Non è mai facile dover salutare chi, nel suo piccolo, ha scritto una pagina importante della musica mondiale. In questi giorni, precisamente il 10 novembre, ci ha lasciati il poeta-cantautore canadese Leonard Cohen. Morto ad 82 anni la notizia è stata diffusa dalla sua casa di produzione la Sony music Canada.
Cohen, nato come poeta, sin dagli esordi ha lasciato traccia della sua persona attraverso un percorso artistico variegato sia nel genere musicale, che negli argomenti trattati; la religione, la depressiva introspezione, l’amore sentimentale e carnale; il tutto miscelato in musiche dal forte connotato popolare, che ne hanno fatto un portavoce essenziale del movimento. Molti i riconoscimenti da lui ottenuti; ma i più importanti rimangono sempre gli applausi sinceri di chi si sentiva legato dalle sue parole. Ascoltando i suoi brani lo potremmo facilmente definire come “Un uomo cupo che colorava la musica” .Fonte di ispirazione per moltissimi autori nostrani come De Andrè, De Gregori, Lauzi, Vanoni, si ricordano di lui brani famosissimi come Hallelujah (ri-arrangiata successivamente da un altro grande della musica, Jeff Buckley), Bird on the Wire, First we take Manhattan e molti altri ancora.
In conclusione, quindi, non ci rimane che pensare all’immortalità delle sue parole incise per sempre in brani che hanno segnato la storia della musica.