Non è stato il Napoli più scintillante dell’anno, quello visto domenica pomeriggio al “Penzo” di Venezia, ma l’importante era vincere e gli azzurri hanno raggiunto l’obiettivo, giungendo a ridosso dell’Inter capolista battuta nel derby di sabato.
Gli uomini di Spalletti hanno faticato contro una squadra corta e compatta nelle retrovie, come già accaduto troppo spesso quest’anno, regalando agli avversari un primo tempo giocato a ritmi troppo compassati, anche per colpa di un terreno di gioco in condizioni indegne financo della nostra malridotta Serie A.
Con questi presupposti era prevedibile che per sbloccare l’incontro servisse sfruttare meglio i palloni alti, e così è stato: sul bel cross di Politano “Air Victor” Osimhen, tornato titolare dopo 3 mesi, ha siglato la rete del vantaggio spiccando nuovamente il decollo e battendo Lezzerini con una splendida incornata.
L’ormai consueta solidità difensiva (solo 2 reti incassate in cinque partite di campionato nel 2022) ha consentito poi al Napoli di gestire senza patemi il risultato, arrotondandolo in pieno recupero con il tap-in di Petagna, lesto a depositare in rete il pallone respinto dal portiere lagunare dopo la conclusione di Mertens.
Gli azzurri arrivano quindi con il morale a mille all’attesissimo scontro diretto in programma oggi pomeriggio (ore 18) al “Maradona” contro i nerazzurri di Simone Inzaghi, Campioni d’Italia in carica ed ora distanti soltanto un punto, anche se con una partita in meno rispetto ai partenopei.
L’ex tecnico della Lazio non sarà in panchina, per via della squalifica rimediata a seguito delle offese rivolte agli arbitri dopo il derby, e stessa sorte toccherà a Bastoni, peraltro infortunatosi in Coppa Italia in settimana: segnali di nervosismo per una squadra che, pur restando la favorita per il titolo, forse pensava di avere il campionato già in tasca a questo punto della stagione.
Non sarà comunque una partita facile, visto che l’Inter anche nella sconfitta contro i cugini ha dominato per lunghi tratti, mostrando il consueto mix di qualità e fisicità: tra l’altro i nerazzurri si sono prontamente riscattati in Coppa Italia, battendo in settimana la Roma dell’ex Mourinho con un secco 2-0.
Il Napoli si è però meritato questa chance, tenendo botta negli ultimi 3 mesi in cui gli è capitato veramente di tutto, tra infortuni, covid e Coppa d’Africa: Spalletti ed i suoi non si sono disuniti (Sorrentino docet…), superando con un Gennaio brillante un Dicembre disastroso, al termine del quale restare in corsa per il titolo sembrava pura utopia.
Il tecnico di Certaldo avrà a disposizione la rosa quasi al completo per questo big match: rientrano infatti dalla Coppa d’Africa Anguissa e Koulibaly, fresco Campione con il suo Senegal, e torna a disposizione anche Ounas, con i soli Tuanzebe e Lozano ancora fuori per infortunio.
Spalletti ha lasciato intendere, alla vigilia, di non voler toccare la coppia centrale difensiva che tanto bene ha fatto nell’ultimo scorcio di campionato: di conseguenza il “Comandante” dovrebbe accomodarsi inizialmente in panchina a vantaggio di Juan Jesus, con Ospina, Di Lorenzo, Rrahmani e Mario Rui a completare il reparto.
Sarà altrettanto difficile per Anguissa superare nelle nuove gerarchie l’eccellente Lobotka visto in questi mesi, capace di gestire ritmi e palloni, anche se la fisicità del camerunense sarebbe utilissima per contrastare il centrocampo muscolare dell’Inter: si prospetta un ballottaggio fino all’ultimo, dunque, con Fabian e Zielinski viceversa abbastanza sicuri del loro posto da titolari.
Anche in attacco la ritrovata abbondanza genera dubbi: oltre all’intoccabile Osimhen, Ounas e soprattutto Elmas scalpitano per partire dall’inizio, e le prestazioni affatto brillanti di Insigne e Politano col Venezia non aiuteranno Spalletti a scegliere.
Al di là della formazione che inizierà l’incontro, aver ritrovato tanti calciatori sarà fondamentale soprattutto a partita in corso, quando le cinque sostituzioni cambieranno il volto delle due squadre: in tal senso, Inzaghi non sempre ha mostrato lucidità nei tempi e nelle scelte delle sostituzioni, e c’è da augurarsi che lo stesso accada oggi pomeriggio.
Napoli-Inter è sempre stata una sfida di grande fascino, decisiva più di una volta anche in chiave scudetto: i 76 precedenti giocati in Campania vedono i partenopei in netto vantaggio sui meneghini, con 37 vittorie a fronte di 18 sconfitte e 21 pareggi.
