Per quanti ancora non lo sapessero, la Giunta comunale di Napoli, due giorni fa, ha approvato una delibera per istituire, in maniera ufficiale, la Giornata dell’Orgoglio Partenopeo. La proposta è stata avanzata dalla responsabile di Napoli Città Automa e dello Sportello Difendi la Città, Flavia Sorrentino, e dal Vicepresidente del Consiglio Comunale, Fulvio Frezza. Essa sarà celebrata ogni 30 settembre, ovvero in una data che non è per nulla casuale, in quanto, come è evidente, è in corrispondenza con una delle “Quattro giornate di Napoli”; evento storico di estremo rilievo e di cui essere, non a caso, particolarmente fieri.
Secondo quanto si apprende, l’evento sarà caratterizzato da numerose iniziative culturali e, inoltre, sarà prevista una premiazione per i napoletani eccellenti nei più diversi settori e campi delle arti e del sapere. Per quest’anno, verrà realizzata una targa commemorativa che verrà apposta in uno dei luoghi simbolo della città ancora da definire.
L’iniziativa fa parte dei progetti previsti all’interno del Manifesto di Autonomia della Città di Napoli e, al di là del valore prettamente simbolico, come specificato dalla stessa Sorrentino, “ha l’obiettivo di salvaguardare la memoria storica, valorizzare la cultura napoletana, riconoscere il valore di quanti hanno lottato per la difesa delle nostre terre e celebrare chi, attraverso le proprie imprese, porta in alto il nome di Napoli nel mondo”
Nelle ultime ore, su questo, tema, non sono mancate – come di consueto, del resto – note di polemica e qualche storcimento di naso da parte di chi ritiene superflua l’istituzione di una Giornata e pensa che il Comune dovrebbe, piuttosto, badare ai problemi legati all’amministrazione ordinaria. Dal canto nostro, però, riteniamo che, di certo, l’idea male non faccia, soprattutto in termini di rafforzarmento dell’attaccamento identitario alla città e al territorio. Ogni iniziativa che si muova nel senso di contribuire a far sì che le persone tornino ad amare e credere nel valore della propria Terra ha in sé il seme di una prospettiva politica che guarda al futuro. Dipoi, è da sottolineare con favore il fatto che, in maniera istituzionale, si cerchi di dare una risposta a quanti continuano a denigrare Napoli e il Sud in generale. Durante il lockdown, come possiamo ricordare, abbiamo assistito ad una vera e propria escalation di odio, da parte di numerosi giornalisti – Vittorio Feltri, in primis -, sia sulla carta stampata che in tanti programmi televisivi, e dunque urgono prese di posizione sempre più numerose e frequenti.
Non è più tempo di subire a testa bassa, anche perché le discriminazioni e le parole sprezzanti nei nostri confronti sono, al tempo stesso, pure lo specchio della subalternità economica in cui una certa politica vuole continuare a relegarci. È tempo di reagire, allora, e oltre al viso duro di “gattusiana” memoria – che pure ci vuole dinanzi all’ignorante di turno che ci definisce “terroni -, investire sul percorso culturale è la garanzia migliore per piantare radici profonde.