Ci aveva visto giusto Lucy un po’ di anni fa a far pubblicare la biografia della sua vita, affidandosi alla penna della scrittrice Gabriella Romano, infatti poi uscì Il mio nome è Lucy. Ed Donzelli anno 2009 pp.93
Libro assolutamente da leggere. Una biografia spietata e sincera. Una vita a suo modo a lieto fine, solo per essere scampata alla morte; ma lei ha dichiarato spesso: “è come se fossi morta nel lager”
La sua storia: è stata la donna transessuale più longeva d’Italia, Lucy se n’è andata quest’anno ultranovantenne . Già in età avanza e non pensando di stabilire una specie di record, raccontò la sua storia onde evitare che fosse strumentalizzata da altri.
Ora abbiamo questo splendido volume che ha un qualcosa di storico e prezioso. Ed è proprio il lavoro della scrittrice a rendere pubblica una storia che ben pochi conoscevano
Luciano Salani era nato nel 1924, a Fossano provincia di Cuneo ha vissuto quindi tutto il periodo fascista. Bambino che desiderava giocare le bambole, che spiava con incanto e paura i trucchi di sua madre. Omosessuale, disertò l’esercito fascista italiano e fu deportata Dachau, una città tedesca e lì rimase fino alla liberazione americana.
Ritornata in Italia iniziò a frequentare gli ambienti gay di Bologna diventandone il focolaio storico dei tempi passati. La memoria storica di chi ha vissuto dei momenti atroci. E’ stata l’unica persona transessuale ad essere sopravvissuta, in Italia, alle persecuzioni nazifasciste e ai campi di concentramento.
Lucy racconta della “ vita” nei lager, se di vita si può parlare. Violenze psicologiche e verbali, secchi di catrame rovesciati addosso, docce di creolina con la pelle che si staccava a brandelli. Il lager era sempre un punto di non ritorno, un viaggio violento di sola andata. Ma non per tutti.
Queste donne, un po’ come la Tarantina sopravvissute a loro stesse sono la nostra memoria storica. I loro scritti sono pagine pregne di verità da studiare per conoscere la storia dei “diversi” e la loro rinascita. Lucy è stata l’ icona di un periodo storico che per la mia generazione non è lontano ma inconcepibile.
Ci ha lasciati in silenzio e dignità – e si dice in completa povertà.
Lascia due sue biografie e una manciata di poesie da lei scritte. Chi ha voglia di approfondire la sua storia, oltre al citato libro ci sono ben tre documentari di uno dei più importanti testimoni della storia trans italiana.
Documentari:
Essere Lucy, regia di Gabriella Romano (2011)
Felice chi è diverso, regia di Gianni Amelio (2014)
C’è un soffio di vita soltanto, regia di Matteo Botrugno e Daniele Coluccini (2021)