Lei mi parla ancora è un film del 2021 diretto da Pupi Avati e tratto dal romanzo “Lei mi parla ancora – Memorie edite e inedite di un farmacista” scritto nel 2016 a 95 anni da Giuseppe Sgarbi, padre di Vittorio ed Elisabetta. Pupi Avati ha trasformato un romanzo autobiografico in un meraviglioso film, e lo ha fatto in piena pandemia, quando un’atmosfera triste si era posata sul mondo intero come una nube grigia ed infinita. Questa sensazione di angoscia ha sicuramente coadiuvato il lavoro del regista regalando agli attori una capacità di empatia fuori dal comune, sensazione che lo spettatore attento e sensibile non potrà di certo ignorare. Il film inizialmente sarebbe dovuto uscire al cinema ma a causa della pandemia di Covid-19 è stato venduto dalla Vision Distribution a Sky Cinema che lo ha trasmesso in prima visione assoluta l’8 febbraio 2021.
La storia è quella di Nino, interpretato da Renato Pozzetto, che per 65 anni ha amato Rina, interpretata da Stefania Sandrelli, e che non riesce a smettere di amarla neanche dopo la sua morte. L’immensa suggestione porta Nino a percepire che Rina gli parla ancora, ed anche lui continua a parlarle, ma da solo e di notte, per non farsi sentire dai domestici e dai figli. Sarà proprio sua figlia a trovare un modo per permettergli di parlare ancora di Rina, commissionando una raccolta di memorie ad uno scrittore che da tempo prova senza successo a far pubblicare il suo romanzo. Dopo un’iniziale diffidenza da parte di entrambi, Nino aprirà il suo cuore allo scrittore ed insieme descriveranno la grande storia d’amore fra i due coniugi immortali. Da un amore come quello di Nino e Rina, così grande e così semplice, non si può non essere profondamente colpiti e commossi.
Renato Pozzetto, nell’inedito ruolo drammatico, sorprende tutti coloro abituati all’immagine simpatica legata al suo passato cinematografico. Oltre alla capacità dell’attore di interpretare un ruolo fortemente drammatico, ma anche tenero e romantico allo stesso tempo, bisogna elogiare la sua capacità di apparire, davvero e per la prima volta, autenticamente e magistralmente anziano. L’attore nel 2020 ha infatti compiuto 80 anni, ma come spesso accade agli occhi del pubblico egli sembra ancora giovane; risulta quindi difficile e sorprendente vederlo recitare nel ruolo di un uomo di terza età. Gli stessi elogi vanno riservati alla sempre bellissima Stefania Sandrelli, che con il suo atteggiamento di eterna dolcezza regala alla storia un tocco di eleganza in più. La sua presenza nel film è però soltanto iniziale, perché nonostante il ruolo di protagonista morale della storia, ben presto il suo personaggio morirà per lasciare spazio ai ricordi del marito. Anche il resto del cast va applaudito, ed ogni attore ha dato il meglio di sé nell’interpretazione del proprio personaggio, a partire da Fabrizio Gifuni nei panni dello scrittore, fino ad arrivare a Chiara Caselli in quelli della figlia di Nino e Rina. Vanno ricordati anche Lino Musella e Isabella Ragonese, nei panni di Nino e Rina da giovani, nel pieno del loro amore bellissimo vissuto in un’altra epoca ed ancora vivo nella memoria.
Una trama toccante e di rara profondità che difficilmente potrà lasciare asciutti gli occhi dello spettatore, perfino quello più cinico. Una storia d’altri tempi, di cui tutti abbiamo tanta nostalgia, ricca di sentimenti e di valori spesso oggi dimenticati. Un’emozione unica che il cast regala al cuore e soprattutto all’anima del suo pubblico più sensibile. Talmente delicato e struggente, che perfino l’intesa tra i due attori principali diventa palpabile, anche se le scene che condividono non sono tante. «Sei stato magistrale, mi sono innamorata di te» ha confessato la Sandrelli a Pozzetto in conferenza stampa. «Era perché non avevi niente da fare» è stata la risposta spiritosa di Renato.