Fino a ieri pomeriggio, i pensieri dei tifosi napoletani erano rivolti alla sfida con il Milan, appena persa, a quella con il Rijeka per la quarta giornata del Girone F di Europa League, ed alle polemiche sulla presunta lite nello spogliatoio tra mister Gattuso ed i giocatori azzurri dopo la sconfitta con i rossoneri, guidati da un Ibra stellare.
C’era curiosità nel capire se il duro confronto tra l’allenatore calabrese ed i calciatori, accusati di non avere il carattere e la determinazione necessari a imporsi nelle sfide cruciali, avrebbe portato a una rivoluzione nella formazione, con spazio ai vari Zielinski, Elmas, Petagna, Ghoulam.
L’attenzione era dunque rivolta al test con i croati, visto non solo come una ghiotta occasione per porre una seria ipoteca sulla qualificazione ai sedicesimi, ma come un banco di prova importante per verificare la capacità di reazione di una squadra che, dopo aver forse illuso tutti con una partenza sprint, sta confermando alcuni dei timori mai completamente spariti, sulla composizione della rosa, sulle scelte di mercato e sullo spessore di chi la allena e di chi la ha allestita.
Tutti questi pensieri sono stati spazzati via nel pomeriggio di ieri dalla notizia più triste possibile per chi ama il Napoli: poche settimane dopo aver festeggiato i 60 anni, Diego Armando Maradona se n’è andato, spezzando il cuore ad una città che da tempo lo ha eletto a proprio simbolo ed icona.
Tanti tifosi, da quelli più adulti che hanno avuto il privilegio di vederlo giocare, a quelli più giovani che lo hanno vissuto nei racconti di genitori e nonni, hanno sentito il bisogno di ricordarlo, compostamente, recandosi all’esterno del San Paolo.
Quello che è stato il tempio dei trionfi più belli del suo Napoli, è diventato inevitabilmente la camera ardente dove salutare l’eroe che ha permesso a questa città, prima che alla sua squadra, di alzare la testa e ribaltare le gerarchie precostituite del Paese prima che del calcio.
Il Rijeka dunque non sarà altro che un intruso, in una notte in cui comunque sarà bello vedere il suo Napoli in campo, nonostante gli spalti saranno desolatamente vuoti.
Non c’è modo migliore per Insigne e compagni, nella notte dell’ad10s, di omaggiare il Pibe, se non quello di onorare al meglio la maglia azzurra, cui Lui ha dato lustro come nessun altro, portandola in cima all’Italia ed all’Europa.
Perché chi tifa per il Napoli potrà sempre fregiarsi di aver avuto nella propria squadra il più grande di sempre, e chi, come il sottoscritto che scrive trattenendo le lacrime, ha avuto il privilegio di vivere le emozioni di quegli anni irripetibili, potrà sempre dire con orgoglio: “Ho visto Maradona”.