Trama: Le spose della Luna è un romanzo ambientato nel cuore della Sardegna nel 1911 e ispirato alla vicenda della bandita Paska Devaddis, di Orgosolo. Dopo essere stata falsamente accusata di omicidio, scappò sui monti per sfuggire alla giustizia. Fra faide, amore, odio, morte, misteriose apparizioni, magia bianca e nera, si snoda un’intensa storia di donne forti come pietre nuragiche e potenti come dee, mosse da sentimenti ancestrali.
Officina Milena
Recensione: Avevo già avuto, precedentemente, il piacere di fare conoscenza, ovviamente in maniera letteraria, con Emma Fenu grazie a “Le dee del miele”. Il suo stile è affascinante, diretto e magico, tanto da averlo paragonato a quello di Isabel Allende.
Anche ne “Le spose della Luna” le protagoniste sono donne e partendo fa un fatto avuto luogo in Sardegna il secolo scorso dove il brigantaggio femminile è il fulcro di tutto, la Fenu traccia una storia tempestosa, d’amore e morte, di magia e stregoneria. Le sue parole sanno essere macigni che portano dolore, come quello provato da Franzisca scappata dal suo paese perché accusata di omicidio, riparata in una caverna tra le montagne con il suo amore Istevani ed altri briganti di passaggio. Il personaggio di Franzisca si rifà a Paska Devaddis una bandita sarda degli inizi del ’900, all’epoca in cui Orgosolo era teatro della faida tra le famiglie Cossu e Corraine che insanguinò il paese per 12 anni. Accusata di omicidio nonostante fosse poco più di una bambina, per sottrarsi alla vendetta o alla cattura fu costretta alla latitanza sul Gennargentu. Morì di tubercolosi poco tempo dopo, vergine, e la famiglia, sfidando i nemici e le forze dell’ordine, riuscì a riportarla in paese, per far sì che potesse essere ricomposta nel letto di casa, evitandole il disonore perpetuo della morte in latitanza. Nel processo sulla disamistade di Orgosolo, che si tenne a Sassari due anni dopo, non fu individuato nessun colpevole della lunga catena di omicidi e la storia della giovanissima Paska fu solo un nome tra i tanti delle numerose faide barbaricine.
Intanto, si susseguono le vicende di donne che in un modo o nell’altro hanno un vincolo di sangue con la bandita: madri, zie, nonne, cugine che incarnano la femminilità per eccellenza. Personaggi che esercitano la magia nera e la magia di protezione, si trasfigurano in animali, pregano, piangono, aspettano.
Un romanzo che trasuda riti e dicerie sardi in ogni riga, una scrittura sensoriale che fa udire ogni grido, gustare ogni sapore. Una realtà che si basa sull’onore e la vendetta, abitata da donne non viste come sesso debole, ma come regine dei saperi misteriosi, depositarie di antichi rituali. Tutto avviene sotto lo sguardo della luna che rischiara e nasconde, dona energia ed è sempre presente…femmina anch’essa.
Unico neo: la copertina è fuorviante e non rende giustizia al contenuto. Capisco che l’abito non fa il monaco, ma in questo caso non invoglia ad andare oltre.
Una storia che consiglio di leggere e vivere profondamente.
Emma Fenu, nata e cresciuta respirando il profumo del mare di Alghero, ora vive felicemente a Copenhagen, dopo aver trascorso un periodo in Medio Oriente. Ogni cinque anni, per esigenze lavorative, cambia nazione o continente. Laureata in Lettere e Filosofia, ha conseguito un Dottorato in Storia delle Arti. Scrive per lavoro e per passione. Si occupa da anni di storia delle donne, di letteratura e di iconografia; recensisce libri e intervista scrittori per vari siti web; gestisce il blog “Cultura al femminile”; tiene corsi di scrittura creativa e insegna lingua italiana agli stranieri.