Lo scudetto disse si…na sera e Maggio: il Napoli pareggia a Udine e si laurea Campione d’Italia per la terza volta nella sua storia, facendo esplodere di gioia non solo una città, ma un intero popolo presente in ogni angolo del Pianeta.
Da New York a Cuba, passando per l’Argentina di D10S, i tifosi azzurri hanno esultato per un risultato atteso 33 anni, e arrivato grazie a una squadra meravigliosa, che ha annientato la concorrenza con la forza delle idee, del coraggio e della bellezza.
La storia ha voluto ancora una volta una data, e forse non è un caso che il terzo scudetto sia arrivato la notte del 4 Maggio, anniversario della strage di Superga, visto che il Napoli dei Supereroi eguaglia il Grande Torino (oltre che la Fiorentina di Bernardini, l’Inter post Calciopoli e la prima Juve di CR7), vincendo il campionato con cinque giornate di anticipo.
Bastava un pareggio e pareggio è stato, ma l’Udinese ha complicato la vita agli azzurri nel primo tempo: al primo affondo, infatti, i friulani sono passati in vantaggio con Lovric, liberissimo a centro area con Anguissa rimasto a guardare, che ha preso la mira e ha trovato l’angolo alla sinistra di un incolpevole Meret.
Il Napoli, comprensibilmente contratto per via del traguardo ad un passo, ha faticato a rendersi pericoloso, pur potendo recriminare per un probabile rigore su Kvaratskhelia non concesso da Abisso.
La musica è cambiata nella ripresa, con i partenopei arrembanti alla ricerca del gol scudetto, arrivato dopo 7′: a risolvere tutto, ancora una volta, ci ha pensato “Air Victor” Osimhen, lestissimo nel raccogliere la respinta di Silvestri su tiro di Kvara e a infilarlo con un destro secco e imparabile.
La corsa del nigeriano verso i tifosi azzurri che hanno gremito la Dacia Arena è stata solo il preludio alla festa, iniziata dopo 41′ giocati per onor di firma, anche se Zielinski ha impegnato severamente Silvestri nel finale con un gran destro al volo su imbeccata di Elmas.
Il pallone calciato al cielo da Capitan Di Lorenzo al triplice fischio di Abisso ha scatenato il “threepudio” in campo, sugli spalti dello stadio friulano, sulle gradinate di un “Maradona” stracolmo di tifosi accorsi per vivere insieme le emozioni del match decisivo, e soprattutto nelle strade di una città impazzita di gioia.
Il match in programma oggi (ore 18) contro la Fiorentina servirà dunque soltanto per continuare una festa iniziata ormai da una settimana, con buona pace dei tifosi salernitani, che hanno festeggiato come uno scudetto un pareggio utile solo a prolungare il godimento dei supporters azzurri.
Spalletti deve rinunciare ancora a Politano e Mario Rui, ma non è escluso che decida di lasciare più spazio a chi ha giocato meno in questo campionato, lanciando dall’inizio i vari Elmas, Raspadori, Ostigard e Gaetano.
Il Napoli vanta il doppio dei successi in casa in serie A rispetto alla Fiorentina: 34 vittorie a fronte di 17 sconfitte e 21 pareggi.
I viola però hanno vinto l’ultimo precedente al “Maradona”, dando un duro colpo alle speranze scudetto di Insigne e compagni; il 10 Aprile 2022 fini 3-2 con le reti di Nico Gonzales, Ikonè e Cabral a vanificare i gol di Mertens e Osimhen.
L’anno prima, con lo stadio ancora vuoto per via del Covid, era finita con un tennistico 6-0 per gli azzurri, in gol con Insigne (doppietta), Lozano, Demme, Zielinski e Politano: era il 17 Gennaio 2021.
Il pareggio manca da più di 5 anni: il 10 Dicembre 2017 finì a reti bianche tra gli uomini di Sarri, in lotta per il titolo, e i viola allenati da Stefano Pioli.
Con lo scudetto vinto, per la prima volta, in trasferta, la partita con i gigliati consentirà ai tifosi azzurri di riabbracciare e celebrare i propri beniamini: la festa è appena cominciata.