La questione dell’occupazione gratuita del suolo pubblico da parte di bar e ristoranti è iniziata quando, in previsione dell’imminente fase 2 in Italia, il premier Conte comunicò la notizia in diretta nazionale. Questa opportunità ha regalato maggiore respiro al livello di guadagni ai gestori dei locali, duramente colpiti prima dal lockdown e adesso dalle nuove regole che impongono il distanziamento sociale tra i clienti. Come era prevedibile, però, c’è stato anche chi ne ha approfittato per allargarsi un pò troppo, talvolta impedendo ai cittadini di passeggiare in maniera spensierata e fluida. Camminando per le vie di Napoli, in particolare, abbiamo incontrato sia ristoratori rispettosi delle regole, che hanno allestito in maniera adeguata e decorosa il suolo pubblico esterno al proprio locale, talvolta addirittura regalandogli una nuova e graziosa immagine, sia ristoratori che invece con prepotenza hanno occupato aree urbane inadatte all’allestimento di sedie, tavolini ed ombrelloni. Ovviamente i quartieri che hanno vissuto il maggior disagio sono quelli da sempre presi d’assalto dalla movida napoletana, suddivisa in più categorie, dai giovani alla ricerca di un baretto e di un cocktail ai più adulti che invece ricercano il relax e la buona tavola. Di locali a Napoli se ne vedono tantissimi, attraversando il quartiere Chiaia coi suoi baretti fino ad arrivare al lungomare con le sue pizzerie ed i suoi noti ristoranti, per non parlare anche del centro storico e del Vomero. Insomma, una grande offerta derivante da un’enorme richiesta, soprattutto adesso che il popolo napoletano ha fame e voglia non solo di buon cibo, ma anche e soprattutto di vedere nuovamente viva la sua meravigliosa città.
L’occupazione di suolo pubblico gratuita, da effettuarsi esclusivamente con arredi ad impatto minimale (pedane, tavolini, sedute ed ombrelloni, con esclusione di elementi infissi al suolo) sarà concessa fino al 31 ottobre 2020 nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 15 del Regolamento vigente, ovvero negli spazi pedonali liberi ed immediatamente prospicienti l’attività. A beneficiarne sono sia gli operatori sprovvisti di precedente autorizzazione sia quelli già titolari di concessione, questi ultimi in ampliamento dell’occupazione di suolo pubblico già autorizzata; in entrambi i casi la concessione è prevista entro il limite massimo commisurato alla capacità operativa del pubblico esercizio e dell’esercizio di vicinato. Il rilascio del titolo di occupazione denominato “permesso utilizzo temporaneo spazi emergenza Covid” è subordinato ad un’apposita domanda, da scaricare dal sito web comunale e da presentare al portale Suap. Gli operatori beneficiari devono provvedere a mantenere l’area occupata in perfetto stato di conservazione, onde garantire l’igiene, l’aspetto estetico e il decoro dei luoghi occupati.
Doccia fredda per il sindaco De Magistris ieri pomeriggio, dopo aver appreso che il Tar Campania ha sospeso la sua ordinanza del 4 giugno; quest’ultima, tra le misure di risposta alla crisi economica scaturita dalla pandemia da Covid-19, concedeva più spazio per le occupazioni di suolo pubblico e l’annullamento della relativa tassa fino a Dicembre. A decidere è stata la quinta sezione presieduta da Maria Abbruzzese, che ha accolto la richiesta del comitato “Chiaia viva e vivibile” rappresentato dall’avvocato Luca Tozzi. “Siamo esterrefatti da una serie di ordinanze e decreti che in questo momento non presentano alcun profilo di tutela alla salute, ma rappresentano solo dei freni alle attività economiche e sociali ed anzi favoriscono paradossalmente l’eventuale diffusione del contagio” dichiara Luigi De Magistris, che poi conclude: “Forse abbiamo già dimenticato la chiusura forzata del lockdown subita dalle attività commerciali e la conseguente perdita di tanti posti di lavoro, forse si sta sottovalutando il pericolo rappresentato dall’ambizione della criminalità di mettere le mani sulla parte sana dell’economia produttiva della città. Sono queste le motivazioni urgenti che ci hanno spinti ad utilizzare uno strumento forte, consapevoli che la vera moria in questa fase è quella economica e sociale, occorre agire subito per far ripartire la città”.