Non è dunque semplice scegliere, tra tante, le 5 partite che evocano i ricordi più dolci per i tifosi azzurri, ma è giusto provarci.
22 Maggio 1966 – il futuro “core ‘ngrato” abbatte la Grande Inter di Herrera
E’ un presidente giovane ma ambizioso, Roberto Fiore: dopo la promozione in Serie A dell’anno precedente, all’ombra del Vesuvio arrivano Sivori ed Altafini, e gli azzurri si rendono subito protagonisti di un campionato di vertice.
Lo scudetto va alla Grande Inter del Mago Herrera, ed è quello della “stella”, ma la settimana dopo i freschi Campioni d’Italia (e del Mondo, vista la coppa Intercontinentale vinta contro l’Indipendiente a Settembre) cadono 3-1 al San Paolo proprio grazie alla doppietta dell’ex centravanti del Milan ed alla rete di Capitan Juliano.
Per il Napoli una delle tante belle soddisfazioni di una stagione culminata nella vittoria del primo trofeo internazionale della storia del club, la Coppa Delle Alpi.
22 Ottobre 1989 – passaggio di consegne con l’Inter dei record
Il Napoli di Albertino Bigon, tra mille difficoltà (compreso il ritorno in forte ritardo di Maradona dalle vacanze), si ritrova in testa al campionato in autunno, quando al San Paolo arriva l’Inter di Trapattoni reduce da uno scudetto conquistato a suon di record proprio ai danni dei partenopei.
Gli azzurri, ritrovato il miglior Diego, hanno voglia di dimostrare di poter essere degni eredi dei Campioni in carica, e dopo un primo tempo di studio mettono la freccia nella ripresa: apre lo splendido gol di Careca, chiude il tocco da biliardo di D10S, che batte l’incolpevole Malgioglio.
Quella Inter rinuncerà presto alla lotta scudetto, e per il Napoli sarà di nuovo duello col Milan: come due anni prima, ma con un finale, per fortuna, molto diverso.
18 Febbraio 2001 – Matuzalem, gol e…follia
Con il cambio di panchina tra Zeman e Mondonico il Napoli, appena risalito dall’inferno della B, sembra poter cambiare passo: la squadra, di proprietà della strana coppia Ferlaino-Corbelli, si toglie più di uno sfizio ad inizio 2001; la vittoria più prestigiosa arriva contro la miliardaria Inter di Moratti, guidata da Tardelli ed eterna incompiuta ai massimi livelli.
A segnare il gol vittoria è Matuzalem, giovane centrocampista brasiliano già protagonista l’anno prima nella stagione della promozione: dopo il gol, una bella staffilata di sinistro, la follia: maglia tolta, secondo giallo, e compagni lasciati in 10.
Quel match finì comunque bene, quella stagione molto meno: il ritorno in B fu mesto, e la via della risalita fu molto, molto più impervia.
2 Marzo 2008: gli “invincibili” battuti dalla parabola del “Panteron”
Il Napoli di Aurelio De Laurentiis, appena tornato in serie A, mira ad una salvezza tranquilla, ma il finale di stagione è ricco di soddisfazioni, che condurranno gli azzurri addirittura al ritorno in Europa.
L’impresa più sorprendente arriva contro l’Inter di Mancini e Ibra, diventata fortissima dopo calciopoli e reduce da una lunghissima striscia di imbattibilità: a regalare il successo agli uomini di Reja è Marcelo Zalayeta con un pallonetto delizioso da fuori area, e pazienza se nella ripresa il “panteron” manchi il raddoppio, facendosi ipnotizzare dal dischetto da Julio Cesar.
Per l’armata nerazzurra una sconfitta indolore, per il Napoli una serata da ricordare…la prima di molte altre.
30 Novembre 2015: il “Pipita” firma l’illusorio sorpasso
C’è di nuovo Mancini alla guida dell’Inter quando i nerazzurri sfidano il Napoli di Sarri da capolista del campionato: gli azzurri però, dopo un inizio balbettante, hanno trovato gioco e vittorie, e lo scontro diretto può valere il sorpasso in vetta.
Ci pensa il Pipita Higuain, come tante volte in quella stagione irripetibile, a portare il Napoli in cima alla classifica, con una doppietta da favola che rende inutile il gol di Jovetic.
Dopo il fischio finale tutti a festeggiare sotto la curva, ma ci penserà Zaza, qualche mese dopo, a frantumare i sogni sarristi.
Anche questa volta una vittoria significherebbe primato, e tutto lascia pensare ad un pomeriggio di emozioni forti: dalla musica al calcio, da Sanremo al campionato, prepariamoci ad un altro sabato da…brividi.