A San Gennaro Vesuviano, un uomo di 35 anni ha compiuto il folle gesto di gettare, da un balcone del secondo piano, a casa della nonna materna, la figlioletta di appena 16 mesi per poi, a sua volta, lanciarsi nel vuoto. La bambina è, purtroppo, deceduta sul colpo, mentre lui è ancora ricoverato in gravi condizioni al Caldarelli. Pare che costui abbia, con una scusa, fatto allontanare la madre della piccola e, approfittando della sua assenza, ha commesso questo terribile fatto. Gli inquirenti stanno procedendo a tutte le indagini del caso anche per stabilire quali possano essere state le motivazioni che abbiano indotto l’uomo a mettere a punto un’azione tanto orrenda. Ovviamente, date le condizioni dell’omicida, il suo interrogatorio diretto è stato rimandato dal pm. Secondo quanto trapela dalle varie ricostruzioni giornalistiche, però, a quanto sembra, tra i genitori della bambina, residenti nel Casertano, i rapporti erano divenuti particolarmente instabili, tanto da parlare di separazione.
È un caso, questo, che ancora una volta ci rivela quanta violenza e quanto orrore possano maturare tra le mura di case. Siamo di fronte all’ennesimo uomo che provoca la morte all’interno delle dinamiche della famiglia. Il pensiero, inevitabilmente, va pure a tutti gli episodi di femminicidio, sempre più frequenti; da ultimo, quello di Deborah, uccisa, a Savona, dal suo ex marito.
Abbiamo, indiscutibilmente, un’emergenza, questa, sì, vera ed effettiva. Bene le misure strettamente repressive come può essere il cosiddetto Codice rosso – ora approvato anche al Senato – ma esse da sole non bastano. La partita si gioca principalmente sul piano culturale e qui dobbiamo contribuire tutti affinché si possano disinnescare le perverse micce mentali che esplodono sulla pelle e sulle vite di donne e minori.