In questi giorni tesi dalla seconda ondata di Coronavirus, l’Esagono difende e sostiene la cultura. La BnF, Biblioteca nazionale di Francia, continua con la digitalizzazione di oltre sei milioni di opere accessibili gratuitamente sul sito Gallica.fr, anche in Italiano. Propone inoltre alcune mostre virtuali dedicate ad argomenti disparati: dall’arte, all’architettura, alla fotografia, alla geografia fino alla letteratura. Alcune esposizioni sono destinate ad accompagnare il lancio dell’applicazione BDNF con cui gli appassionati di caricature e fumetti possono creare gratuitamente nuove strisce e condividerle sui social network. Oltre alla mostra dedicata ai maestri e alle origini del fumetto e della caricatura, c’è n’è una che pone “La laicità in questione” e un’altra che confronta le sacre scritture dei tre monoteismi: la Bibbia, la Torah e il Corano. In filigrana di questo omaggio rivolto agli amanti dei comics appare quindi la volontà di alimentare il dibattito sulla libertà di espressione e resistere all’ondata di violenza religiosa che affligge la Francia.
La memoria corre subito al 7 settembre 2015 quando alcuni membri dell’ebdomadario satirico Charlie Hebdo sono stati abbattuti da mani fanatiche. Molto sale è caduto su questa ferita il 25 settembre scorso, quando due impiegati della società di produzione audiovisiva “Premières Lignes” sono stati aggrediti. Un individuo armato di machete ma non di arguzia, convito di trovarsi nella sede della redazione di Charlie Hebdo – che prima dimorava proprio nella Rue Nicolas-Appert e che ora opera in un luogo segreto – li ferisce gravemente.
In questi ultimi mesi ci sono stati tanti, troppi, attentati rivendicati dalle fila dell’Islam radicale. Il 16 ottobre, Samuel Paty, professore di storia e geografia, è stato decapitato per aver mostrato ai suoi studenti alcune vignette satiriche su Maometto. Alcuni giorni dopo, il martirio di tre persone ha funestato la basilica di Notre-Dame de l’Assomption di Nizza. Da settembre ad oggi, le forze di polizia locale hanno sventato altri tre attentati di matrice islamica.
Il capo della Polizia, Frédéric Veaux, ha ordinato di alzare il livello di allerta su tutta la superficie nazionale. Tanto più che segnali di pericolo arrivano anche dal Medio Oriente. L’agenzia Thabat, vicina ad Al-Qaeda, ha infatti invitato tutti i musulmani a combattere “i miscredenti dell’esagono”. Si aggiunge alla lista l’ennesimo scontro tra il presidente della Turchia, Erdogan, e Emmanuel Macron, accusato di coltivare un’ostilità pregiudiziale nei confronti dei musulmani, di demonizzarli e umiliarli generando una tendenza islamofobica. Macron risponde agli attacchi su Twitter tuonando: “La nostra storia è fatta di lotte contro le tirannie e i fanatismi. Continueremo. Continueremo. Rispetteremo tutte le differenze in uno spirito pacifico. Non accetteremo discorsi dettati dall’odio e difenderemo il dibattito basato sulla ragione”.
È forse in nome di questa razionalità che il lancio dell’applicazione BDNF è abbinato alle mostre virtuali consacrate al confronto tra i tre libri Sacri e al tema della laicità ; quasi fossero manuali d’istruzioni per l’impiego di strumenti dalle infinite potenzialità creative ed espressive, di matite irriverenti, di “bazookas“, come dice l’illustratore de Le Monde Xavier Gorce. La Biblioteca mette quindi a disposizione un fitto armamentario per ragionare sul senso della religione e della laicità : un sito dedicato, dieci schede pedagogiche, numerose interviste audio visive, una folta raccolta di testi d’archivio, una bibliografia completa e trecento immagini scaricabili. Questi documenti, già raccolti all’indomani degli attentati del 2015, sono selezionati da un comitato scientifico composto da storici, insegnanti e esperti in materia al fine di infondere maggior consapevolezza in un dibattito dalla triste attualità. L’esposizione pone alcuni quesiti nevralgici: se la laicità possa essere ritenuta un principio universale oppure un’antagonista della religiosità, se sia lecito ridere di tutto, quale sia il limite della tolleranza e del rispetto della diversità e della libertà di espressione, come distinguere la conoscenza dalla credenza, e, infine, cosa voglia dire uccidere in nome di Dio.
Nel dedalo di queste questioni, viene in mente il saggio di Benedetto Croce del 1942 intitolato “Non possiamo non dirci cristiani” in cui spiega che la religione non concerne solo il rapporto di ciascuno con Dio, ma la cultura dell’intero popolo. Il calendario, gli usi e costumi, le modalità relazionali, le materie di studio sono frutto di una cultura di matrice religiosa che ci portiamo addosso anche quando ne rifiutiamo i dogmi. La religione ha quindi una portata sociale, politica e culturale. Come afferma Émile Durkheim: “Non è non è soltanto un sistema di idee, è innanzitutto un sistema di forze“. E su queste ultime forse è utile soffermarsi per indagare su conflitti che concernono la religione ma non di certo la fede.