polo Regionale della Moda femminile. All’interno del museo si ritrovano le collezioni di diversi stilisti del primo e secondo novecento, tra i quali Fausto Sarli e Livio De Simone.
INFO:
Costo biglietto: 7 euro; per i gruppi con numero di persone pari e/o superiore alle 10 unità il costo è di euro 5.00; per le visite guidate è richiesta la prenotazione.
Orario di apertura: l’ingresso è consentito fino ad un’ora prima dell’orario di chiusura, fissato per le ore 16.00.