“Son tutte belle le mamme del mondo…” cantava un vecchio adagio, ma la cronaca ha sfatato questo falso mito. Il termine “mamma” era per definizione utilizzato per indicare una donna incondizionatamente dedita ai propri figli, buona, gentile, attenta ed amorevole. Alla luce delle tragedie che popolano le news quotidiane possiamo attribuire questo sostantivo a chi ha esclusivamente generato una prole, senza andare oltre, tralasciando l’educazione e l’affetto che dovrebbe essere innato verso i propri piccoli. Il mio compito oggi, non è quello di sottolineare le atrocità commesse da scriteriate, ma inneggiare a madri che in letteratura hanno lasciato un segno, voglio parlarvi di donne come ce ne sono tante, forti e più che degne di essere chiamate Madri. Sono figure in cui potersi rispecchiare, dove la maggior parte della popolazione femminile può rivedersi lasciando al margine quella (meno male) piccolissima percentuale di marciume che sporca la parola più bella del mondo.
Madre coraggio e i suoi figli di Bertolt Brecht
L’opera è ambientata in Polonia, Svezia e Germania tra il 1624 e il 1636 durante la guerra dei Trent’Anni. Anna Fierling, è una popolana indurita dalla guerra e nel romanzo incarna il doppio ruolo di affarista senza scrupoli e di madre protettiva. Ha trovato il modo di fare affari seguendo l’esercito cattolico, vendendo provviste e oggetti di vario genere. Riesce a fare buoni affari grazie a questa guerra che rende tutti i beni molto più ricercati e necessari. Il suo attaccamento al carro e ai soldi, in un certo senso, mette a dura prova il suo rapporto con i suoi figli. Spesso a costo della loro stessa vita. Una madre coraggio che mette in risalto tutte le problematiche di un epoca in cui i soldi venivano considerati come unica soluzione per la felicità.
Paula di Isabel Allende
Una delle madri più coraggiose in letteratura. In questo toccante romanzo, infatti, l’autrice cilena racconta la sua vita. Un rapporto tra madre e figlia inizialmente normale, poi tragicamente rotto da una malattia gravissima che colpisce proprio Paula, la porfiria, riducendola in un coma irreversibile. Con le sue parole, Isabel Allende, racconta tutta la forza che le madri possono trovare in situazioni come queste: coraggio e amore. La vicenda si svolge dal giorno del ricovero di Paula avvenuto il 6 dicembre 1991, fino alla sua morte, giunta esattamente un anno dopo, il 6 dicembre 1992. (In foto a destra, Paula)
Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen
La signora Bennet è una mamma un po’ invadente, ritratta dall’autrice come una donna sciocca e chiaccherona. Si sposa con il signor Bennet, ma il loro matrimonio non le concede molte gioie così dedica tutta sé stessa nel gravoso impegno di trovare marito alle figlie mettendo in mostra la pochezza del proprio carattere. Parla troppo e anche solo la metà di quel che dice fa vergognare le figlie maggiori ed il marito. Oltre all’oca giuliva c’è dell’altro: la voglia di dare alle proprie ragazze il meglio, che non si accontentino solo di essere mogli, ma che abbiano una vita completa e soddisfacente come a lei non è successo.
Una figlia per sempre di Mary Westmacott
Un romanzo d’amore scritto, sotto pseudonimo, dalla Regina del Giallo Agatha Christie. Una storia che sviscera tutta la rivalità che ci può essere tra una mamma ed una figlia. A quarant’anni Ann Prentice è una donna bella e affascinante che si divide tra una moderata vita mondana nella Londra dell’immediato dopoguerra e l’amore per la figlia diciannovenne, Sarah. Durante un breve soggiorno in Svizzera della ragazza, Ann conosce Richard, un uomo che riesce a farle battere di nuovo il cuore dopo sedici anni di vedovanza e nel giro di poche settimane Ann decide di sposarlo, pronta a vivere una nuova felicità. Ma al suo ritorno Sarah, che vuole tenere la madre tutta per sé e non concepisce neppure l’idea di un suo secondo matrimonio, fa di tutto per mandarlo all’aria. Da quel momento rancori, gelosie, risentimenti segneranno il rapporto tra le due donne. Solo quando le due arriveranno ad un punto di rottura capiranno di quanto sia indissolubile il rapporto tra una mamma e una figlia.
La madre perfetta di Gin Phillips
Joan, dopo essere andata a prendere Lincoln all’asilo decide di portarlo allo zoo. È la passione del bambino stare sulla sabbia nella Fossa dei Dinosauri e inscenare battaglie e avventure. Intanto le ore passano e lo zoo sta per chiudere, gli animali vanno a dormire, ma i loro versi non sono l’unica cosa che si sente. All’improvviso c’è un rumore secco. Uno schiocco, seguito da un altro subito dopo. Sembrano palloncini che scoppiano. Invece sono spari e in un momento, tutte le paure più remote diventano concrete: il terrore per il suo bambino, la paura di perderlo. Lo zoo è in mano ai terroristi, con dentro tutti gli animali, e Joan, col suo bambino di quattro anni, dovrà nascondersi, e allo stesso tempo preservare suo figlio da tutto ciò che li aspetta, fargli credere che si tratti solo di un gioco. Perché essere madre è anche vedere il mondo con gli occhi dell’unica creatura al mondo che sarà per sempre parte di te.
Le madri di Brit Bennett
Nadia Turner ha diciassette anni e porta nel cuore il peso insopportabile del suicidio della sua mamma, avvenuto pochi mesi prima. Vive, o sopravvive, insieme al padre, uomo buono ma incapace di una relazione con lei, s’innamorerà di Luke, che proprio come lei ha qualcosa da dimenticare: era un campione nella squadra di football del college, ma una brutta frattura ha spezzato la sua gamba e la sua promettente carriera. La loro storia è emozionante e trasognata come tutti gli amori a quell’età, fino a che Nadia non rimane incinta e le sembra che abortire sia la sola scelta giusta. Nadia nasconde il suo segreto a tutti, compresa Aubrey, la nuova grande amica che condivide con lei il dolore di una madre perduta. Il tempo scorre e quando Nadia torna a Oceanside per il matrimonio di Aubrey, l’ombra delle scelte compiute cala improvvisamente su di loro come un debito da pagare, come una domanda che esige risposta.
Orologi rossi di Leni Zumas
La maternità – presente o assente, cercata o negata – ci definisce come donne? Leni Zumas sceglie la via del romanzo per parlare di un tema scottante dando voce a quattro donne di Newville, villaggio di pescatori dell’Oregon, in un futuro vicino in cui negli Stati Uniti l’aborto è proibito, l’inseminazione in vitro è vietata, la legge garantisce pieni diritti all’embrione e un Muro Rosa blocca l’accesso al Canada, dove invece abortire si può, e dove ragazze e donne fuggono di nascosto in cerca di soluzione per le gravidanze non volute. Ro, insegnante di scuola superiore, è single e sta cercando di avere un figlio affidandosi a una clinica della fertilità. Susan è madre frustrata di due figli perfetti, intrappolata in un matrimonio perfetto che sta cadendo a pezzi. Mattie è una delle allieve più brillanti di Ro: quando scopre di essere incinta non sa a chi chiedere aiuto. Infine c’è Gin, spirito della foresta, erborista e guaritrice, che in qualche modo riunisce i destini di tutte quando viene arrestata e processata per le sue pratiche, vittima dell’ennesima caccia alle streghe.