Seconda, pesantissima sconfitta interna consecutiva per il Napoli di Luciano Spalletti: dopo l’Atalanta, anche il sorprendente Empoli di Andreazzoli passa al “Maradona”, consentendo proprio agli orobici di scavalcare gli azzurri, ora addirittura quarti in classifica.
Per quanto il risultato non rispecchi l’andamento della partita, con il gol decisivo scaturito da un’incredibile carambola tra Anguissa e Cutrone sugli sviluppi di un corner, la prestazione offerta dai partenopei ha confermato quanto sia complicato il periodo che stanno attraversando.
Le numerose assenze hanno indubbiamente inciso, soprattutto perché i sostituti hanno giocato molto senza poter rifiatare, ed in un calcio dove i 5 cambi sono ormai determinanti l’impossibilità di inserire forze fresche è un fattore da non sottovalutare.
A partita in corso il Napoli ha perso anche Zielinski, vittima di un problema respiratorio, e ciò ha costretto Spalletti a forzare i rientri di Insigne ed Anguissa, portati in panchina ma ancora lontani da una condizione fisica accettabile.
La manovra azzurra è risultata quindi spesso ripetitiva e sterile, anche se qualche occasione per segnare il Napoli l’ha avuta, soprattutto nella ripresa: su tutte il palo colto da Petagna subito dopo il gol dell’Empoli, a ulteriore dimostrazione che la fortuna non è certo un’alleata, di questi tempi.
Non erano certo queste le condizioni in cui sia Milan che Napoli pensavano di affrontarsi nel big match in programma domenica sera a San Siro (ore 20:45): se fino a qualche settimana fa, infatti, azzurri e rossoneri erano appaiate in testa, oggi entrambe le squadre hanno rallentato vistosamente, consentendo all’Inter di conquistare la vetta della classifica.
Anche la squadra di Pioli, salvata in extremis da Ibrahimovic ad Udine la scorsa settimana, sta pagando a caro prezzo i numerosi infortuni: contro il Napoli, lo svedese sarà chiamato agli straordinari, visto che il solo Giroud tornerà a disposizione in attacco, partendo però sicuramente dalla panchina.
Non che il Napoli stia molto meglio: dovrebbe recuperare Zielinski, mentre Lobotka potrebbe stringere i denti ed accomodarsi in panchina; nulla da fare per Osiumhen, Fabiàn e soprattutto per Koulibaly, per i quali il 2021 si è probabilmente già concluso.
In quest’ottica, lascia francamente sconcertati il comportamento di Manolas, che è letteralmente scappato via per tornare in patria, all’Olympiakos, a mercato ancora chiuso e con sole due partite da giocare prima di fine anno: con una situazione di tale emergenza, l’apporto del greco sarebbe stato importante.
A questo punto, svanita ogni speranza di un’inversione di marcia, il giudizio sui due anni e mezzo dell’ex difensore romanista in maglia azzurra non può che essere profondamente negativo, sia dal punto di vista tecnico (tanti gli infortuni, pochissime le prestazioni degne di nota) che umano: pensavamo di aver visto il peggio con Higuain, ma evidentemente al peggio non c’è mai fine.
Formazione quasi obbligata dunque per Spalletti: in porta, nonostante le ormai troppe incertezze, dovrebbe essere confermato Ospina, davanti al quale agiranno Di Lorenzo, Rrahmani, Juan Jesus e Mario Rui; a centrocampo Demme dovrebbe far posto ad Anguissa, con Zielinski ed Elmas al suo fianco; in avanti, Mertens guiderà il tridente leggero, con Lozano ed uno tra Politano ed Insigne (ancora non al meglio) sugli esterni.
Il rendimento zoppicante delle due squadre negli ultimi turni non toglie certamente fascino a quella che a fine anni ’80 è stata la vera grande rivalità che ha segnato il calcio italiano.
Anche in quel periodo, nonostante l’avvento di Maradona, il Napoli ha però fatto fatica a San Siro, confermando un trend purtroppo consolidato e invertito solo di recente, durante la gestione De Laurentiis: in 74 precedenti, sono solo 16 i successi per i partenopei, a fronte di 32 sconfitte e 26 pareggi.
Sperando di potervi aggiungere la sfida di domenica, ecco le 5 vittorie più belle ottenute dagli azzurri al “Meazza” rossonero:
27 Gennaio 1963: lo sgambetto del Petisso ai futuri Campioni d’Europa
Non ha speranze, sulla carta, il Napoli di Bruno Pesaola, contro la corazzata rossonera guidata da Nereo Rocco: gli azzurri, in lotta per la salvezza, hanno il compito in teoria proibitivo di fermare i Campioni d’Italia, che possono contare sui vari Ghezzi, Cesare Maldini, Rivera ed Altafini.
