Impossibile non chiedersi, a questo punto della stagione, dove sarebbe il Napoli senza l’incredibile sequenza di infortuni e assenze cui ha dovuto far fronte.
Senza voler esagerare, molto probabilmente gli azzurri siederebbero almeno accanto all’Inter che ha approfittato dell’inesorabile ed inevitabile calo dei partenopei per posizionarsi in alto in classifica. Dopo la disfatta, anche piuttosto episodica e circoscritta, contro la Fiorentina in Coppa, il Napoli ha sbancato Bologna, dominando in lungo ed in largo per tre quarti di gara, accusando appena appena un lieve, prevedibile, calo nel finale.
Si sono rivisti, dal primo minuto, tanti di quei calciatori che formavano la spina dorsale del Napoli dominante della prima fase della stagione e i risultati si sono sentiti.
Per settanta minuti almeno, non c’è stata partita: il possesso palla del Napoli è stato continuo e gestito con sapienza a seconda dei momenti della gara. La glaciale regia di Lobotka e il giro palla elegante di Fabian, utilizzate nei momenti in cui era necessario abbassare il ritmo e far correre a vuoto i felsinei (anche loro, va detto, decimati da covid e coppa d’Africa), gli strappi di Zielinski ed Elmas quando serviva puntare con velocità la difesa degli uomini di Sinisa.
Attento in difesa, con la coppia Rrahmani-Jesus che ha cancellato Arnautovic dal campo, coadiuvati dagli instancabili Di Lorenzo e Mario Rui e pericoloso in attacco, con Mertens a fare da regista e Lozano a finalizzare le occasioni. Meravigliosi i due gol del messicano, da studiare alle scuole calcio l’azione del due a zero: uscita dal basso e passaggi rapidi e veloci che hanno portato il Chucky fin dentro la porta di Skorupski.
Nel secondo tempo si è rivisto anche Osimhen: l’attaccante nigeriano ha dimostrato una buona, non buonissima ovviamente, condizione fisica e la sensazione di non aver alcun timore nei contrasti aerei.
Non sono mancate recriminazioni arbitrali: a parere di chi scrive, manca un rosso nettissimo per Theate e un rigore su Fabian che avrebbero chiuso la gara anzitempo, risparmiando al Napoli l’ultimo quarto d’ora di, relativa, sofferenza. Un palo di Svanberg in pieno recupero ha permesso a Meret, poco impegnato ma abbastanza attento, di completare il clean sheet.
Il pareggio tra Inter e Atalanta e la sconfitta, a dir poco rocambolesca, del Milan contro lo Spezia, danno la possibilità al Napoli di guardare al futuro prossimo con fiducia.
Alle porte il “derby” contro la Salernitana, una gara sempre complessa al cospetto di una avversaria, comunque, nettamente inferiore, prime della sosta, benedetta mai come stavolta, che permetterà, alla ripresa, di rivedere in campo anche i reduci della Coppa d’Africa.