Trattare argomenti peculiari come quello della moda e delle tendenze periodiche in termini di vestiario richiede una consapevolezza ed una propensione non indifferenti nei confronti della materia. Questo, perché la moda appartiene e fa riferimento ad un paradigma molto sfaccettato, all’interno del quale si uniscono fattori di natura differente ed inflessioni provenienti da fonti altrettanto disparate. Il periodo storico, il Paese che si prende in esame, la smania di sperimentazione e lo slancio audace degli stilisti più in voga in quel momento sono solo alcuni dei caratteri che definiscono i prodotti di maggior tendenza e li inseriscono nella storia.
Se in passato, inoltre, ad interessarsi alle ultime mode era quasi esclusivamente un pubblico femminile, oggi gli uomini si rivelano sempre più propensi a scoprire i trend del mondo del fashion e ad abbracciarli. Indubbiamente le mode femminili (come quelle maschili, del resto) cambiano a una velocità smisurata rispetto al passato, anche perché il ricorso alla personalizzazione – che si può realizzare anche in siti e-commerce come questo – è sempre maggiore e dà vita a nuovi trend in continuazione. Al di là di tutto, poi, è possibile discorrere in fatto di moda solo quando si tengono presenti le diverse trasformazioni che hanno condotto all’affermazione di determinate tendenze, spesso, portando alla ribalta la figura della donna in ambito sociale.
Quest’ultimo aspetto si rivela particolarmente importante, siccome – decennio dopo decennio – le donne sono riuscite a far sentire sempre più la loro voce all’interno del discorso di emancipazione per il raggiungimento della parità di diritti. Insomma, la moda si presenta come un vero e proprio strumento di comunicazione, efficace e d’impatto, fautore di veri e propri sconvolgimenti paradigmatici. Scopriamo, ora, il cambiamento affrontato dalla moda femminile nel corso del secolo.
Gli albori della moda femminile: loisir e società dei consumi
Il Novecento è stato un secolo di grandi rivoluzioni in ambito sociale. Sono state diverse le tendenze e i movimenti che hanno avuto modo di riflettersi in ogni aspetto di un mondo sempre più connesso in termini comunicativi. Non sono mancati, poi, shock drammatici, come le due Guerre Mondiali, ma anche l’ombra del terrore della Guerra Fredda e le ripercussioni sociali del caos vietnamita. Tutto questo, unito a definizioni sempre più alla ribalta come quelle del tempo libero e della globalizzazione, hanno condotto alla valorizzazione – all’interno della società consumista – di vere e proprie icone pop.
Ritornando alla moda, dunque, a partire dagli anni ’20 si sono susseguiti numerosi trend. Partendo dall’utilizzo di gonne sempre più corte, abiti aderenti e accessori come le collane di perle, fino ad arrivare a make-up come l’eyeliner. Tra gli anni ’30 e ’40 al bisogno di allontanarsi dai canoni releganti degli stilemi passati riscontrato nei decenni precedenti, si è contrapposto l’utilizzo di abiti più sobri come simbolo di eleganza. Le donne iniziarono a indossare i pantaloni e a portare i capelli corti. Gli anni ’50 furono il decennio dei jeans, del rock and roll e delle pin-up. Il desiderio di rinascita durante il secondo Dopoguerra resero la spinta della cultura pop sempre più preponderante.
Dai figli dei fiori al decadentismo del grunge: il Secondo Novecento
Nell’epoca della contestazione giovanili, lo stile twiggy rappresentò un fenomeno rivoluzionario all’interno del mondo della moda. Abiti corti, minigonne e colori sgargianti divennero il must have di ogni ragazza dell’epoca. Gli anni ’70, invece, sancirono l’ingresso del fashion nel periodo hippy, caratterizzato da jeans a zampa di elefante, gilet e zoccoli. Negli anni ’80, il fenomeno yuppie rese i capelli cotonati, le gonne in tulle e le spalline un must, mentre i ’90 furono caratterizzati da maglioni sformati e jeans strappati.