Il calcio però non è solo teoria, e dopo aver trovato il vantaggio con Corelli a metà primo tempo, i partenopei riescono a resistere fino alla fine, regalando ai tifosi uno dei rari pomeriggi di gioia di quella stagione.
A fine campionato infatti il Napoli retrocederà mestamente in B, mentre quel Milan salirà sul tetto d’Europa, vincendo la finale di Coppa dei Campioni a Wembley contro il Benfica.
1 Aprile 1979: Pesce d’Aprile al Milan della “Stella”
E’ lanciatissimo verso il decimo scudetto, il Milan del “Barone” Nils Liedholm, che affronta il Napoli nel finale di campionato; gli azzurri, guidati nuovamente da Luis Vinicio (subentrato a Gianni Di Marzio), vogliono però centrare l’obiettivo della qualificazione alla Coppa UEFA.
E’ un gol di Majo al tramonto del primo tempo a regalare il successo ai partenopei, che chiuderanno sesti quel campionato: il “pass” continentale arriverà comunque, grazie…alla Juventus, che vincendo la Coppa Italia lascerà al Napoli l’ultimo posto utile.
13 Aprile 1986: l’unico trionfo di D10S a San Siro
Dopo una salvezza ottenuta in rimonta, la seconda stagione napoletana di Diego Armando Maradona regala ben altre soddisfazioni ai tifosi: il Napoli si attesta nelle zone alte della classifica, ed arriva a Milano per consolidare il terzo posto alle spalle di Roma e Juventus, impegnate in un appassionante duello scudetto.
Il “Pibe” è ispiratissimo, e dopo il vantaggio siglato da Giordano firma il gol che mette in ghiaccio il risultato, rendendo inutile la rete di Di Bartolomei e facendo impazzire i tanti supporters azzurri del Nord accorsi ad ammirarlo.
Quella stagione fu il trampolino di lancio verso il primo scudetto e gli altri successi italiani ed europei, ma curiosamente quella resterà l’unica vittoria ottenuta da Dieguito nella tanto prestigiosa quanto insidiosa “Scala del Calcio”.
22 Settembre 2013: Higuain e Reina spezzano il sortilegio
Dopo D10S, il lungo digiuno: il nuovo Napoli di Rafa Benitez affronta, dopo sole 4 giornate, il Milan che non batte a San Siro da ben 27 anni; gli azzurri però sono pieni di entusiasmo per la nuova gestione, e piazzano due colpi da k.o. con Britos e soprattutto con la nuova stella, ancora una volta albiceleste: Gonzalo Higuain.
L’ex centravanti del Real firma il raddoppio con una fucilata da vero bomber, e nel finale ci pensa Reina a chiudere la saracinesca, parando anche un rigore a Balotelli, il primo sbagliato da Super Mario in carriera.
Quel Napoli non lotterà fino alla fine per lo scudetto, ma vincerà una splendida Coppa Italia, e soprattutto porrà le basi per un lungo ciclo di stagioni ad altissimo livello.
4 Ottobre 2015: il Poker di San Siro inaugura il “Sarrismo”
Dopo qualche difficoltà ed i primi mugugni, il Napoli di Maurizio Sarri arriva alla sfida col Milan sulle ali dell’entusiasmo, frutto delle goleade a Bruges e Lazio e di un gioco brillante e prolifico: nessuno può immaginare, però, che su un palcoscenico così importante gli azzurri possano ripetersi.
Invece i partenopei rifilano addirittura un poker a domicilio ai rossoneri di Mihajlovic, letteralmente spazzati via: è Lorenzo Insigne ad illuminare la serata, con uno splendido assist per Allan ed una scintillante doppietta (un gol su punizione).
Quella sera tutta Italia comprese di essere al cospetto di una meravigliosa macchina di gioco e di gol: nacque ufficialmente il “sarrismo”, dottrina che pur non portando trofei, ha regalato tre anni di divertimento e bellezza ai tifosi del Napoli.
Chissà che anche domani sera Insigne, che nel frattempo del suo Napoli è diventato capitano e simbolo, non si regali un’altra serata piena di luci a San Siro: ce ne sarebbe davvero bisogno, per uscire da questo tunnel lunghissimo e tremendamente buio.