Scritto durante la prima ondata di pandemia e influenzato nella scrittura dal lockdown, ‘V2’ , il nuovo romanzo di Robert Harris ci riporta a un episodio poco esplorato della Seconda guerra mondiale: il lancio su Londra nel novembre del 1944 dei sofisticatissimi missili V2 nazisti sviluppati da Wernher von Braun con l’ingegnere tedesco Rudi Graf. Ma parallelamente ci fa scoprire la missione delle ausiliarie dell’aeronautica militare britannica, le coraggiose donne della Waaf.
Tutto è partito da un necrologio sul ‘Times’ del 5 settembre 2016 per Eileen Younghsband, in cui veniva descritta l’attività di questa donna, ufficiale dell’Aeronautica Militare Ausiliaria Femminile-Waaf, morta a 95 anni. “Ho trovato il necrologio di questa donna che utilizzò le sue abilità matematiche per contrastare Hitler” dice l’autore. “Mi è sembrata da subito una bellissima storia. Era da tempo che volevo scrivere un romanzo con un una donna come personaggio principale e questo era assolutamente quello ideale” spiega anche se l’ufficiale Kay Caton-Walsh e le altre ausiliarie che troviamo in ‘V2’ non hanno alcuna somiglianza con la Younghusband.
“E’ un romanzo sulla futilità della guerra. Il fatto stesso che tante morti siano state causate per la costruzione di questo missile è una cosa assolutamente assurda, priva di senso. Questo è l’aspetto che mi ossessiona di questa storia” dice Harris.
Per la costruzione del missile e delle fabbriche ci sono stati “20 mila morti, cinque volte di più di quanti non ne abbia causati il V2 in quanto arma. Un progetto assolutamente folle. Solo un regime come quello hitleriano poteva perseguire una strategia così assurda” spiega Harris.
Lo scrittore mentre lavorava al libro si è ritrovato, con la diffusione del Covid 19 “inaspettatamente in un’atmosfera simile a quella dei tempi della guerra. Molti i paralellismi: il messaggio universale trasmesso da tutti i canali da parte della Regina, la conta dei morti, il senso di precarietà. L’incapacità da parte della popolazione di adattarsi, di scendere a patti con quello che stava succedendo”.
La Brexit aleggia su tutto il romanzo che racconta di un mondo moderno, dei missili balistici, e al tempo stesso fa emergere la profonda fragilità della pace europea e i grossi rischi che si corrono se gli equilibri di questa pace vengono toccati. “Io ho sempre espresso molto chiaramente la mia opinione contraria sulla Brexit che per me costituisce un grave passo indietro” ribadisce Harris.
Ma chi erano veramente Wernher von Braun e Rudi Graf che nel romanzo troviamo in una cupa cittadina della costa olandese, occupata dai nazisti, a sovrintendere al lancio dei V2? “Ho tentato di tracciare il ritratto più accurato e concreto di von Braun. Penso che davvero credesse nella possibilità di viaggiare nello spazio e che fosse realmente il suo obiettivo.
Non credo fosse un nazista, ma dovette stringere un patto faustiano con quel regime perchè l’unica possibilità che aveva di mandare i V2 nello spazio era con il supporto dell’esercito tedesco che però era disponibile a finanziare il progetto solo a condizione che questo missile fosse un’arma. Nella costruzione sono morte 20 mila persone e in questo von Braun ha una parte di colpa” afferma lo scrittore. “Graf è una persona per bene intrappolata nella macchina della guerra” aggiunge.
Accurato il lavoro sulle fonti, molte riportate alla fine del libro, c’è moltissimo materiale sia su von Braun che sul programma dei missili V2, di meno sulle contromisure da parte britannica.
Scrivendo ‘V2’ Harris ha ripensato spesso a come “le vite di persone comuni si ritrovassero completamente ribaltate da eventi su cui non avevano alcun controllo. In quei tempi era la guerra, ai giorni nostri è la pandemia. Ma questo è il valore della narrativa e della storia. Ed è vero per tutti i libri che ho scritto”.
Novembre 1944. L’ingegnere tedesco Rudi Graf si trova in una cupa cittadina sulla costa olandese occupata dai nazisti per sovrintendere al lancio dei missili V2 su Londra. Nessuno meglio di lui conosce quelle macchine mortali. Fin da bambino ha sognato di inviare un razzo sulla luna. Invece, con il suo amico Wernher von Braun, ha contribuito alla creazione di quest’arma sofisticatissima, capace con la sua testata da una tonnellata di viaggiare a tre volte la velocità del suono. Disilluso e preoccupato, Graf deve obbedire: Hitler ha ordinato la fabbricazione di diecimila missili e nessuno può fermare il suo tentativo disperato di evitare la sconfitta. Kay Caton-Walsh, ausiliaria dell’aeronautica militare britannica, è scampata per poco all’orrore dell’esplosione di uno di questi brutali strumenti di terrore civile e, armata solo di un regolo calcolatore e delle tavole dei logaritmi, partecipa con altre donne a una missione in Belgio, da poco liberato dai tedeschi, finalizzata a localizzare e distruggere le basi di lancio dei V2. In una corsa contro il tempo, le vicende dei due protagonisti viaggiano in parallelo su fronti opposti. Ma in guerra è difficile capire di chi ti puoi fidare. In questo nuovo romanzo ricco di dettagli storici, personaggi reali e grande atmosfera, Robert Harris torna a raccontare al lettore una delle pagine meno esplorate della Seconda guerra mondiale.