Torna la Serie A, dopo la sosta dedicata alle Nazionali, e il Napoli riparte sulle ali dell’entusiasmo, frutto della grande vittoria ottenuta a San Siro prima della pausa, contro il Milan campione in carica.
Gli uomini di Spalletti hanno vinto da grande squadra, giocando con una personalità per molti insospettabile e sapendo soffrire al cospetto di un avversario forte, senza però mai rinunciare a tentare di proporre il proprio gioco e di ottenere i tre punti.
Dopo la prima mezz’ora, in cui i rossoneri hanno messo in difficoltà gli azzurri con pressing e ritmi alti, sfiorando il vantaggio con Giroud e Krunic (grandissimo Meret), il Napoli è venuto progressivamente fuori, prendendo campo e passando a condurre grazie al rigore di Politano, ottenuto da un Kvaratskhelia incontenibile.
Il georgiano, facendo ammattire ed ammonire Kjaer e Calabria, ha infatti costretto Pioli al doppio cambio, e proprio il subentrato Dest ha steso Kvicha in area, inducendo Mariani a concedere il penalty dopo l’intervento del VAR.
Il Milan ha reagito con veemenza, pervenendo al pareggio a una ventina di minuti dalla fine con Giroud su azione travolgente di Theo Hernandez, ma è qui che il Napoli ha mostrato gli attributi ed il carattere troppo spesso venuti meno in passato.
Con uno stadio strapieno contro, e con un avversario desideroso di completare la rimonta, in molti sarebbero arretrati: non gli azzurri, che hanno cercato e trovato nuovamente il gol, arrivato grazie ad una splendida incornata di Simeone, subentrato a Raspadori, su delizioso invito di Mario Rui.
La fortuna aiuta gli audaci, ed in tal senso la traversa colta da Kaloulu nel finale ha premiato il Napoli e penalizzato il Milan, che non esce affatto ridimensionato da questa sfida: la squadra rossonera ha viceversa dimostrato di essere ancora una serissima candidata allo scudetto.
Morale alle stelle dunque, per nulla “annacquato” dalle due settimane di sosta, visto che anche in Nazionale i giocatori del Napoli sono stati assoluti protagonisti: Lozano, Kvaratskhelia e soprattutto Raspadori, decisivo con due reti in due partite nella qualificazione dell’Italia alle final four di Nations League, hanno confermato la qualità dell’organico a disposizione di Spalletti e della sessione di mercato condotta da Giuntoli.
L’euforia dilagante non può però lasciare spazio alle distrazioni, ed in tal senso il match di domani (ore 15) contro il sempre ostico Torino di Juric nasconde più di un’insidia.
Oltre alle belle prestazioni dei propri giocatori, le Nazionali lasciano al tecnico di Certaldo qualche incognita dal punto di vista fisico, visto che Lozano e Rrahmani sono rientrati in condizioni non perfette.
Si è viceversa riaggregato al gruppo Politano, uscito dal Meazza con una distorsione alla caviglia, ma non è detto che l’esterno ex Inter venga rischiato dall’inizio.
Con la sfida di Amsterdam contro l’Ajax in Champions distante solo tre giorni, vanno dunque messe in conto delle sorprese nell’11 iniziale: davanti a Meret potrebbe esserci Ostigard insieme a Kim, Di Lorenzo e Mario Rui, mentre a centrocampo Ndombele ed il recuperato Demme si candidano a far rifiatare i vari Zielinski, Lobotka ed Anguissa.
In attacco, con Osimhen prossimo al rientro e Kvaratskhelia sicuro titolare, ci sarà l’ormai consueto ballottaggio tra Simeone e Raspadori, con il probabile esordio di Zerbin da titolare sull’out destro.
Quella di domani sarà la settantesima sfida giocata tra Napoli e Torino in Serie A all’ombra del Vesuvio, e gli azzurri vanno a caccia della loro trentesima vittoria: un anno fa, il 17 Ottobre 2021, fu Osimhen a regalare a Spalletti l’ottavo successo in otto partite, con uno splendido stacco aereo nel finale.
Il Toro cercherà invece il decimo blitz in Campania, dopo un digiuno di ben 13 anni: il 17 Maggio 2009 furono Bianchi e Rosina a ribaltare il match dopo la rete di Inacio Pià.
L’ultimo pareggio risale al 23 Dicembre del 2020, quando una magia a tempo scaduto di Insigne vanificò il vantaggio granata firmato dal napoletano Armando Izzo.

Se la partita di San Siro ha acceso i riflettori sulle potenzialità del Napoli, quella di domani rappresenta la più classica delle prove di maturità: sarebbe davvero importante “matare” anche il Toro, per continuare a sognare in grande.