È una notizia aberrante quella che abbiamo appreso nei giorni passati. Domenica 15, poco dopo le 8 di mattina, a Napoli, precisamente nell’isola pedonale del Centro Direzionale, si è verificato un episodio gravissimo di violenza ai danni di una donna trans. Quest’ultima, dopo esser stata brutalmente percossa, tanto da riportare la frattura del setto nasale, oltre a varie lesioni sul corpo, è stata persino gettata e rinchiusa dentro un tombino. Sono stati i vigilantes, uditi i lamenti provenire dal di sotto della pavimentazione stradale, a trovare la povera vittima, sanguinate e scossa, e a chiamare i soccorsi sanitari. Ora, la donna è ricoverata all’ospedale Cardarelli e le sue condizioni sono stabili. La motivazione alla base dell’aggressione pare sia il tentativo di rapina, aggravato, però, dal totale disprezzo, di matrice omotransfobica, verso la vita e la dignità di una persona.
“Esprimo condanna e preoccupazione, per quanto accaduto ieri: una donna trans è stata selvaggiamente picchiata al Centro Direzionale. Si tratta di un primo grave episodio in una città storicamente aperta alla diversità come Napoli, e questo ci spinge tutti a riflettere. Non possiamo essere indifferenti di fronte a episodi di violenza e di matrice omotransfobica: alla vittima va tutta la solidarietà di questa Amministrazione, ma chiedo a chiunque si trovi ad essere testimone di comportamenti o discorsi pieni di odio verso le persone lesbiche, gay, bisessuali e trans, di denunciare, di reagire, di non essere indifferenti. Dobbiamo batterci affinchè tutti i luoghi siano sicuri, lontani da offese, disprezzo e violenze.” Queste le parole dell’assessore alle Pari Opportunità del Comune, Francesca Menna.
Ovviamente , questa vicenda desta in noi sentimenti di forte disapprovazione e, inevitabilmente, ci induce a sviluppare alcune riflessioni. Sul piano più generale, considerando questo caso unitamente ai tanti altri che, in diverse forme, si registrano in ogni parte del Paese, ci rendiamo conto di quanto sia necessario che venga approvato un disegno di legge nazionale appositamente studiato per contrastare i fenomeni di odio contro le persone appartenenti alla comunità LGBT. Come sappiamo, purtroppo, su questo punto la politica italiana ha sempre latitato vergognosamente, ma, a quanto pare, attualmente, dei segnali positivi sembrano provenire dalla nuova ministra alle Famiglie e alle Pari opportunità. Chiaramente, come in occasione dell’approvazione delle Unioni Civili, le destre e i gruppi ultracattolici promettono battaglia, ma la speranza è che si possa effettivamente portare a termine qualcosa di concreto. La Politica, per essere degna di esser scritta con la maiuscola, dovrebbe mirare a creare una convivenza umana pacifica e non ad alimentare l’odio verso le diversità. Stesso discorso vale per i media, nei quali, invece, troppo spesso proliferano messaggi poco educativi. Basti pensare, solo per fare un esempio recente, legato per l’appunto alla transessualità, alle parole fuori luogo di Sgarbi contro Valdimir Luxuria su Canale 5, davanti a milioni di telespettatori.
Sul versante del particolare, invece, purtroppo è noto che, specie nelle ore notturne, quando gli uffici sono chiusi, il Centro Direzionale di Napoli – il quale avrebbe un potenziale enorme se venisse adeguatamente valorizzato – è una sorta di terra di nessuno, dove, in mezzo ai grattacieli e nelle zone limitrofe, delinquenza, prostituzione (finanche quella minorile) e degrado si manifestano in maniera accentuata e inaccettabile. Questa situazione di abbandono, sulla quale bisognerebbe intervenire con dei presidi permanenti, va da sé che può comportare una maggiore frequenza in termini di violenza sulle persone.
In ultima analisi, vorremmo dire agli aggressori che hanno compiuto un gesto così infame che essi hanno fatto qualcosa che non solo è fuori dalla civiltà e dal senso dell’umanità, ma è pure contro la storia, lo spirito e l’identità di Napoli. La cultura popolare partenopea, da sempre, abbraccia il cosiddetto “femminiello” come suo pilastro costituente; pertanto, l’omotransfobia offende, nelle viscere, l’essenza della città.