Un libro non è solo nero su bianco, ma un vortice di colori. Alcuni saranno tenui, altri forti ed abbaglianti, altri ancora si fonderanno per dare tonalità uniche e personali. Non è possibile fare un discorso globale, la percezione è diversa per ogni singolo lettore, l’unica cosa che posso fare è sceglierne alcuni che hanno nel titolo un colore. Questa condizione oggettiva non escluderà al pubblico il piacere di scoprirne le varie sfumature che rappresenteranno le sensazioni avvertite durante la lettura stessa.
L’albero dai fiori viola di Sahar Delijani
Qui il viola, rappresentato dalla tonalità dei fiori dell’albero di jacaranda punto d’incontro delle famiglie protagoniste, si fonde con vari colori. Scopriremo il rosa, indicatore del sesso femminile: donne iraniane distrutte e scalfite dalla Rivoluzione Khomeinista; il bianco, simbolo di purezza ed innocenza come i bambini: abbandonati, soli o nati in carcere.
Il rosso e il nero di Stendhal
Per comprendere i significati del romanzo è importante porre attenzione nel simbolismo contenuto nei colori del libro. Il rosso evoca il sangue, sia quello versato per gelosia che per condanna, ma anche la passione e l’amore. Il nero legato al dolore per la mancanza di affermazione, al presunto tradimento da parte della donna amata, alla morte.
Il cane giallo di Georges Simenon
Qui la tinta indicata nel titolo corrisponde anche al genere. Il commissario Mairgret simbolo del giallo sarà accompagnato da un quadrupede scodinzolante per tutta la durata delle indagini. La tono del libro vira fortemente al nero per i richiami al gotico ed alla notte, momento propizio per un omicidio.
Il tailleur grigio di Andrea Camilleri
Più che un abito, una divisa di conformismo esteriore, una maschera vista come travestimento per recitare una parte. Il grigio è decisamente un colore ambiguo dato dal mescolamento del bianco simbolo di candore con il nero emblema dell’oscuro e del fosco. Nuance magistralmente scelta da Camilleri per rappresentare un personaggio sfocato, indefinibile ed affascinante.
Una scrittura azzurro pallido di Franz Werfel
Una gradazione delicata, una grafia femminile che evoca ricordi e chiede aiuto. Le memorie e le paure affiorano, la mente comincia a frugare indietro nel tempo, la paura di ripercorrere tristi eventi passati cede il passo alla curiosità di scoprire un presente parallelo. Il ceruleo rassicurante viene decisamente spodestato dall’ ocra chiaro, colore dei ricordi volutamente sbiaditi.
Pappagalli verdi di Gino Strada
Le esperienze toccanti del medico di guerra sono la più grande tavolozza su cui posare tutte le tinte esistenti. Il rosso del sangue, il nero della morte, le varie sfumature che il colore della pelle può assumere, il bianco delle fasciature, il trasparente (lasciatemelo passare come colore) di chi non vuole vedere le brutture delle guerre e soprattutto il verde, rappresentativo di speranza e non del nome delle mine giocattolo da cui prende il titolo l’opera.